L'argomento sicurezza sul lavoro è la migliore motivazione per la richiesta di pensione anticipata entro i sessant'anni dei lavoratori edili: #precoci con #quota 41 (per chi può) o anticipo pensinistico di tipo social, ma dai 63 anni includerebbero sia il primo che il secondo canale di uscita anticipata. Anche se le richieste dei lavoratori edili vanno oltre alle misure che si stanno decidendo per la riforma delle pensioni del 2017 e che saranno incluse nella legge di Bilancio del prossimo anno. Lunedì 7 novembre 2016 è stata la giornata di confronti e di scioperi del settore: la sicurezza è al primo posto nelle richieste dei sindacati, ma rimanere sui cantieri ben sopra i 60 anni rappresenta un fattore di ulteriore rischio.

Pensioni edilizia 2017: l'incidenza del rischio morti bianche per gli over 60

E i numeri dell'Inail lo testimoniano: fino al 1° novembre dello scorso anno erano state 83 le vittime sul lavoro dei cantieri, il 22,5 per cento del totale delle morti bianche. Nello stesso periodo del 2016 i morti sono aumentati a 100 e le fasce più colpite sono quelle più prossime alla pensione. Infatti nel 2016 sono state 19 le vittime tra gli edili dai 55 ai 60 anni (12 nell'intero 2015) e ventiquattro sopra i 60 anni (15 in tutto l'anno scorso). La penalizzazione della riforma Fornero per molti degli ultrasessantenni è, dunque, evidente: lavoratori costretti a rimanere sui cantieri a 63 o a 65 anni per maturare i requisiti necessari per la pensione.

Pensioni edili 2017: tra precoci con quota 41 e anticipo pensionistico social

Pensione anticipata Ape social e uscita da precoci con quota 41 richiedono, per gli edili come per altri settori, gli stessi requisiti soggettivi: disoccupazione, disabilità e svolgimento di attività usurante. E la professione di edile lo è, secondo quanto previsto dalla bozza del Bilancio 2017. L'uscita con quota 41 sarebbe fattibile in presenza di contributi versati prima dei 19 anni: in tal modo in molti potrebbero uscire anche prima dei 60 anni. Ma ciò che suona come una beffa per i sindacati è l'uscita a 63 anni con l'Ape social: Cisl, Uil e Cgil chiedono che vengano rivisti soprattutto i 36 anni di contributi minimi e portati a venti anni, come era stato ipotizzato qualche mese fa. O, al limite, a 30 anni totali, purché vengano eliminati i sei anni di contribuzione continuativa che, data la discontinuità della professione, ben pochi possono vantare.  #Pensioni