morti sul lavoro al 25 marzo 2024

OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO Il primo osservatorio nato in Italia (e ancora l’unico) che monitora e registra tutti i morti sul lavoro in Italia dal 1° gennaio 2008, anche quelli che non dispongono di un’Assicurazione o che ne hanno una diversa da INAIL Attivo dal 1° gennaio 2008 Una voce fuori dal coro minimalista su queste tragedie Morti sul lavoro nel 2024 al 28 marzo Dall’inizio dell’anno sono morti per infortuni in 246 per infortuni sui Luoghi di lavoro (tutti registrati) e 313 se si aggiungono i morti in itinere e sulle strade L’unico osservatorio che monitora da 17 anni i morti sul lavoro, compresi i non assicurati a INAIL e i lavoratori in nero, nelle province ci sono i morti monitorati dall’Osservatorio, tra parentesi nelle regioni i morti con itinere e in altri ambiti lavorativi. Per noi chiunque muore mentre svolge un lavoro è considerato un morto sul lavoro Nel 2023 i lavoratori morti per infortuni sono stati 1485, 986 di questi sui Luoghi di lavoro gli altri sulle strade e in itinere, soprattutto in agricoltura e in edilizia Aperto da Carlo Soricelli per non dimenticare i sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti poche settimane prima. Da 17 anni i morti sui luoghi di lavoro sono tutti registrati in apposite tabelle Excel con l’indicazione di data del decesso, provincia e regione della tragedia, identità della vittima, età, professione, nazionalità e cenni sull’infortunio mortale. dall’assicurazione che ha o se non l’ha affatto (lavoro in nero) o agricoltore anziano. Dal 1° gennaio 2008, anno di apertura dell’Osservatorio al 31 dicembre 2023, sono morti complessivamente 21050 lavoratori, di questi 10474 per infortuni sui luoghi di lavoro (tutti registrati in tabelle excel ). ma purtroppo sulle strade e in itinere sfuggono comunque diversi lavoratori Le ore impiegate in questi 15 anni di monitoraggio con lavoro volontario sono state oltre 30000. Continuano ad alterare la percezione del fenomeno con dati parziali e assurdi anche nel 2023 con “indici occupazionali” quando il 30% dei morti non ha nessuna assicurazione o hanno un’assicurazione diversa da INAIL che diffonde solo i propri morti che in diversi copiano. MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE REGIONI E PROVINCE ESCLUSO ITINERE. Aggiunti nella Regione i morti sulle autostrade regionali, tra parentesi i morti nelle Regioni compresivi di itinere. N.B i morti sono segnalati nelle province e regioni dove c’è stata la tragedia LOMBARDIA 28 (42) Milano 4, Bergamo 2 Brescia 10 Como 1 Cremona 2 Lecco 1 Lodi Mantova 2 Monza Brianza 2 Pavia 2 Sondrio 1 Varese 2 CAMPANIA 22 (28) Napoli 8, Avellino 4 Benevento , Caserta 6 Salerno 3 TOSCANA 21 (28) Firenze 8Arezzo 1 Grosseto Livorno, Lucca 1, Massa Carrara 1 Pisa‎ 4 Pistoia Siena 1 Prato 3 EMILIA ROMAGNA 22 (24) Bologna 5 Rimini 1 Ferrara 3 Forlì Cesena 3 Modena 3 Parma 3 Ravenna Reggio Emilia 3 Piacenza SICILIA 16 (23) Palermo 6 Agrigento Caltanissetta Catania 2 Enna Messina 4 Ragusa Siracusa 1 Trapani‎ 2 VENETO 15 (20) Venezia 2 Belluno 1 Padova‎ Rovigo Treviso 4 Verona 4 Vicenza 4 TRENTINO ALTO ADIGE 13 (17) Bolzano 6 Trento 6 PIEMONTE 12 (17) Torino 4 Alessandria 1 (+1 cantiere autostradale) Asti 1 Biella Cuneo 2 Novara 2 Verbano-Cusio-Ossola Vercelli 1 LAZIO 14 (19) Roma 5 Viterbo 2 Frosinone 4 Latina 1 Rieti PUGLIA 14 (18) Bari 3, BAT 1 Brindisi 3 Foggia 3 Lecce 3 Taranto 1 SARDEGNA 9 (13) Cagliari 2 Sud Sardegna 1 Nuoro1 Oristano 1 Sassari 4 ABRUZZO 10 (14) L'Aquila 2 Chieti 3 Pescara Teramo 2 Ascoli Piceno 2 MARCHE 7 (9) Ancona 2 Macerata 3 Fermo 1 Pesaro-Urbino 1 FRIULI VENEZIA GIULIA 6 (8) Pordenone 3 Triste 1 Udine 1 Gorizia LIGURIA 5 (6) Genova 1 Imperia 2 La Spezia Savona 1 UMBRIA 5 (7) Perugia 5 Terni CALABRIA 4 Catanzaro 1 Cosenza 2 Crotone Reggio Calabria 1 Vibo Valentia BASILICATA 3 (4) Potenza 2 Matera 1 Molise 1 Campobasso 1 Isernia VALLE D’AOSTA 1 I morti sulle strade. I morti sul lavoro sono segnati nella provincia dove è avvenuto l’infortunio mortale e non in quella di residenza. Nelle province non sono segnati i morti in autostrada avvenuti nella Regione Curatore Carlo Soricelli, metalmeccanico in pensione e artista sociale da oltre 50 anni Per contatti carlo.soricelli@gmail.com https://www.facebook.com/carlo.soricelli https://www.facebook.com/osservatorioindipendente/ https://www.instagram.com/pittorepranico/channel/?hl=it su Twitter @pittorecarlosor 23 gli schiacciati dal trattore 24 morti gli autotrasportatori, altrettanti morti tra gli automobilisti (molti lavorano sulle strade essendo Agenti di Commercio) e i passeggeri (non inseriti tra i morti sul lavoro) che hanno la sventura di incrociarli o di essere a bordo, spesso gli incidenti sono provocati da stanchezza e malori alla guida 34 gli operai/e, morti di fatica impiegati/e, agricoltori/e, braccianti, autotrasportatori ecc. morti per fatica e malori sui luoghi di lavoro: nel 2023 a luglio e agosto una strage per il caldo e per le condizioni in cui lavoravano soprattutto nei cantieri e sui campi 34 i morti in infortuni domestici tra questi 3 bambini (ovviamente non inseriti tra i morti per infortuni) 13 i taglialegna morti travolti dall’albero che tagliavano Complessivi morti sui luoghi di lavoro dal 2019 3869 morti Attenzione se si contano tutti anche i morti in itinere e in altri ambiti lavorativi in questi ultimi 6 anni completi e sommati come fa INAIL si arriva a contarne 5285

