L'informazione e la politica sui morti sul lavoro sono di un conformismo assassino Questa sera sono proprio indignato nel sentire che per televisione continuino a dare dati sbagliati e superficiali sulle morti sul lavoro. dalla tragedia della Thyssen ho "sprecato" diverse ore al giorno (non c'era nessuno che lo facesse allora in Internet) per cercare di dare il mio contributo, per cercare di capire e fare chiarezza sulle cause di queste tragedie. Ho mandato i dati raccolti a giornalisti, politici e sindacalisti. Ho raccolto i dati, ho creato delle tabelle excel dove si potevano ricavare informazioni utilissime, in tempo reale, di questo orrendo fenomeno. Il 1 gennaio 2009 li avevo già mandato a tutti. Ma non c'è stato niente da fare, nessuno ha tenuto in considerazione l'enorme massa d'informazioni che avevo raccolto. Erano elencati tutti i morti sul lavoro divisi per luogo dell'evento, modalità della tragedia, generalità della vittima, età, professione e nazionalità. Silenzio tombale, nessuno, dico nessuno che si sia preso la briga di smentirli, di commentarli, di confrontarli, se erano reali. Ma è possibile che non si riesca a trovare un varco in questo muro di gomma? Che la casta sia così autoreferenziale che tutto quello che non viene fuori dal loro ambiente non sia commentabile? Ma com'è possibile, ma in che paese viviamo? Un'elenco sterminato di vittime che non muovono il più piccolo commento....se non come numero da far gridare hooo al telespettatore. C'era la possibilità con quei dati (confermati dopo quattro mesi dall'INPS (650 morti sul lavoro, 1150 se si aggiungono quelli morti per strada mentre vanno o tornano dal lavoro o che muoiono di morte naturale) di salvare tantissime vite di agricoltori ed edili (tutti meridionali o stranieri), che sono le principali vittime di queste carneficine, nel silenzio assoluto dei media, della politica e dei sindacati che enfatizzano le notizie: sparano tre o quattro morti al giorno senza controllare, verificare e analizzare (questa sera il tg 3) ma questo basta a far stupire, poi si passa ad altro. E' mai possibile che un tema così importante (per i cittadini normali) venga trattato con tanta superficialità solo perchè sono notizie che non vengono dal giornalismo militante?. Nei mesi scorsi ho lanciato l'allarme: che con l'arrivo del bel tempo dopo mesi di pioggia ci sarebbero stati tantissimi morti in agricoltura (quasi tutti gli agricoltori muoiono schiacciati dal trattore) e vedere che nessun giornalista o politico che si preoccupi di allarmare questa categoria.....E così è stato putroppo. E' possibile che non si chedono come mai i tantissimi edili che muoiono, sono quasi tutti meridionali o stranieri? Che questa strage continuerà nei prossimi mesi, basta dare anche un'occhiata superficiale alle tabelle per capirlo senza che nessuno muova un dito? . Allora dico che i media italiani sono complici di questo sterminio assassino, perché cosi si deve chiamare, se nonostante abbiano tantissimo materiale a disposizione non fanno niente e non lancino allarmi . Che la politica invece di occuparsi dei pettegolezzi pensasse a problemi seri come questi. La casta dei giornalisti, è questa che si tratta, dovrebbe vergognarsi, come la politica che è così lontana dai problemi della gente da far pensare a corpi estranei, che vivono in una dimensione irreale. Ma intanto gli edili e gli agricoltori continuano a morire nell'indifferenza generale di chi dovrebbe fare informazione, di proteggerli e aiutare a sensibilizzare.In allegato tutte le vittime sul lavoro di qust'anno e dell'anno scorso sperando che almeno qualcuno, se si degnerà di guardare questa conta terribile, abbia un attimo di riflessione e di vergogna. Ma io continuerò a mostravi i morti fino a quando non cominciate ad occuparvi concretamente di queste tragedie. Carlo Soricelli
son capitato nel tuo sito per caso. notevole e meritorio il lavoro che porti avanti. credo che potra' essere di grande utilita' in futuro, quando finalmente qualcuno vorra' prendere di petto la questione delle morti sul lavoro. saluto, andrea (ventopiumoso)
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