lunedì 3 marzo 2008

SONO MORTI GUGLIELMO MANGANO,LUIGI FARINOLA,BIAGIO SCIANCALEPORE, VINCENZO ALTOMARE E MICHELE TASCA

UNA TERRIBILE NOTIZIA APPENA BATTUTA DALLE AGENZIE


QUATTRO OPERAI MORTI INTOSSICATI IN PUGLIA
SONO MORTI GUGLIELMO MANGANO, LUIGI FARINOLA,BIAGIO SCIANCALEPORE E VINCENZO ALTOMARE. Tutti morti uno dietr l'altro in una sequenza terribile. Morti tutti per la loro generosità. Sono morti infatti uno dopo l'altro nel tentativo di salvare i loro compagni. Una morte eroica, e un episodio che allunga la tragica lista delle vittime sul lavoro in Italia. Teatro della vicenda la Truck Center, una media azienda nella zona industriale di Molfetta che si occupa di autolavaggio e soprattutto del lavaggio di cisterne. Sono da poco passate le 15.00. Nell'azienda si sta lavando la cisterna di un camion con forti getti di acido solforico. Un lavoro fatto tante volte. Terminata l'operazione Guglielmo Mangano, di 44 anni, apre lo sportello superiore. Non si sa se scende per completare l'opera o se resta alla sommità. Di certo è investito da esalazioni di zolfo. Perde conoscenza e si accascia alla base della cisterna. I suoi compagni si accorgono di quanto sta accadendo. Uno dopo l'altro scendono prima Luigi Farinola, 37 anni, poi Biagio Sciancalepore, di 22, ma nessuno risale. La consapevolezza della tragedia si diffonde in un attimo. E' lì anche il titolare dell'azienda, Vincenzo Altomare, di 64 anni. Non ci pensa due volte: si cala anche lui, ma anche lui non tornerà più su. Tutti asfissiati dallo zolfo. Si salva solo un ragazzo di 20 anni, Michele Tasca, che è in rianimazione nell'ospedale di Molfetta. Le sue condizioni, che in un primo momento sembravano non disperate, in serata si sono però aggravate. In pochi minuti il piazzale si popola. Ci sono gli investigatori, i vigili del fuoco che hanno estratto le salme, c'é il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, con gli occhi gonfi di pianto, ci sono politici e amministratori. E soprattutto i parenti delle vittime. Il loro strazio è acuto. Si abbracciano, si confortano, gridano per il dolore, mentre sotto la luce delle fotoelettriche i corpi dei loro cari sono ancora lì per terra, coperti da lenzuola, sul piazzale dell'azienda a due passi da quella cisterna dove hanno trovato la morte. Il dolore è enorme, ma in fondo è composto. Non si cerca un capro espiatorio, un nemico. Al contrario, è evidente il clima di unità, di solidarietà fra loro, che rispecchia il rapporto che ci doveva essere anche tra il titolare e i suoi dipendenti. "Per favore - dice ai giornalisti una cognata di Mangano - non scrivete che la colpa è del titolare. E' morto anche lui per salvare i suoi operai. Guglielmo lavorava qui da soli otto mesi, ma diceva sempre di sentirsi come in famiglia". "Il titolare - aggiunge - lo trattava come un figlio e lui era contento di stare qui. Erano tutte brave persone". I corpi vengono portati via poco dopo le 19.30, ma i parenti in parte per un po' restano ancora qui, sembrano attoniti, ancora increduli. Nel frattempo i tecnici dei carabinieri, con tute e mascherine, si calano nella cisterna e cominciano i rilievi. "Per ora - dice il col. Gianfranco Cavallo, comandante provinciale dei carabinieri - non si possono fare ipotesi, non si può dire se vi sono responsabilità. Saranno i militari del Noe e dell'Ispettorato del Lavoro a fare luce, ma ci vorrà del tempo". Forse errori ce ne sono stati; il pm di turno della procura di Trani, Giuseppe Maralfa, era qui con gli investigatori, ma almeno per stasera le polemiche non trovano spazio. Ma quest'altra tragedia non può restare senza risposta: i sindacati hanno proclamato per mercoledì prossimo uno sciopero generale regionale con una grande manifestazione a Bari. "Qui forse c'é stato anche il caso, forse anche dell'altro, di certo sono morti dei generosi - dice Giuseppe Filannino, segretario della Camera del Lavoro di Molfetta - ma queste morti dimostrano ancora una volta che manca la cultura del lavoro, che si parla ma non si fa mai abbastanza. No, così non può continuare".
All'alba del giorno dopo è morto anche il quinto operaio MICHELE TASCA DI SOLO 20 ANNI.

Roma 3 marzo
Muore un giovane macedone di 34 anni urtando una linea di alta tensione
Un operaio macedone di 34 anni e' morto folgorato nel primo pomeriggio in via di Castel Giuliano, a Bracciano, localita' a nord di Roma. Secondo quanto e' stato accertato dai carabinieri, lo straniero, residente nella provincia di Viterbo, stava tagliando alcuni rami quando, per cause ancora da accertare, ha urtato la linea elettrica dell'alta tensione ed e' rimasto folgorato


M'inchino commosso con le lacrime agli occhi di fronte a una generosità così grande, che è costata la vita ai tre lavoratori che hanno cercato di salvare il compagno di lavoro. Non ho niente d'aggiungere, ho il cuore spezzato. Questa di Molfetta sembra una pagina epica e tragica dell'antica grecia. Carlo soricelli

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