morti sul lavoro al 15 marzo 2024

OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO Il primo osservatorio nato in Italia (e ancora l’unico) che monitora e registra tutti i morti sul lavoro in Italia dal 1° gennaio 2008, anche quelli che non dispongono di un’Assicurazione o che ne hanno una diversa da INAIL Attivo dal 1° gennaio 2008 Una voce fuori dal coro minimalista su queste tragedie Morti sul lavoro nel 2024 al 15 marzo Dall’inizio dell’anno sono morti per infortuni in 211 per infortuni sui Luoghi di lavoro (tutti registrati) e 273 se si aggiungono i morti in itinere L’unico osservatorio che monitora da 17 anni i morti sul lavoro, compresi i non assicurati a INAIL e i lavoratori in nero, nelle province ci sono i morti monitorati dall’Osservatorio, tra parentesi nelle regioni i morti con itinere e in altri ambiti lavorativi. Per noi chiunque muore mentre svolge un lavoro è considerato un morto sul lavoro Nel 2023 i lavoratori morti per infortuni sono stati 1485, 986 di questi sui Luoghi di lavoro gli altri sulle strade e in itinere, soprattutto in agricoltura e in edilizia Aperto da Carlo Soricelli per non dimenticare i sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti poche settimane prima. Da 17 anni i morti sui luoghi di lavoro sono tutti registrati in apposite tabelle Excel con l’indicazione di data del decesso, provincia e regione della tragedia, identità della vittima, età, professione, nazionalità e cenni sull’infortunio mortale. dall’assicurazione che ha o se non l’ha affatto (lavoro in nero) o agricoltore anziano. Dal 1° gennaio 2008, anno di apertura dell’Osservatorio al 31 dicembre 2023, sono morti complessivamente 21050 lavoratori, di questi 10474 per infortuni sui luoghi di lavoro (tutti registrati in tabelle excel ). ma purtroppo sulle strade e in itinere sfuggono comunque diversi lavoratori Le ore impiegate in questi 15 anni di monitoraggio con lavoro volontario sono state oltre 30000. Continuano ad alterare la percezione del fenomeno con dati parziali e assurdi anche nel 2023 con “indici occupazionali” quando il 30% dei morti non ha nessuna assicurazione o hanno un’assicurazione diversa da INAIL che diffonde solo i propri morti che in diversi copiano. MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE REGIONI E PROVINCE ESCLUSO ITINERE. Aggiunti nella Regione i morti sulle autostrade regionali, tra parentesi i morti nelle Regioni compresivi di itinere. N.B i morti sono segnalati nelle province e regioni dove c’è stata la tragedia LOMBARDIA 25 (37) Milano 4, Bergamo 1 Brescia 9 Como 1 Cremona 2 Lecco 1 Lodi Mantova 2 Monza Brianza 2 Pavia 2 Sondrio Varese 2 TOSCANA 19 (26) Firenze 7 Arezzo Grosseto Livorno, Lucca 1, Massa Carrara 1 Pisa‎ 4 Pistoia Siena 1 Prato 3 EMILIA ROMAGNA 18 (24) Bologna 5 Rimini Ferrara 3 Forlì Cesena 3 Modena 3 Parma 2 Ravenna Reggio Emilia 1 Piacenza SICILIA 16 (23) Palermo 6 Agrigento Caltanissetta Catania 2 Enna Messina 4 Ragusa Siracusa 1 Trapani‎ 2 CAMPANIA 19 (26) Napoli 7, Avellino 3 Benevento , Caserta 6 Salerno 3 VENETO 12 (16) Venezia 2 Belluno Padova‎ Rovigo Treviso 4 Verona 4 Vicenza 2 LAZIO 13 (18) Roma 5 Viterbo 2 Frosinone 4 Latina Rieti TRENTINO ALTO ADIGE 12 (15) Bolzano 6 Trento 5 PIEMONTE 9 (14) Torino 3 Alessandria (1 cantiere autostradale) Asti 1 Biella Cuneo 2 Novara 2 Verbano-Cusio-Ossola Vercelli PUGLIA 11 (15) Bari 3, BAT 1 Brindisi 2 Foggia 3 Lecce 2 Taranto SARDEGNA 9 (13) Cagliari 2 Sud Sardegna 1 Nuoro1 Oristano 1 Sassari 4 ABRUZZO 8 (12) L'Aquila 2 Chieti 3 Pescara Teramo 2 Ascoli Piceno 1 MARCHE 7 (9) Ancona 2 Macerata 3 Fermo 1 Pesaro-Urbino 1 FRIULI VENEZIA GIULIA 6 (8) Pordenone 3 Triste 1 Udine 1 Gorizia LIGURIA 5 (6) Genova 1 Imperia 2 La Spezia Savona 1 UMBRIA 4 (5) Perugia 4 Terni CALABRIA 4 Catanzaro 1 Cosenza 2 Crotone Reggio Calabria 1 Vibo Valentia BASILICATA 2 (3) Potenza 2 Matera Molise Campobasso Isernia VALLE D’AOSTA 1 I morti sulle strade. I morti sul lavoro sono segnati nella provincia dove è avvenuto l’infortunio mortale e non in quella di residenza. Nelle province non sono segnati i morti in autostrada avvenuti nella Regione Curatore Carlo Soricelli, metalmeccanico in pensione e artista sociale da oltre 50 anni Per contatti carlo.soricelli@gmail.com https://www.facebook.com/carlo.soricelli https://www.facebook.com/osservatorioindipendente/ https://www.instagram.com/pittorepranico/channel/?hl=it su Twitter @pittorecarlosor 18 gli schiacciati dal trattore 22 morti gli autotrasportatori, altrettanti morti tra gli automobilisti (molti lavorano sulle strade essendo agenti di Commercio) e i passeggeri (non inseriti tra i morti sul lavoro) che hanno la sventura di incrociarli o di essere a bordo, spesso gli incidenti sono provocati da stanchezza e malori alla guida 26 gli operai/e, morti di fatica impiegati/e, agricoltori/e, braccianti, autotrasportatori ecc. morti per fatica e malori sui luoghi di lavoro: nel 2023 a luglio e agosto una strage per il caldo e per le condizioni in cui lavoravano soprattutto nei cantieri e sui campi 26 i morti in infortuni domestici tra questi 3 bambini 11 i taglialegna morti travolti dall’albero che tagliavano Complessivi morti sui luoghi di lavoro dal 2019 3869 morti Attenzione se si contano tutti anche i morti in itinere e in altri ambiti lavorativi in questi ultimi 6 anni completi e sommati come fa INAIL si arriva a contarne 5285

grafico 15 anni

grafico 15 anni
Morti sul lavoro al 10 marzo del 2024 comparati con gli ultimi 5 anni e con l'anno di apertura dell'Osservatorio....e parlano di cali

Le province nel 2023

Le province nel 2023
guarda la situazione della tua provincia Morti sui luoghi di lavoro nelle province nel 2023 dalla più virtuale Livorno, a Rieti la peggiore

Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"

Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza- non è il bianco della purezza- non è il bianco candido di una nevicata in montagna- E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto- occhi spalancati dal terrore- dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che toglie ogni speranza- l’attimo di una caduta da diversi metri- dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni- del trattore senza protezioni che sta schiacciando- dell’impatto sulla strada verso il lavoro- del frastuono dell’esplosione che lacera la carne- di una scarica elettrica che secca il cervello. E’ un bianco che copre le nostre coscienze- e il corpo martoriato di un lavoratore. E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso. di una vita che si spegne lontana dagli affetti. di lacrime e disperazione per chi rimane. Anche quest’anno oltre mille morti- vite coperte da un lenzuolo bianco. Bianco ipocrita che copre sangue rosso- e il nero sporco di una democrazia per pochi. Vite perse per pochi euro al mese- da chi è spesso solo moderno schiavo. Carlo Soricelli

Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier

Carlo Soricelli attività artistica

Carlo Soricelli Metalmeccanico in pensione. Pittore-scultore. Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento nel 1949, ed all'età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. Nella tarda adolescenza Soricelli comincia a produrre i primi quadri in cui si nota un forte interesse per le problematiche legate all'ecologia ed una grande attrazione nei confronti della natura; lo si vede negli animali che ripropone spesso e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. Fin d'allora l'arte di Soricelli è di denuncia nei confronti di una società che sta progredendo alle spese dell'equilibrio ambientale e della giustizia sociale. Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell'emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori ed operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi ed abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c'è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. Questa pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell'arte Naïve, quella di grandi come Ligabue, Covili, Ghizzardi. Infatti, a partire dall'84, Soricelli inizia ad esporre alla Rassegna di Arti Naïves ospitata presso il Museo Nazionale "Cesare Zavattini" di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti tra cui il titolo di Maestro d'arte. All'inizio degli anni Ottanta l'artista bolognese realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio; è del 1985 “Il Consumista”, scultura emblematica in cui una creatura umana mostruosa, vestita di ritagli di spot e slogan pubblicitari, sta divorando se stesso ed ancora, del 1989, Il Comunicatore, ironica e brutale visione Orwelliana. Già dai primi anni Ottanta Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo; l'angelo è l'escluso, prima schiacciato e deformato, ora alleggerito da un paio d'ali che garantiscono una dignitosa speranza, non tanto con l'intento di avvicinare al sovrannaturale, ma al contrario per riportare l'esistenza ad un'unica dimensione Umana. Da vent’anni Soricelli sta lavorando a quella da lui definita Pittura Pranica, che consiste nella visualizzazione dell'energia comune a tutti gli esseri viventi allo scopo di produrre effetti terapeutici per mente e corpo dell’osservatore La prima opera pranica del 1996 Soricelli si ritrae nelle vesti di cavaliere pranico, è stata acquistata dal Museo Zavattini. Soricelli espone dal 1976 con circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell'Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d'Accursio a Bologna nel 1996. Ha esposto con prestigiose mostre in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. E' presente in numerose collezioni pubbliche e private ed è presente in diversi musei. Da 15 anni ha aperto a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna, una casa museo delle sue opere, visitabile al pubblico su appuntamento. Una stanza è stata dedicata alla pittura pranica e qui nel silenzio chi vuole può gratuitamente sottoporsi all’esperimento di autoguarigione attraverso la visione delle opere praniche. Da qualche anno ha ripreso a creare opere che faceva già dagli anni ottanta con materiali di scarto della nostra società, trovati sulle strade come per esempio mozziconi di sigarette e copricerchioni, di fianco a bidoni della spazzatura, macerie di vecchie case ecc. Ha chiamato questo filone d’arte “Rifiutismo”. Nel 1997 ha pubblicato un libro dal titolo “Maruchèin”, con prefazione di Pupi Avati, in cui ha raccontato le sue esperienze di bambino meridionale emigrato al Nord negli anni Cinquanta. Nel 2001 ha pubblicato il suo secondo libro “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone. Il terzo “Pensieri liberi e sfusi”, il quarto “La classe operaia è andata all’inferno”, il quinto ”Terramare” e il sesto “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”. Il sesto Pensieri Liberi e Sfusi, il settimo un libro di poesie “Canti Aionici”. E' l'ideatore e curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ . Attivo dal 1° gennaio 2008 in ricordo dei sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti tragicamente poche settimane prima. E' il primo osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro nato in Italia ed è formato solo da volontari diventando punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie.

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martedì 30 settembre 2014

Anche oggi altri morti

Arezzo 30 settembre 2014 E' morto Safet Sejfuli boscaiolo macedone di 33 anni. Il povero giovane è morto nel bosco di Pontenano comune di Talla, in Casentino. Sejfuli, era al lavoro con altri colleghi in un castagneto e per cause in corso di accertamento, sarebbe caduto in una scarpata e travolto da un masso di grandi dimensioni. A dare l'allarme sono stati i suoi colleghi. Sul posto si sono subito portati i sanitari del 118. Particolarmente difficili le operazioni di soccorso per via della zona impervia Un medico ed un infermiere sono stati calati con il verricello ed hanno raggiungo il boscaiolo, tentando inutilmente di rianimarlo. Purtroppo l'uomo era già morto. Napoli 30 settembre 2014 E'morto Raffaele Di Francesco di 56 anni. Di Francesco è morto schiacciato dal crollo di un solaio vicino al museo ferroviario di Pietrarsa a Portici schiacciata. Il Comune ha reso noto che a crollare è stato il solaio della palazzina dalla quale si accede al museo durante alcuni lavoro di consoldamento. Nella tragedia anche due feriti, Giuseppe e Andrea Carosone, zio e nipote, di 42 e 46 anni che sono ricoverati in stato di shock.

5 i morti sul lavoro anche ieri

Sono altri 5 i lavoratori morti ieri in diverse zone d'Italia quella che mi colpisce molto è la donna di 60 anni che è morto alla guida di un trattore che si è ribaltato in provincia di Benevento. Un altro agricoltore è morto schiacciato dal trattore, un altro è morto a san Vito di cadore. mente un altro lavoratore è morto in provincia di trento e un Carabiniere in provincia di Cagliari.

lunedì 29 settembre 2014

Grazie Beppe grillo

Grazie a Beppe Grillo che attraverso il suo blog ha dato ampio risalto a questo fenomeno che vede indifferente la politica e tutta la classe dirigente. Ma voglio ricordare a tutti che i morti sui luoghi di lavoro la scorsa settimana non sono sati otto come riportato dal Conduttore del TG3 delle 19 sabato scorso, ma 22, quasi il triplo. Il servizio pubblico, almeno quello non dovrebbe fare disinformazione almeno su aspetti così importanti. Il 29 settembre del 2013 i morti sui LUOGHI DI LAVORO erano 451 il 29 oggi sono oggi 489 + 7,8%. Nello tesso giorno del 2008 erano dall’inizio dell’anno erano 457, +7,4% e questo nonostante la crisi. Quindi basta bugie e parlare di cali delle morti sul lavoro che non esistono L’INAIL per fare chiarezza sull’entità del fenomeno deve fare un comunicato dove spiega con chiarezza che monitora solo ed esclusivamente i propri assicurati e che le morti sul lavoro sono molte di più. I cittadini devono conoscere le dimensioni del fenomeno. Beppe grillo parla di “fabbriche cimitero” ed è così, ma non in tutte, ma nei luoghi di lavoro dove non è presente l’Articolo 18. Vorrei aggiungere anche i cimiteri nei campi. Sono morti schiacciati dal trattore morti 130 agricoltori dall’inizio dell’anno. il 28 febbraio abbiamo mandato una mail a Renzi, Martina e Poletti (il nuovo che avanza)avvertendoli con una mail dell’imminente strage di agricoltori schiacciati dal trattore pregandoli di fare una campagna d’informazione di prevenzione. No selfie, no cinquettii, no gelati mangiati, no secchi d’acqua in testa. Da quel giorno ne sono morti così atrocemente 120.Una carneficina che dovrebbe smuovere le loro coscienze. Ma l’importante è abolire l’unica tutela che hanno i lavoratori ad opporsi a fare lavori pericolosi. L’articolo 18.