grafico 15 anni

grafico 15 anni
Morti sul lavoro al 10 marzo del 2024 comparati con gli ultimi 5 anni e con l'anno di apertura dell'Osservatorio....e parlano di cali

Le province nel 2023

Le province nel 2023
guarda la situazione della tua provincia Morti sui luoghi di lavoro nelle province nel 2023 dalla più virtuale Livorno, a Rieti la peggiore

Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"

Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza- non è il bianco della purezza- non è il bianco candido di una nevicata in montagna- E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto- occhi spalancati dal terrore- dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che toglie ogni speranza- l’attimo di una caduta da diversi metri- dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni- del trattore senza protezioni che sta schiacciando- dell’impatto sulla strada verso il lavoro- del frastuono dell’esplosione che lacera la carne- di una scarica elettrica che secca il cervello. E’ un bianco che copre le nostre coscienze- e il corpo martoriato di un lavoratore. E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso. di una vita che si spegne lontana dagli affetti. di lacrime e disperazione per chi rimane. Anche quest’anno oltre mille morti- vite coperte da un lenzuolo bianco. Bianco ipocrita che copre sangue rosso- e il nero sporco di una democrazia per pochi. Vite perse per pochi euro al mese- da chi è spesso solo moderno schiavo. Carlo Soricelli

Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier

Carlo Soricelli attività artistica

Carlo Soricelli Metalmeccanico in pensione. Pittore-scultore. Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento nel 1949, ed all'età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. Nella tarda adolescenza Soricelli comincia a produrre i primi quadri in cui si nota un forte interesse per le problematiche legate all'ecologia ed una grande attrazione nei confronti della natura; lo si vede negli animali che ripropone spesso e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. Fin d'allora l'arte di Soricelli è di denuncia nei confronti di una società che sta progredendo alle spese dell'equilibrio ambientale e della giustizia sociale. Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell'emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori ed operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi ed abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c'è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. Questa pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell'arte Naïve, quella di grandi come Ligabue, Covili, Ghizzardi. Infatti, a partire dall'84, Soricelli inizia ad esporre alla Rassegna di Arti Naïves ospitata presso il Museo Nazionale "Cesare Zavattini" di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti tra cui il titolo di Maestro d'arte. All'inizio degli anni Ottanta l'artista bolognese realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio; è del 1985 “Il Consumista”, scultura emblematica in cui una creatura umana mostruosa, vestita di ritagli di spot e slogan pubblicitari, sta divorando se stesso ed ancora, del 1989, Il Comunicatore, ironica e brutale visione Orwelliana. Già dai primi anni Ottanta Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo; l'angelo è l'escluso, prima schiacciato e deformato, ora alleggerito da un paio d'ali che garantiscono una dignitosa speranza, non tanto con l'intento di avvicinare al sovrannaturale, ma al contrario per riportare l'esistenza ad un'unica dimensione Umana. Da vent’anni Soricelli sta lavorando a quella da lui definita Pittura Pranica, che consiste nella visualizzazione dell'energia comune a tutti gli esseri viventi allo scopo di produrre effetti terapeutici per mente e corpo dell’osservatore La prima opera pranica del 1996 Soricelli si ritrae nelle vesti di cavaliere pranico, è stata acquistata dal Museo Zavattini. Soricelli espone dal 1976 con circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell'Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d'Accursio a Bologna nel 1996. Ha esposto con prestigiose mostre in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. E' presente in numerose collezioni pubbliche e private ed è presente in diversi musei. Da 15 anni ha aperto a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna, una casa museo delle sue opere, visitabile al pubblico su appuntamento. Una stanza è stata dedicata alla pittura pranica e qui nel silenzio chi vuole può gratuitamente sottoporsi all’esperimento di autoguarigione attraverso la visione delle opere praniche. Da qualche anno ha ripreso a creare opere che faceva già dagli anni ottanta con materiali di scarto della nostra società, trovati sulle strade come per esempio mozziconi di sigarette e copricerchioni, di fianco a bidoni della spazzatura, macerie di vecchie case ecc. Ha chiamato questo filone d’arte “Rifiutismo”. Nel 1997 ha pubblicato un libro dal titolo “Maruchèin”, con prefazione di Pupi Avati, in cui ha raccontato le sue esperienze di bambino meridionale emigrato al Nord negli anni Cinquanta. Nel 2001 ha pubblicato il suo secondo libro “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone. Il terzo “Pensieri liberi e sfusi”, il quarto “La classe operaia è andata all’inferno”, il quinto ”Terramare” e il sesto “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”. Il sesto Pensieri Liberi e Sfusi, il settimo un libro di poesie “Canti Aionici”. E' l'ideatore e curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ . Attivo dal 1° gennaio 2008 in ricordo dei sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti tragicamente poche settimane prima. E' il primo osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro nato in Italia ed è formato solo da volontari diventando punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie.

