Anche se le notizie che giungono da Barletta sono veramente sconvolgenti infatti sembra che lavorassero tutte in "nero', le quattro operaie morte nel crollo della palazzina di via Roma, ciò che crea un turbamento maggiore in questa terribile circostanza è un numero: il 5. Emblematicamente ricorrente per la Puglia! Molfetta marzo 2008, Barletta 3 ottobre 2011. Il numero dei morti sul lavoro nell’una e nell’altra circostanza sempre e soltanto 5! Quattro lavoratori (alla fine paradossalmente in tragicità come queste conta poco se regolari o meno, la morte non fa di queste distinzioni) e un familiare dell’azienda. Stesso rituale, stesso risultato, stesso conteggio finale. “Smettetela di parlare di tragedia, questo è un assassinio!” è quello che gridano i parenti delle vittime. Ma torniamo al numero: il cinque nelle sue valenze creative può essere letto proprio nella somma di 4+1 indicatrice della discesa immediata dell’Unità nel Quaternarario; discesa imprevedibile che, come tutti i numeri dispari, genera, nella forma negativa involuzione di discesa e degradazione. Quella degradazione alla quale era arrivata, nella costruzione intima il calcestruzzo della palazzina della morte che si è sbriciolata con la friabilità delle più teneri dei manufatti cementizi. E un altro rituale sarà tristemente consumato per questa orribile circostanza: passate le immagini dei crolli, delle vittime estratte dalle macerie, della fila delle bare, delle cerimonie religiose e laiche, in capo ad una settimana (ottimismo!) non si ricorderà più nessuno della maglieria dove sono morte queste operaie “sconosciute” al mondo ufficiale del lavoro e pagate un “misero salario”. E’ alto il grido di dolore che si alza ogni volta che viene violata la dignità umana di chi non fa più ritorno a casa solo per essersi recato al lavoro ed assicurare alla famiglia (fra mille difficoltà) il pane. E mai, come oggi, tale frase risuona pesante e carica di lugubri presagi!! Proprio in questa settimana rimbalzavano, varie e variabili, le cifre degli infortuni sul lavoro. L’Istituto assicura che i dati del primo semestre erano in calo di quasi il 4%. L’Osservatorio Indipendente di Bologna, cifre alla mano, è di parere completamente diverso. Il numero complessivo dei morti, quasi stabile (sempre secondo l’INAIL) ha registrato un’impennata. Non dimentichiamo che siamo ancora in piena crisi del mondo del lavoro e conseguentemente.....Ma è preferibile non ritornare sempre e soltanto sulle stesse cose. “Credevamo che mai in un paese come l'Italia che si dice civile potessero esistere ancora situazioni di questo tipo che sembrano ricondurci a oltre cinquant'anni fa” era il commento di ieri di Carlo Soricelli, quasi annichilito di fronte a questo tipo di tragedia, consumato in un ambiente di lavoro inadeguato, pericoloso che si è trasformato in quella tomba maledetta in una cittadina pugliese sul litorale Adriatico che ancora riecheggia dei suoni e dei colori di un’estate meravigliosa che non sarà mai più gioiosamente vissuta da chi, per meno di quattro euro ad ora cercava di tirare a campare accettando anche il più miserrimo riconoscimento: lavorare a nero.
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