sabato 27 settembre 2014

Altri 4 lavoratori sono morti ieri.Oltre alle due vittime nel cremonese è morto un agricoltori schiacciato daltrattore in provincia di Avellino e un addetto alle nettezze urbane a Taranto che è morto dopo 8 giorni d'agonia

Anche ieri sono morti 4 lavoratori sui luoghi di lavoro. Due operai sono morti in un incidente sul lavoro avvenuto ieri sera, intorno alle 23, nell'azienda Ferraroni Mangini a Bonemerse nel cremonese. Le vittime, francesco Lissignoli e Giuseppe Vezzoli di 48 e 54 anni, sono state sepolte dal mais contenuto in un silos che ha ceduto. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco. Non sono ancora chiare le ragioni che hanno provocato la tragedia e a determinare il cedimento della struttura che ha causato la morte di due operai. Stanno indagando i carabinieri e i tecnici dell'Asl che stanno svolgendo le indagini e hanno posto l'area sotto sequestro. Avellino E' morto schiacciato dal trattore a 59 anni carmine pasquale Landi. E' morto dopo 8 giorni d'agonia Cataldo Pagliarulo addetto alla Raccolta rifiuti a Taranto. la vittima è caduta dal camion e non si è più ripreso dal giorno dell'infortunio. E' sconcertante sentire il TG3 delle 19, uno dei più attenti a queste tragedie che in questa settimana ci sono stati ben otto morti sul lavoro. Volevo informare la redazione che i morti sui luoghi di lavoro da lunedì 22 settembre sono stati ben 22. Una bella differenza, anche se otto sono tanti ugualmente. E' incredibile il pressapochismo che c'è su questo fenomeno. Ma viviamo in tempi dove la vita di chi lavora non conta niente.

giovedì 25 settembre 2014

Due muratori morti a Cotignola in provincia di Ravenna. l'Emilia Romagna riconquista la maglia nera tra le regioni con più morti sui luoghi di lavoro anche quest'anno in rapporto al numero di abitanti, l'unico parametro valido per valutare l'andamento su questo triste fenomeno. Si registrano poi altre due vittime,

Ravenna 25 settembre 2014 Sono morti due operai coinvolti nel crollo di una porzione di parete di un capannone in costruzione a Cotignola. Secondo le prime informazioni l'incidente è avvenuto nei lavori per la costruzione della nuova ala della ditta Madel (Detersivi). Nel crollo del capannone, avvenuto poche ore fa sarebbe rimasta coinvolta anche una gru. Un operaio sarebbe morto sul colpo, il secondo durante il trasporto in ospedale. Le vittime avrebbero 35 e 36 anni. Sono intervenuti mezzi del 118, dei Vigili del fuoco, i carabinieri del 112 e la medicina del lavoro. L'Emilia Romagna Sono già otto i morti sui luoghi di lavoro in provincia di Ravenna e 43 in Emilia Romagna che si conferma, anche quest'anno ai vertici di questa triste classifica. Gli amministratori di questa regione che sono sempre stati avvertiti dell'andamento VERO di queste morti mai si sono fatti sentire per avere più notizie dettagliate del fenomeno. dall'alto della loro superiorità amministrativa che non coinvolge mai i cittadini "liberi" producono questi risultati, Vediamo se la prossima amministrazione avrà sempre questi atteggiamenti o se sarà capace di dialogare e avrà il coraggio di cacciare via quei dirigenti inefficienti che producono questi risultati. Ricordo anche a loro che i morti sui luoghi di lavoro sono da considerare tutti i lavoratari che muoiono lavorando e non solo quelli che dispongono di un'assicurazione INAIL. Carlo Soricelli Anche il caso della povera lavoratrice domiciliare indiana che lavorava a domicilio e in nero è un caso emblematico di questi tempi. la tragedia in provincia di Mantova dove una lavoratrice in nero, che lavorava per una ditta cinese è morta fulminata. Un altro lavoratore del mare è morto in Sicilia, questa volta nel siracusano, anche questo lavoratore è morto a causa dell'affondamento del peschereccio. Tutte queste morti in mare ci dicono nei fatti che non ci sono più soldi da parte dei proprietari dei pescherecci per la manutenzione. Altrimenti sarebbe inspiegabile che nel giro di pochi giorni si siano verificate due tragedie. Ricordiamo che non sono ancora stati trovati i corpi dei due figli di Vito Di Marco, morto anche lui per l'affondamento del motopeschereccio di cui era il proprietario. Il più piccolo dei figli aveva solo 16 anni

mercoledì 24 settembre 2014

L’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro chiude per “INDIFFERENZA”

L’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro chiude per “INDIFFERENZA” La tragedia di Adria, come poi avevamo già scritto, fa capire quanto conta anche sul piano della Sicurezza l’articolo 18. Il povero autista di 28 anni che è andato a scaricare l’acido solforico dentro la vasca, invece che a decantare dentro al silos, lo faceva perché quella era una prassi consolidata. Così si apprende dal telegiornale LA 7. Così facendo l’azienda non rispettava le normative e le specifiche inerenti alla sicurezza nel maneggiare sostanze così pericolose, che tra l’altro, se c’era un forte vento poteva andare ad uccidere anche fuori dallo stabilimento persone innocenti come i lavoratori che sono morti. Allora bisogna dire con la massima chiarezza che quei lavoratori sono stati uccisi da chi dirigeva l’azienda, dall’impossibilità di opporsi nell’eseguire lavori così pericolosi. Chi sta cercando anche in parlamento di togliere ai lavoratori anche il diritto, pena il licenziamento, d’opporsi ad eseguire lavori pericolosi per se e per gli altri diventerà per me responsabile morale di questi omicidi. Anche con l’articolo 18 ci sono stati tantissimi tentativi di licenziare lavoratori che si opponevano al mancato rispetto delle normative vigenti. Ma ci sono stati anche tanti reintegri perché i giudici potevano valutare se il licenziamento era giusto o ingiusto, se dietro al licenziamento c’era la volontà di colpire chi voleva solo che venissero rispettate le normative sulla Sicurezza che “appesantivano” il lavoro. Il caso di Adria non è isolato. Anche se si cerca d’occultare la realtà da parte della politica, della stampa e delle televisioni tutte in mano a chi sta cercando attraverso l’abolizione dell’articolo 18 di eliminare i sindacati scomodi in pochi anni, attraverso la mancanza d’iscritti, come sta capitando con i precari che non si possono esporre e manifestare il loro dissenso anche attraverso l’iscrizione ad un sindacato, i morti sui luoghi di lavoro non sono mai calati da quando il 1° gennaio 2008 ho aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro. Anzi, addirittura sono aumentati del 5,9% rispetto al 24 settembre di quell’anno e dell’8,6% rispetto al 24 settembre del 2013. L’INAIL non dice bugie quando dice che c’è stato un forte calo in questi anni, ma dica chiaramente con un comunicato che monitora le morti solo tra i propri assicurati e che non inserisce tra le morti sul lavoro le vittime che ci sono tra quei milioni di lavoratori che non sono iscritti a questo istituto, e che addirittura lavorano in nero. Le partite iva individuali sono diventate milioni e non sono assicurate all’INAIL tanto per fare un esempio. Questo cosa significa? lo scrivo da anni, che i morti sui luoghi di lavoro non sono mai calati, che si sono solo “trasferiti” tra i precari, partite iva e lavoratori in nero e agricoltori. Chi nel parlamento ha uno spirito libero e ha soprattutto a cuore la salute, il benessere psicofisico di chi lavora dovrebbe riflettere molto su quello che si appresta a votare, se è favorevole all’abolizione dell’articolo 18 e non allargarlo anche agli altri lavoratori. Esiste anche la libertà di coscienza, che anzi, dovrebbe essere un obbligo morale, soprattutto da parte di chi ha preso i voti dei lavoratori, e non spiegando prima che andava a fare leggi per togliere loro i diritti acquisiti da oltre 40 anni. Dopo sei anni di monitoraggio e lavoro volontario e libero da ogni vincolo, sento una grande stanchezza. Stanco di lavorare senza ottenere nessun risultato come volontario tante ore al giorno, per far comprendere agli italiani questo fenomeno terribile, complesso e in crescita che sono le morti sul lavoro. Chiuderò questo osservatorio quest’anno, il 31 dicembre saranno sei anni completi di monitoraggio. Chiuderò l’Osservatorio per “Indifferenza”, è impossibile avere in questo paese una voce libera da qualsiasi vincolo, battersi contro interessi d’ogni tipo che ci sono anche su queste tragedie, e che coinvolge tutta la classe dirigente è peggio che scalare una montagna a piedi scalzi . Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.com.