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venerdì 1 luglio 2016

Report morti sul lavoro nei primi sei mesi del 2016



Report morti sul lavoro nei primi sei mesi del 2016.
Sono 300 i morti sui luoghi di lavoro nei primi sei mesi del 2016. Lo stesso numero di morti che avevamo sui LUOGHI DI LAVORO, il 30 giugno il 30 giugno del 2014. Lo stesso giorno del 2015 erano 302, un calo favoloso dello 0.7%. Questo mese c’è stata un’autentica carneficina di agricoltori schiacciati dal trattore. Sono stati 30, due anche nell’ultimo giorno del mese. La strage c’è stata anche tra i lavoratori dell’edilizia, ben 4 negli ultimi tre giorni. I morti sui LUOGHI DI LAVORO in queste due categorie sono stati il 56% sul totale. Teniamo presente che stiamo parlando solo dei morti sul posto di lavoro, se a questi aggiungiamo i morti sulle strade e in itinere le vittime sul lavoro in totale più che raddoppiano. Si alza sempre di più l’età di chi muore per infortuni sul lavoro a causa della legge Fornero e di chi l’ha votata. Obbligare a far svolgere lavori pericolosi per se e per gli altri, si può dire che è stata una legge indecente per non dire di peggio? Che è stato criminale non tenere per nulla conto della vita di chi lavora, e neppure della Sicurezza dei cittadini e degli automobilisti, se a lavorare in tarda età è un guidatore di un Tir? Se qualcuno vuole mi denunci pure, chi come me monitora i morti sul lavoro e registra queste tragedie da ormai 10 anni rimane allibito per la leggerezza con cui è stata fatta e approvata questa legge vergognosa e a favore dei più forti, che non si è fermata neppure davanti alla vita e alla sofferenza di lavoratori costretti a svolgere lavori pericolosi, stressanti e faticosi quasi fino a settant’anni. E questo riguarda anche tantissimi artigiani che muoiono numerosissimi in tarda età. Li vedi con le mani gonfie, con la schiena dolorante, con riflessi poco pronti. Insomma come definire questo autentico calvario a cui sono sottoposti questi lavoratori? E poi con la tecnologia che c’è ora com’è possibile che si assiste a giugno alla morte di un agricoltore al giorno, schiacciato dal trattore senza che nessuno in Parlamento alzi la voce per questa carneficina. Sono 66 dall’inizio dell’anno e 352 da quando si è insediato il Governo Renzi. Nessuno della minoranza PD e dell’opposizione ha niente da dire e questo solo perché il Ministro Martina delle Politiche Agricole appartiene a questa minoranza? E’ solo “ammoina” quella a cui assistiamo ogni giorno in Parlamento per problematiche che ai cittadini e lavoratori non gliene può fregare di meno? Povero nostro Paese come sei ridotto con questa classe dirigente. Un autentico e importante calo delle morti c’è stato nella Regione Lombardia nei primi sei mesi di quest’anno, nessuno è più lontano di me dalla Lega, contro il razzismo di noi meridionali ci ho anche scritto anche un libro vent’anni fa “Maruchein” (terrone) abitavo in Via del Carroccio. Ma non sono cieco e prevenuto su queste tragedie. Se il risultato che sta ottenendo la Lombardia non è frutto della casualità, come è capitato per altre importanti regioni, ma di un lavoro fatto sul territorio, tanto di capello a chi questa regione la dirige nelle varie articolazioni. Occorre capire che le morti sul lavoro sono da “conteggiare” non con assurdità come “l’indice occupazionale” e altre amenità del genere, ma sul numero complessivo della popolazione, visto che a morire sono tantissimi lavoratori non assicurati all’INAIL, o che lavorano in nero. La Lombardia ha il doppio degli abitanti delle regioni più popolose del nostro Paese, e rispetto alle altre ha da quando monitoro questo fenomeno un andamento migliore. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it
SONO 300 I MORTI PER INFORTUNI
sui LUOGHI DI LAVORO dall’inizio dell’anno.
Oltre 630 se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere.
Morti per infortuni sui luoghi di lavoro nel 2016 per regione e provincia in ordine decrescente. I morti sulle autostrade e all’estero non sono conteggiate nelle province. Quando guardate l’andamento delle regioni e delle province pensate che ci sono almeno altrettanti morti per infortuni sulle strade e in itinere.

