martedì 13 aprile 2010

lettera aperta di Mattia Fontanella al Presidente napolitano

Caro Presidente:un suo gesto "PER IL LAVORO"

Caro Presidente, le scrivo due righe strappate al dolore e al disgusto di vivere in questo Paese dominato dall'arroganza e dall'insipienza. Le scrivo con gli occhi non ancora rigati dalla rassegnazione mentre rileggo "Le descrizioni in atto" di un grande poeta, Roberto Roversi."Si può leggere altro in tale giornale/del giorno medesimo suicida a Moncalieri:/forse Concetta De Nitto è/stata travolta dalla dura spietata esistenza/ che a soli diciassette anni/doveva condurre? da tre anni veniva/importata dal suo paese. E' un caso/comune, di ragazze come lei/nei campi di Moncalieri e Nichelino/se ne trovano a decine...". Caro Presidente, in questo paese da anni si muore, oci si lascia morire,come mosche nei campi,nei cantieri, nelle fabbriche in un silenzio gravido, sporcodi responsabilità. Oppure,si svetta sui tetti e ci s'imprigiona nel carcere dell'Asinara per rivendicare il lavoro. Come gli operai della Vynils di Porto Torres che bisognerebbe nominare Cavalieri del Lavoro per l'amore, la dedizione che hanno verso illoro mestiere. Caro Presidente, questo le chiedo:un gesto. Un semplice gesto: far diventare questi operai Cavalieri. Li faccia"volare", "svettare"nel cielo basso di questo paese.Gli ridiala dignità. A loro, a noi comuni cittadini ostinati a fare il loro dovere, a rispettare le regole, a credere ancora in questo Paese.

Glielo chiedo con un macigno nel cuore.
Mattia Fontanella Lettera aperta a Giorgio Napolitano

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