Una strage infinita che non risveglia le coscienze di chi ci governa. sono 11 i lavoratori morti sui luoghi di lavoro il 22/23 settembre

Una strage infinita che non conosce soste, come l'indifferenza di chi ci sta governando fregandosene della vita di chi lavora. oltre ai 4 lavoratori morti per asfissia in provincia di Rovigo sono morti tre pescatori al largo di Trapani, un'intera famiglia distrutta: è morto il padre mentre i due figli sono dispersi ma ormai si cerca solo i loro corpi. Un istruttore di aeromobili è morto assieme al suo allievo sull'isola D'Elba a causa di un guasto al veicolo. Un addetto all'agricoltura è morto in provincia di Pavia. La crisi economica e morale di questo paese è anche questa. E cosa si fa per "addormentare" il Paese e sviarlo? Si cerca nell'articolo 18 il capro espiatorio per non individuare i colpevoli di queste carneficine che naturalmente sono da ricercarsi nella protezione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.

martedì 23 settembre 2014

Muore un pescatore di 60 anni a largo delle coste trapanesi, dispersi i suoi due figli Pietro e Daniele.

Trapani Un peschereccio mazarese è affondato a largo delle coste trapanesi, di fronte Petrosino. A bordo ci sarebbero state 5 persone e due di loro sarebbero state salvate. La guardia costiera sta cercando altri due dispersi. Un cadavere, invece, è stato recuperato da una motovedetta della Guardia Costiera a circa quattro miglia da Capo Feto. Di un pescatore è stato trovato il cadavere, si tratta di Vito Di Marco 60 anni, proprietario del natante. Dispersi i suoi due figli di 23 e 20 anni, Pietro e Daniele. Sarebbe già stato dimesso dall'ospedale di Marsala Giancarlo Esposito mentre il quinto uomo che era a bordo, Andrea Giacalone, 25 anni, è ancora ricoverato in rianimazione. Nei soccorsi ai naufraghi sono stati impegnati due elicotteri del soccorso aereo dell'Aeronautica militare, in collaborazione con un Atr 42 della Guardia Costiera, decollati dalla base aerea di Trapani Birgi e di Poggio Renatico.

Muore un lavoratore di 40 anni fulminato nel teramano, stava lavorando alla linea d'alta tensione per conto dell'ENEL

23 settembre 2014 Un operaio di 40 anni è morto folgorato da una scarica elettrica mentre stava lavorando su un cavo dell'alta tensione nell'area industriale di Castelnuovo Vomano, nel Castellalto. La vittima è stato soccorsa dai colleghi che hanno tentato di rianimarlo in attesa dell'arrivo dell' ambulanza del 118 ma la scarica elettrica che l'ha colpito è stata mortale. È morto mentre il medico provava a rianimarlo. La Procura di Teramo e l'ufficio provinciale del lavoro hanno aperto un'inchiesta. L'area è stata posta sotto sequestro. La squadra stava lavorando alla linea dell'alta tensione per conto dell'Enel, in un intervento fatto decine e decine di altre volte sempre in sicurezza. Qualcosa però non è andato per il verso giusto ed è probabile che il cinturone con gli attrezzi che l'uomo indossava alla vita possa aver fatto da conduttore della scossa.

Salvatore renna lavorava in nero

Riproponiamo la morte di Salvatore RENNA deceduto pochi giorni fa a Napoli. Salvatore Renna denuncia la FILLEA di Napoli lavorava in nero e prendeva 60/70 euro al giorno 20 settembre 2014 E' morto Salvatore renna di 41 anni. La tragedia nel cantiere della metropolitana di Piazza Municipio, a Napoli, dopo essere caduto da un'impalcatura posta all'altezza di venti metri. Quando l'ambulanza è arrivata sul posto, per l'uomo non c'era già niente da fare: i sanitari ne hanno constatato l'avvenuto decesso. Sull'episodio procedono i carabinieri. Aveva 41 anni ed era di Boscoreale l'operaio morto, in seguito a una caduta da un'impalcatura, all'interno della Stazione dell'Archeo-metrò di piazza Municipio, Linea 1, di Napoli. L'uomo si chiamava Salvatore Renna e, secondo una prima ricostruzione, era su di un'impalcatura posta a un'altezza di sei metri quando per cause ancora da accertare è precipitato sbattendo violentemente contro il suolo. La morte sarebbe stata istantanea. Tra gli accertamenti eseguiti dai carabinieri, anche quello sui turni di lavoro previsti nella giornata, prefestiva: c'è da chiarire, infatti, se la presenza degli operai fosse autorizzata. Al vaglio degli investigatori anche il rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro. Salvatore Renna era intento a intonacare una parete della galleria quando è precipitato al suolo. L'incidente è avvenuto intorno alle 17, come hanno accertato i militari sulla base delle testimonianze dei colleghi della vittima che hanno dato l'allarme avvertendo il 118.