Campania 33 Napoli (13 di questi 3 in mare), Avellino (4), Benevento (1), Caserta (6), Salerno (9). Emilia-Romagna 31 Bologna (5). Forlì-Cesena (6), Ferrara (3), Modena (4), Parma (2), Piacenza (2), Ravenna (2), Reggio Emilia (6), Rimini (1). Veneto 26 Venezia (2), Belluno (3), Padova (6), Rovigo (1), Treviso (3), Verona (3), Vicenza (8). Toscana 24 Firenze (1), Arezzo (4), Grosseto (1), Livorno (4), Lucca (3), Massa Carrara (6), Pisa (2), Pistoia (1) , Siena (2) Prato (1).  Lazio 22 Roma (7), Viterbo (5) Frosinone (3) Latina (6) Rieti (1). Sicilia 20 Palermo (1), Agrigento (3), Caltanissetta (3), Catania (5), Enna (1), Messina (3), Ragusa (1), Siracusa (), Trapani (1). Piemonte 19 Torino (3), Alessandria (1), Asti (5), Biella (), Cuneo (9), Novara (), Verbano-Cusio-Ossola () Vercelli (1).  Lombardia 19 Milano (1), Bergamo (3), Brescia (9), Como (2), Cremona (1), Lecco (1), Lodi (), Mantova (), Monza Brianza (), Pavia (2), Sondrio (), Varese. Puglia 14 Bari (), BAT (2), Brindisi (1), Foggia (2), Lecce (2), Taranto (7) Trentino-Alto Adige 10 Trento (6), Bolzano (4).  Marche 10 Ancona (2), Macerata (4), Fermo (), Pesaro-Urbino 1(), Ascoli Piceno (2). Abruzzo 10 L'Aquila (1), Chieti (5), Pescara (2) Teramo (2). Sardegna 9 Cagliari (4), Carbonia-Iglesias (), Medio Campisano (), Nuoro (1), Ogliastra (), Olbia-Tempio (), Oristano (1), Sassari (3).  Calabria 8 Catanzaro (3), Cosenza (2), Crotone (1), Reggio Calabria (1) , Vibo Valentia (1). Umbria 4 Perugia (1) Terni (3). Liguria 4 Genova (2), Imperia (1), La Spezia (), Savona (1). Molise 4 Campobasso (4), Isernia (). Friuli-Venezia Giulia 3 Trieste, Gorizia (1), Pordenone (1), Udine (1).  Basilicata1 Potenza (1) Matera () Valle D’Aosta () I lavoratori morti sulle autostrade, all’estero e in mare non sono segnalati a carico delle province-
Consigliamo a tutti quelli che si occupano di queste tragedie di separare chi muore per infortuni sui luoghi di lavoro, da chi muore sulle strade e in itinere con un mezzo di trasporto. I lavoratori che muoiono sulle strade e in itinere sono a tutti gli effetti morti per infortunio sul lavoro, ma richiedono interventi completamente diversi dai lavoratori morti sui luoghi di lavoro. E su questo aspetto che si fa una gran confusione. Ci sono categorie come i metalmeccanici che sui luoghi di lavoro hanno pochissime vittime per infortuni, poi, nelle statistiche ufficiali, non separando chiaramente le morti causate dall’itinere, dalle morti sui luoghi di lavoro, risultano morire in tantissimi in questa categoria che è numerosissima e ha una forte mobilità per recarsi o tornare dai luoghi di lavoro. Anche quest’anno una strage di agricoltori schiacciati dal trattore, sono già 66 dall’inizio dell’anno, Tutti gli anni sui LUOGHI DI LAVORO il 20% di tutte le morti per infortuni sono provocate da questo mezzo. 132 sono i morti schiacciati dal trattore nel 2015 e 152 nel 2014. Contiamo molto della sensibilità dei media e dei cittadini che a centinaia ogni giorno visitano il sito. In questi nove anni di monitoraggio le percentuali delle morti nelle diverse categorie sono sempre le stesse: l’agricoltura sempre la categoria con più vittime, seguono l’edilizia, i servizi, i metalmeccanici e l’autotrasporto.
Morti sul lavoro nel 2015
Le morti sulle autostrade e all’estero non sono segnalate nelle province
SONO STATI 678 I MORTI PER INFORTUNI SUI LUOGHI DI LAVORO nel 2015
CONTRO I 661 del 2014 +2,6%. ERANO 637 nel 2008 +6,1%
L’INAIL nel 2014 ha riconosciuto complessivamente 662 morti sul lavoro, di questi il 52% sono decessi in itinere e sulle strade ma le denunce per infortuni mortali sono state 1107. Crediamo che anche per il 2015 ci siano più o meno le stesse percentuali. Nel 2015 tra gli assicurati INAIL c’è stata un'inversione di tendenza, per la prima volta dopo tantissimi anni questo Istituto vede aumentare le denunce per infortuni mortali. Ma le denunce non comportano necessariamente un riconoscimento dell'infortunio mortale. Sta a noi che svolgiamo un lavoro volontario, senza interesse di nessun tipo, far conoscere anche questo aspetto ai cittadini italiani.

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Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2


Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp
morti nel 2007 a Torino scritta due giorni questa tragedia

Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al

https://youtu.be/9cJbdjQQ7YQhttps://www.raiplay.it/video/2022/05/Via-Delle-Storie-Carlo-Soricelli-l-artista-delle-morti-infinite-sul-lavoro-0cd0bfa2-df0a-4fbc-b70a-3bdba7d7ca51.html

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli

1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati

2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza

3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica

4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere

5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro

6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)

7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi

8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni

9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.

10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.

11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.

12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori

13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.

14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.

15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.

16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.

L'Osservatorio a Storie Vere di RAI 1

Quando il lavoro uccide?