Strage di Adria Di Marco Spezia

In merito alla ennesima strage di Adria valgono, purtroppo, considerazioni già fatte troppe volte. La strage deriva, come in molti altri casi simili, dalla mancata osservanza delle più elementari norme in materie di lavori in cisterna e in presenza di prodotti chimici pericolosi. Non c'è bisogno di ricercarle nel D.Lgs.81/08 o nel D.P.R.177/11 (spazi confinati). C'erano già nel D.P.R.547/55... Non andava inventato niente di nuovo. L'inosservanza delle norme avviene perché: - conviene economicamente alle aziende, a fronte di risparmio di costo del lavoro (appalti, subappalti), riduzione dei tempi di lavoro, mancata definizione, applicazione, controllo di procedure, mancato utilizzo di prodotti chimici meno pericolosi, ma più costosi, mancato acquisto di DPI, mancata erogazione della formazione; - la tutela della salute e sicurezza delle aziende è sempre di più vista non come un percorso tecnico che, partendo da analisi dei cicli lavorativi e da valutazione dei rischi, porti a misure concrete di prevenzione e protezione, ma come un “fare carta” (i famigerati Sistemi di Gestione...) con il solo obiettivo di deresponsabilizzare il management e colpevolizzare il lavoratore vittima (e quando si parla di “errore umano” non si fa altro che colpevolizzare il lavoratore...); - mancano o sono enormemente carenti strutture pubbliche di controllo dell’applicazione delle norme ed esse sono politicamente pilotate o limitate nelle loro possibilità di agire da forti interessi politici (i direttori delle ASL e delle ARPA sono eletti dai partiti...), collusi con gli interessi economici delle aziende pubbliche e private; - sono complici e colpevoli quei consulenti (ingegneri, medici, tecnici) pagati dalle aziende e che collaborano con loro non con la finalità di proteggere i lavoratori, ma di fare i biechi interessi dell’azienda (e quindi loro personale); - il ruolo degli RLS è sempre di più visto come l’adempimento formale di obblighi normativi eseguiti su carta, ma non nella sostanza, con ruolo di accondiscenda rispetto alle scelte aziendali; quei RLS che cercano di fare veramente battaglia sono combattuti dalle aziende che fanno il possibile per isolarli o allontanarli; - i sindacati, spesso collusi e complici delle aziende, (salve ormai qualche poca eccezione e sempre più spesso a livello personale piuttosto che di organizzazione) non fanno assolutamente niente per fermare la strage: a quando ad esempio uno sciopero generale contro la mancanza di salute e di sicurezza sui luoghi di lavoro; - la sempre maggiore precarietà del lavoro rende i lavoratori troppo succubi delle aziende e ricattabili per poter fare valere i propri diritti sul diritto al lavoro e al lavoro salubre e sicuro; - le sanzioni per le inosservanze delle norme sono ridicole (poche migliaia di euro nei casi peggiori), le pene detentive in caso di lesioni od omicidio sono parimenti non proporzionate alla gravità dei fatti, la rubricazione degli omicidi sul lavoro come omicidi colposi, vanifica del tutto ogni forma di deterrenza (quanti processi sono finiti in prescrizioni o con pene risibili, sospese in condizionale?). - manca cultura della salute e della sicurezza, manca informazioni, manca consapevolezza dei propri diritti, colpevoli di questo oltre le aziende (e ci mancherebbe...), anche sindacati, partiti, mezzi di informazione. Tutto questo crea le condizioni perché le aziende e i loro complici attuino di fatto la SOSPENSIONE DEL DIRITTO ALLA SALUTE E ALLA SICUREZZA dei lavoratori (come quello dei cittadini). NEI LUOGHI DI LAVORO SI VIVE ORMAI NELLA COSTANTE, ACCETTATA, CONSOLIDATA ILLEGALITA’! Ultima osservazione e anche autocritica. Smettiamo si parlare di morti di lavoro solo quando le stragi diventano “mediatiche”, come quella di Adria!!! Molto cinicamente osservo che con i morti di Adria siamo perfettamente “in media” (quattro morti accertati al giorno per infortunio sul lavoro). E allora perché meravigliarsi solo ora e tacere tutti gli altri giorni? Di morte sul lavoro e per il lavoro dobbiamo parlarne tutti i giorni, ma non solo per piangerli. Soprattutto per analizzarne in maniera critica le cause, come quelle sopra accennate, e cercare di portare battaglia (con le poche forze che ci restano) per ridurre o limitare (non dico certo eliminare) queste cause. La strage non finirà. Ma ogni lavoratore strappato alla morte, al’infortunio, alla malattia è già una vittoria.

LA RESA DI UN CITTADINO NORMALE CHE VOLEVA CON IL SUO LAVORO VOLONTARIO DARE UN CONTRIBUTO CONTRO LE MORTI SUL LAVORO

La tragedia di ieri ha messo in luce una verità banale e scontata. Che l’articolo 18 tutela anche la Sicurezza dei lavoratori. Del resto lo scrivo da anni che le morti sui luoghi di lavoro sono quasi tutti da ricercarsi in luoghi di lavoro dove non c’è la protezione di questo articolo di civiltà e dove non è presente il sindacato. La strage di Adria mette in luce i veri aspetti della posta in gioco. Un’azienda di soli 10 dipendenti, come quella dove si è verificata la tragedia, non ha l’articolo 18, di conseguenza non ha un rappresentante della Sicurezza, e non ha probabilmente nessun iscritto al sindacato e dov’è quasi impossibile fare un’assemblea per discutere dei problemi aziendali con un rappresentante dei lavoratori. Un camionista, che purtroppo è morto, è andato a versare direttamente in una vasca il contenuto della cisterna del camion contenente acido fosforico, mentre l’acido doveva andare in un silos a decantare. Com’è stato possibile? Di chi è la responsabilità? Ma davvero i lavoratori tramano contro la loro vita e volontariamente non rispettano le procedure di sicurezza che li tuteli? Un camionista ha deciso da solo di saltare le procedure o era una prassi abituale e perché non è stato fermato? La magistratura chiarirà. Se ci fosse stato presente un sindacato, se ci fosse stato un rappresentante sulla Sicurezza la tragedia ci sarebbe stata ugualmente? Io credo di no. Ed è per questo da cittadino “normale” , senza nessun interesse di nessun tipo, da anni mi sto battendo contro queste tragedie. I lavorati non hanno nessuna arma di difesa se non hanno protezioni adeguate come l’articolo 18 che evita gli “omicidi sul lavoro”. I dati raccolti dall’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro lo dimostrano inequivocabilmente. Le vittime calano in questi anni tra gli iscritti all’INAIL ma aumentano complessivamente. Siamo in questo momento a + 6,4% anche rispetto al 2008 e addirittura + 8,7% rispetto al 23 settembre del 2013. e ricordando anche che in questi anni la crisi ha fatto perdere milioni di posti di lavoro. Ho tempestato in questi anni di mail le forze politiche e la stampa, ma niente, salvo rare eccezioni a nessun interessa la vita di chi lavora. Voi pensate ad un politico, di qualsiasi schieramento e sappiate che è stato avvertito dell’andamento delle morti sul lavoro. Ma nessuno che si è mai degnato di rispondere e di chiedere di vedere “le carte”. E questo vale soprattutto per chi in questo momento ci sta governando. Il 28 febbraio 2014 ho mandato una mail a Renzi, Martina e Poletti avvertendoli dell’imminente strage di agricoltori che entro pochi giorni sarebbe ricominciata tra gli agricoltori che sarebbero morti in tantissimi schiacciati dal trattore. Io credo che in un paese civile e normale i ministri avrebbero risposto, perlomeno si sarebbero informati. Invece niente, il silenzio più totale. Da quel giorno ne sono morti così atrocemente 127. Bastava solo fare una campagna informativa e una “leggina” per far mettere in protezione le Cabine. Io credo che si dovrebbero vergognare. Ma tanto hanno dalla loro parte amministratori , stampa, televisioni, e giornalisti che non sanno neppure cosa vuol dire avere la schiena dritta. Ma forse non è neppure questo il motivo dell’indifferenza verso queste tragedie. La verità è ancora più banale, della vita di chi lavora a questa classe dirigente non importa niente. MI ARRENDO, BASTA SACRIFICI, BASTA STARE ORE ED ORE AL COMPUTER PER RACCOGLIERE DATI E DENUNCIARE. NON SERVE A NIENTE, CHI LAVORA E’ ORMAI SOLO MERCE E NEPPURE DELLA PIU’ PREGIATA. Carlo Soricelli curatore dell'osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

lunedì 22 settembre 2014

UN'ALTRA MORTE COLLETTIVA PERDONO LA VITA 4 LAVORATORI IN PROVINCIA DI ROVIGO. EROI DUE DI QUESTI LAVORATORI CHE SONO MORTI PER SOCCORRERE GLI ALTRI.

ROVIGO 22 SETTEMBRE 2014 Sale a 4 i numero di lavoratori morti nel'esplosione di una cisterna a Adria. Nicolò Bellato di 28 anni, Paolo Valesella di 53 , Marco Berti di 47 e Giuseppe Valdan di 47. Anche in questo caso c'è stata una grande prova di generosità e altruismo da parte di due lavoratori che sono morti per cercare di soccorre gli altri. La tragedia nella ditta che si occupa del trattamento dei rifiuti speciali, la Co.Im.Po .I lavoratori sono morti a causa delle inalazioni di acido solforico causato dallo scoppio di una cisterna. I vigili del fuoco, dopo aver bonificato il luogo dello scoppio della cisterna, hanno recuperato il corpo di un quarto operaio. Restano invece stabili, e gravi, le condizioni di un altro lavoratore trasportato in ospedale. Gli operai morti avrebbero tentato di soccorrere un compagno di lavoro che si era sentito male per primo, e che poi è deceduto, dopo uno sversamento di acido solforico avvenuto mentre stava pulendo un'autocisterna. Sarà aperto un fascicolo dalla procura della Repubblica di Rovigo. Le indagini, che dovranno stabilire la dinamica e le cause esatte della tragedia, sono coordinate dal sostituto procuratore di turno. ANCHE IN QUESTO CASO SI DIMOSTRA QUANTO SIA CARENTE LA SICUREZZA DEI LAVORATORI NEL NOSTRO PAESE. E CON L'ABOLIZIONE DELL'ARTICOLO 18 SARA' COMPLETATO QUESTO MISFATTO. TUTTI I DATI RACCOLTI IN QUESTI ANNI DIMOSTRANO CHE I LAVORI, SEMPRE PIU' PRECARI PROVOCANO SEMPRE PIU' MORTI TRA I LAVORATORI.

domenica 21 settembre 2014

Altri due morti sui luoghi di lavoro a Napoli e in Provincia di Potenza

Potenza 20 settembre 2014 E' morto Vincenzo Caputo, 42 anni. Artigiano e titolare dell'impresa Tecnoedil 2000. la tragedia è avvenuto in mattinata. Caputo è stato trasportato d'urgenza all'ospedale San Carlo di Potenza, ma a nulla è servito l'intervento dei sanitari. Stando ai primi accertamenti, era su una piattaforma aerea per dei lavori di ristrutturazione di un vecchio edificio diroccato a Rivello. Il crollo di alcune pietre lo avrebbe fatto precipitare dall'alto. Sull'incidente indagano i carabinieri. I Napoli 20 settebre 2014 E' morto Salvatore Renna un operaio di 41 anni. renna è morto per un incidente sul lavoro avvenuto nel cantiere della metropolitana di Piazza Municipio, a Napoli, dopo essere caduto da un'impalcatura posta all'altezza di venti metri mnetre intonacava una parete. Quando i sanitari sono arrivati sul posto per renna non c'era più niente da fare. Sull'episodio procedono i carabinieri. Tra gli accertamenti eseguiti dai carabinieri, anche quello sui turni di lavoro previsti nella giornata, prefestiva: c'è da chiarire, infatti, se la presenza degli operai fosse autorizzata. Al vaglio degli investigatori anche il rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro. Salvatore Renna era intento a intonacare una parete della galleria quando è precipitato al suolo. L'incidente è avvenuto intorno alle 17, come hanno accertato i militari sulla base delle testimonianze dei colleghi della vittima che hanno dato l'allarme avvertendo il 118.

martedì 16 settembre 2014

Una grande tragedia anche familiare quella della morte di Enrico Pezzanera. Il figlio nel manovrare un macchinario uccide il padre

Terni 16 settembre 2014 E' morto Enrico Pezzanera di 62 anni-La tragedia questa mattina nel centro di finitura dell’Ast di Terni, in strada dei Confini, a qualche chilometro dalle sede principale dell’acciaieria ternana. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri, Pezzanera, insieme al figlio, stava svolgendo dei lavori di movimentazione di materiali ferrosi per conto di una ditta esterna addetta allo stoccaggio. Il figlio sempre secondo una prima ricostruzione - sarebbe stato alla guida di un macchinario che, per cause in corso di accertamento, avrebbe colpito, con uno dei suoi bracci metallici, il padre, che era a terra, schiacciandolo contro un muretto e decapitandolo. Dopo il terribile incidente i sindacati hanno proclamato lo sciopero per l’intera giornata per tutto il sito dell’Ast e le ditte terze. L’astensione dal lavoro, che garantirà comunque la messa in sicurezza degli impianti, comprenderà anche i lavoratori del turno di notte. L’attività produttiva riprenderà alle 6 di domani. In una nota Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl esprimono «massima solidarietà e vicinanza alla famiglia coinvolta» e ribadiscono che «i temi della salute e sicurezza dei lavoratori non possono essere di secondaria importanza all’interno del mondo del lavoro». I sindacati si devono finalmente fare carico anche dei lavoratori che lavorano nelle ditte appaltatrici e chiedere alle aziende di appaltare i lavori solo se queste hanno i requisiti necessari e di Scurezza per svolgere un determinato lavoro. A morire nelle grandi aziende non sono i dipendenti ma soprattutto quelli di queste ditte che appaltano il lavoro.

lunedì 15 settembre 2014

Muore per infortuni sul lavoro a 87 anni alle acciaierie Valbruna

VICENZA. Muore a 87 anni lavorando. E' sconcertante la morte di VALERIO SARDO di 87 anni. Dipendente delle Acciaierie Valbruna è morto questa mattina in un incidente sul lavoro. L'anziano è stato travolto da un muletto. Con l'azienda, dopo la pensione, aveva firmato un contratto di consulenza. ORE 12.28 I SINDACATI BLOCCANO LA PRODUZIONE nello stabilimento Valbruna. Dopo l'incidente mortale di questa mattina i sindacati sono intervenuti bloccando la produzione ( ma non si scandalizzano vedere che a 87 anni sta ancora lavorando?). Questo il testo del comunicato ufficiale con il quale si comunica la decisione: " Un incidente sul lavoro dall'esito mortale è avvenuto oggi nello stabilimento Valbruna di Vicenza. Un sinistro che ha portato un lutto in un luogo di lavoro, ad una famiglia che vive sul nostro territorio e alla comunità vicentina. A fronte di questa tragedia le RSU assieme alle Organizzazioni sindacali dei metalmeccanici di Cgil Cisl e Uil ovvero FIOM-FIM-UILM, hanno deciso di bloccare lo stabilimento fino a domani. Pertanto i rappresentanti sindacali stanno in questi minuti comunicando la fermata immediata del lavoro in Valbruna. I rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza stanno verificando la dinamica dell'incidente parallelamente all'intervento delle autorità giudiziarie e sanitarie.

domenica 14 settembre 2014

Un altro agricoltore schiacciato dal trattore in Emilia Romagna

Ravenna 14 settembre 2014 - È morto M.B schiacciato dal trattore. questa regione si distingue per il disinteresse che ha per la vita di chi lavoro. E' quella che ha più morti sui luoghi di lavoro in rapporto al numero di abitanti e il primato anche tra gli agricoltori morti schiacciati dal trattore. A novembre andremo a votare e terremo conto anche di questa indifferenza. Solo verso la mezzanotte hanno trovato il trattore che si era ribaltato dentro un fosso con dentro schiacciato il povero agricoltore. Per fortuna che in Emilia Romagna c'è ancora un sindacato molto forte che almeno dov'è presente le morti sono pochissime. Ma dove non arriva il sindacato dovrebbero essere le istituzioni anche locali per la prevenzione e l'informazione. Ma hanno altro a cui pensare: come rispondere del loro operato alla magistratura. E' la regione che amo e in cui sono cresciuto, ma che delusione ci ci governa

sabato 13 settembre 2014

Mail aperta Michele Serra

Un orso ucciso merita più attenzione che la morte di centinaia di lavoratori che muoiono per infortuni sul lavoro... di Carlo Soricelli Egr. Sig Michele Serra commovente quello che ha scritto per l’orsa uccisa su Repubblica di oggi, ma forse se un po’ di commozione lei e tutti quei politici ridicoli che hanno fatto una cagnara tremenda per questo fatto di cronaca, la metteste per i lavoratori che muoiono numerosissimi, e come non mai da quando il suo “amato” Renzi è al governo del paese, forse sarebbe meglio. Il giorno 28 febbraio come curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro ho mandato a Renzi, Poletti e Martina una mail spiegando loro che in base ai dati e alle statistiche raccolte nel corso degli anni, entro pochi giorni sarebbe ricominciata la strage di agricoltori schiacciati dal trattore. Ma siccome voi casta (ne fa parte anche lei a pieno titolo) di chi lavoro poco interessa, non è stato fatto niente (anche lei riceve di continuo le mie mail su queste tragedie). Per questi agricoltori schiacciati dal trattore. No selfie, no cinquettii, no un secchio d’acqua in testa o un gelato mangiato. Bastava fare una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo e non tenere impegnato il parlamento per mesi, non per puttanate come un’assurda modifica del senato, ma in cose serie quali incentivare la protezione delle cabine. Da quel giorno di agricoltori schiacciati dal trattore ne sono morti 114 e 124 dall’inizio dell’anno. Forse se recuperate un po’ di umanità e vi ricominciaste ad occupare di cosa serie sarebbe meglio. E questo riguarda politici, giornalisti, industriali, sindacalisti, dirigenti dello Stato ecc. E preciso che io con le mie opere di pittura e scultura mi occupavo di ecologia quando lei si divertiva a Bologna con Cuore. Quindi grande dispiacere per l’orsa uccisa, ma credo che anche i lavoratori che muoiono sul lavoro meritano un po’ d’attenzione. Per piacere, anzi la prego, si occupi finalmente della vita di chi lavora. Carlo Soricelli curatore dell’osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro Tra il 10 e 11 settembre sono morti sui luoghi di lavoro altri 8 lavoratori, dall’inizio dell’anno 450 sui luoghi di lavoro e oltre 900 se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere. La gara si sta facendo avvincente per il primato sulle morti sul lavoro nelle regioni e province italiane. E’ la Lombardia con 48 morti che detiene il primato e ormai sembra irraggiungibile dalle altre regioni. Il suo vantaggio è anche dovuto al numero di abitanti che è il doppio di qualsiasi altra regione italiana. Ma è l’Emilia Romagna con 39 morti orgogliosamente prima con il Veneto in rapporto al numero di abitanti. l’unico parametro valido per queste statistiche. Ma seguono con un breve distacco il Piemonte con 37 e il Lazio con 36. Se poi guardiamo le singole province è in questo momento Torino e Roma con 15 morti, Ma è la provincia piemontese, dimenticandosi della tragedia della ThysssenKrupp dove morirono 7 operai nel 2007 e che ha tra i deputati un sopravvissuto di quella tragedia che ha ripreso spedita la testa della classifica assieme a Roma che quest’anno sembra voglia competere per la prima posizione, seguono Bolzano che anche quest’anno è ai vertici con 12 morti, inseguono Bari con 11 e Cuneo, Verona e Palermo con 10. Salerno con 9 morti sembra ormai tagliata fuori per le prime posizioni. Una gara avvincente anche per merito di questo governo che si occupa di tutto, ma non della vita di chi lavora. A Renzi Poletti e Martina va un particolare riconoscimento, avvertiti il 28 febbraio dell’imminente strage di agricoltori schiacciati dal trattore dall'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro che sarebbe ricominciata a breve non hanno trovato il tempo di fare un selfie, un cinquettio e neppure di mangiare un gelato o di tirarsi addosso un secchio d’acqua gelata per sensibilizzare queste categorie e fare qualche "leggina" in parlamento. Da quel giorno sono morti 124 agricoltori schiacciati dal trattore. Gli italiani che conservano ancora un po’ di umanità li ringraziano. Di sicuro sono loro a vincere la gara della vacuità e insensibilità per chi lavora.

venerdì 12 settembre 2014

Altri due lavoratori morti per infortuni sul lavoro e un altro si è suicidato decapitandosi dopo aver perso il lavoro. Una fine orribile

Terni, 12 settembre 2014 - E' morto Giorgio Piersanti di 50 anni. Piersanti era titolare di una ditta specializzata in potature e lavori di giardinaggio questa mattina dopo essere caduto da una decina di metri mentre stava tagliando un albero in una villa di Collepaese. La vittima si trovava all'interno di un cestello collegato, tramite una braccio meccanico, ad una piattaforma. Per cause in corso di accertamento si e' ribaltata. Pisa, 12 settembre 2014 E' morto daniele Folletti di 61 anni. La tragedia è avvenuta nel primo pomeriggio mentre stava facendo dei lavori per la Welcome Italia, azienda che aprirà nel prossimo anno. Secondo una prima ricostruzione dei fatti Folletti, piccolo imprenditore nel settore d'impianti di condizionamento, sarebbe rimasto schiacciato da un bancale all'interno di un cantiere nella zona industriale. Inutili tutti i tentativi di soccorso da parte degli addetti del 118. Non possiamo inserirlo tra le morti per infortuni , ma non possiamo rimanere sconvolti per la morte orrenda di un autista 43enne di Concesio, padre di figli, che giovedì mattina è stato ritrovato morto decapitato all'interno di un capannone della ditta di Castegnato . Un suicidio terrificante. Già in serata, i carabinieri avevano escluso la responsabilità di persone terze. A dare l'allarme di quanto accaduto - erano le 8 e 46 - è stato un collega dell'uomo. I medici del 118 si sono trovati davanti una scena da film horror. La testa mozzata, il corpo immerso in una pozza di sangue a fianco della cesoia utilizzata per tagliare i metalli.

giovedì 11 settembre 2014

Altri 5 morti sui luoghi di lavoro in 2 giorni. le tragedie nelle province di Bari, Torino, Cosenza, Venezia e Cagliari

Cagliari E' morto Giampaolo Mattutzu, di 58 anni schiacciato contro una parete da un macchinario elettrico ed è morto dopo poche ore all'ospedale. La tragedia all'interno di un villaggio turistico a Costa Rei sul versante sud orientale della Sardegna ed è morto alcune ore dopo in ospedale. Secondo una prima ricostruzione dell'accaduto, effettuata dai carabinieri della Compagnia di San Vito Mattutzu stava effettuando alcuni lavori quando è stato travolto da una macchina elettrica rimanendo incastrato tra il mezzo e la parete Sul posto è subito arrivata un'ambulanza del 118 che ha trasportato l'operaio in ospedale. Purtroppo ogni tentativo dei medici di tenerlo in vita si è rivelato inutile. I carabinieri hanno sequestrato la macchina e sentito numerosi testimoni per ricostruire la tragedia

mercoledì 10 settembre 2014

Cade da un tetto un lavoratore barese

(BARI), 10 SET E' morto un muratore di 58 anni a Gioia del Colle- Da quanto trapela lavorava per una ditta individuale senza avere un contratto di lavoro (in nero?). La vittima e' morta per le lesioni riportare in seguito ad una caduta dal tetto di una casa in fase di ristrutturazione., Dai primi accertamenti dei carabinieri, l'edile e' precipitato da un'altezza di circa 8 metri. Sul posto militari dell'Arma, soccorritori del 118 e personale dello Spesal.

martedì 9 settembre 2014

Il silenzio assassino della politica

Un altro agricoltore è morto schiacciato dal trattore, questa volta la tragedia ha coinvolto un 64 enne della provincia di Parma, si tratta di Augusto Farinotti che purtroppo non ha avuto scampo come gli altri 123 agricoltori morti così tragicamente dall'inizio dell'anno e 113 da quando il 28 febbraio abbiamo mandato una mail a Renzi, Martina e Poletti avvertendoli che entro pochi giorni sarebbe ricominciata la strage,chiedendo loro di fare una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo e di proporre in parlamento una "leggina" per far mettere in sicurezza i trattori. Naturalmente senza che loro e i compagni di spargimento di sangue innocente del parlamento abbiano fato niente. Bastrebbe poco, solo un pò di buona volontà da parte loro per dimezzare le morti. ma niente. VERGOGNATEVI

lunedì 8 settembre 2014

Tragica fine di un operaio di 56 anni colpito da una cisterna che gli è cadutoa sulla testa

Vicenza 7 settembre Tragica morte sul lavoro di un operaio DI 56 anni a Sovizzo. La tragedia presso la ditta Righetto Serbatoi di Altavilla. Al povero operaio gli cade una cisterna in testa. I soccorsi sono giunti immediatamente e hanno trasportato il saldatore all'ospedale di Vicenza. Ma niente da fare, purtroppo. La vittima è morta lasciando moglie e una figlia.

Sette lavoratori morti nelle ultime 48 ore ore

Sono 7 i lavoratori morti negli ultimi due giorni. In Provincia di Pordenone, di Lucca, di Vicenza, di Massa Carrara e di Foggia, Rovigo e in Svizzera di un giovane italiano. le morti in diversi comparti, per approfondimenti chiedere a carlo.soricelli@gmail.com

sabato 6 settembre 2014

Altri due morti sui luoghi di lavoro anche oggi

Anche oggi dobbiamo registrare altri due morti sul lavoro. Un giovane calabrese ventiquattrenne di Vibo Valentia è morto in Svizzera colpito alla testa da un carico caduto da una gru in un cantiere,. A Massa Carrara un giovane albanese di 32 anni è morto cadendo con il camion, che non conduceva, in una scarpata. La vittima era come capita spesso e chissà perchè al suo primo giorno di lavoro...Ma se era il suo primo giorno di lavoro in regola lo vrificherà la magistratura

giovedì 4 settembre 2014

Anche oggi sono morti due lavoratori: all'ILVA di Taranto e a Voghera

Pavia 4 settembre 2014 E' morto Danilo Pellegrini di 54 anni. Pellegrini è morto è morto questa notte all'ospedale Niguarda di Milano.la vittima lavorava in un'azienda agricola grazie al sistema di pagamento in voucher lavoro (non era quindi formalmente assunto). sembra che Pellegrini sia caduto da un'altezza di diversi metri. Era stato portato in ospedale dove le sue condizioni sono peggiorate fino alla morte, arrivata nella notte. Sul suo corpo è stata disposta l'autopsia, i tecnici dell'Asl indagano sull'incidente per stabilire eventuali responsabilità civili e penali. TARANTO, 4 settembre 2014 E' morto un operaio di 54 anni, Angelo Iodice, lavoratore dipendente di una ditta appaltatrice dell'ILVA. La tragedia questa mattina travolto sui binari da un mezzo meccanico nello stabilimento siderurgico di Taranto. A quanto si è appreso, il lavoratore era impegnato in attività di manutenzione nell'area dell'Acciaieria 1 dove nei giorni scorsi si era verificato uno sversamento di ghisa, quando è stato travolto sui binari da un mezzo meccanico guidato da un altro operaio.

mercoledì 3 settembre 2014

Due morti sul lavoro in Puglia

3 settembre 2014 Due lavoratori sono morti in Puglia per infortuni sul lavoro. Le tragedie nella provincia di Barletta-Adria e Bari (BAT) e riguarda un muratore di 62 anni che è caduto da una scala battendo la testa, la seconda vittima è morta dopo 3 mesi d'agonia dopo essere caduta da un camion in un frantoio. Aveva solo 33 anni.

martedì 2 settembre 2014

Muore agricoltore di 50 anni cadendo da un covone di fieno

palermo 2 settembre 2014 E' morto Giuseppe Puglisi, un agricoltore di 50 anni caduto da un'altezza di 3 metri mentre sistemava un covone di fieno. Purtroppo la caduta gli è stata fatale

E' morto Daniele Indovino schiacciato da una pressa a soli 27 anni in un'officina meccanica in provincia di Novara

Novara 1 settembre 2014 E' morto in modo atroce a soli 27 anni Daniele Indovino. la tragedia a Borgomanero, all'interno della Tranceria Magarini, che produce imballaggi in plastica e dove lavorano 15 dipendenti. Il giovane stava pulendo una pressa quando all'improvviso il macchinario è partito colpendolo alla testa e alle spalle. I colleghi hanno cercato di soccorrerlo ma non c'era più nulla da fare. I tecnici dello Spresal e i carabinieri indagano per accertare la dinamica e le cause dell'incidente.

lunedì 1 settembre 2014

E' un vigile del fuoco altoatesino l'ultimo morto sul lavoro in questo agosto di sangue

Si chiude con un Vigile del Fuoco morto in provincia di Bolzano questo agosto di sangue che ha visto morire sui luoghi di lavoro sessanta lavoratori e altrettanti sulle strade La tragedia a Campodazzo, in Alto Adige, un vigile del fuoco volontario altoatesino di 39 anni è morto travolto da una frana di fango a seguito di uno smottamento che si era verificato sulla statale 12. La frana è stata causata dal diluvio che si è abbattuto domenica sera in provincia di Bolzano. Estratto ancora vivo dai compagni, è deceduto poco dopo a seguiti delle gravi lesioni.

Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2


Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp
morti nel 2007 a Torino scritta due giorni questa tragedia

Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al

https://youtu.be/9cJbdjQQ7YQhttps://www.raiplay.it/video/2022/05/Via-Delle-Storie-Carlo-Soricelli-l-artista-delle-morti-infinite-sul-lavoro-0cd0bfa2-df0a-4fbc-b70a-3bdba7d7ca51.html

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli

1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati

2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza

3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica

4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere

5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro

6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)

7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi

8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni

9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.

10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.

11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.

12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori

13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.

14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.

15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.

16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.

L'Osservatorio a Storie Vere di RAI 1

Quando il lavoro uccide?