Osservatorio Indipendente di Bologna morti sui luoghi di lavoro
Report morti sul lavoro dall’1 gennaio 30 giugno 2013
Dall’1 gennaio al 30 giugno 2013 sono morti sui luoghi di lavoro 293 lavoratori, 69 solo nel mese di giugno, complessivamente se si aggiungono le morti sulle strade e in itinere si arriva a superare le 600 vittime. Nel 2012 alla stessa data erano morti sui luoghi di lavoro 305 lavoratori e se si pensa che dall’anno scorso si sono persi tantissimi posti di lavoro e la cassa integrazione è cresciuta in modo drammatico il risultato non è certo incoraggiante, anzi, in proporzione assistiamo, nonostante la crisi ad un aumento del fenomeno, che ci vede primi in Europa in rapporto al numero d’abitanti, che è il solo parametro valido per valutare l’andamento delle morti in una provincia o in una regione. Questo perchè a morire sono in larga parte persone che non dispongono di un’assicurazione e che non rientrano nelle “statistiche ufficiali”. Noi pensiamo ci sia la necessità di fare la massima chiarezza su un aspetto fondamentale: noi consideriamo morti sul lavoro tutti i lavoratori che muoiono mentre lavorano, indipendentemente dalla loro posizione assicurativa che spesso è diversa o addirittura non esiste (lavoro nero). E’ raccapricciante pensare che un terzo dei lavoratori morti ha oltre 60 anni e che la riforma Fornero ha inciso notevolmente su queste morti, non avendo fatto nessuna distinzione nell’allungamento dell’età della pensione tra chi svolge un lavoro pericoloso o di concetto. Superata una certa età i riflessi sono poco pronti e molti lavoratori soffrono di diverse malattie quali artrosi, artriti, diabete ecc….che rallentano i movimenti. Tutti gli anni assistiamo ad una strage di agricoltori schiacciati dal trattore ed edili, nell’indifferenza della politica e della nostra classe dirigente. Anche gli intellettuali che “pontificano” sempre su tutto su questa autentica strage non spendono una parola, quasi nessuno s’indigna, tanto a morire non sono loro i “lavoratori del pensiero” ma chi suda e si "ammazza" di lavoro tutti i giorni sui campi, nei cantieri, nelle fabbriche e nei servizi artigianali alle imprese. VERGOGNA CARI INTELLETTUALI, siete come i politici e non v’interessate più della società, dei lavoratori, dei precari e delle persone che ogni giorno perdono il posto di lavoro, siete interessati solo al vostro tornaconto personale. E questo si vede anche nelle arti, sono ormai passati oltre 40 anni, dalla morte di Togliatti, quando ci fu la polemica tra il Partito Comunista e alcuni artisti “moderni” che dicevano che l'arte doveva essere libera dal sociale che non si vedono più opere che si occupano della Società. La stragrande maggioranza di questi artisti e più genericamente degli intellettuali trasformisti, sono corsi dietro al denaro e messi al servizio di miliardari senza moralità. Un vero sfarcelo morale che anche le morti sul lavoro indicano come tale. Scusate lo sfogo, ma se ancora ci fossere gli intellettuali di una volta, quelli che si diceva fossero intrisi “d’ideologia”anche questo fenomeno sarebbe molto ridimensionato. Invece tocca a noi che veniamo dalla “classe operaia” d' occuparci di queste tragedie, ma la nostra voce conta poco o niente, anche se ce la mettiamo tutta per sensibilizzare i cittadini, con voce libera da interessi economici e politici, salvo rare eccezioni se ne sbattano di queste tragedie i politici di destra, di centro e di sinistra. In questi primi sei mesi il 35,6%dei morti sul lavoro è nel comparto agricolo: quasi i due terzi delle vittime sono morti schiacciati dal trattore. Le morti in edilizia risultano il 26,2% sul totale. Il 19,1% nei servizi, Il 6,8% nell’industria, Il 6, % nell’autotrasporto. Poi ci sono i lavoratori morti sulle strade e in itinere che sono considerati a tutti gli effetti morti per infortuni sul lavoro e che sono almeno altri 300 dall’inizio dell’anno. Moltissimi sono considerati come morti per incidente stradale, ma in effetti molti di questi sono lavoratori che si spostano sulle strade e autostrade, dal sud al nord o viceversa e spesso nascondono lavoro nero ma che è impossibile riuscire a quantificare nell’interezza. L’opinione pubblica ha la sensazione che a morire siano soprattutto operai nelle fabbriche mentre sono “solo” il 6% dall’inizio dell’anno, mentre nel 2012 furono il 7% del totale, per la stragrande maggioranza nelle piccolissime aziende dove il sindacato e la prevenzione non esistono. Lo Stato attraverso vari enti spende milioni di euro per corsi, che a nostro giudizio non servono a niente, se non a fa riempire le tasche di chi li organizza, ma senza mai arrivare a essere utile a chi dovrebbe essere sensibilizzato e istruito sulla Sicurezza. Agli agricoltori che muoiono così in tanti , dei quali tantissimi schiacciati dal trattore che non ha nessuna protezione, cosa viene offerto in termini di conoscenze, aiuti per migliorare i mezzi e la prevenzione? E per gli edili che muoiono con le stesse percentuali in piccolissime aziende, che cadono dall’alto o travolti dai mezzi che guidano loro stessi o i loro colleghi, o dal materiale che stanno manovrando, cosa si fa? Che conoscenze si danno e cosa si fa per rendere più sicuro il lavoro a persone che spesso non conoscono neppure l’italiano e lavorano in nero o in grigio per 10 o 12 ore al giorno svolgendo attività faticose e poco sicure? E’ molto frustrante quindi vedere tutti gli anni scrivere le stesse cose e vedere i dati delle solite statistiche considerate “ufficiali”che ti dicono che i morti sono molto meno numerosi. Questo cosa significa? Che in realtà sia a causa dei minori controlli dovuti a meno risorse stanziate dagli ultimi governi, la Sicurezza sui luoghi di lavoro complessivamente sta calando. Le statistiche ufficiali sono completamente alterate perchè mettono assieme ai morti sui luoghi di lavoro quelli che muoiono sulle strade e in itinere che sono un’altra cosa; l‘assicurazione INAIL in itinere è sacrosanta, ma come si fa a non distinguere quantitativamente e qualitativamente gli interventi da mettere in atto se non distingue la morte di chi cade da un tetto o sotto un macchinario al morto in un incidente automobilistico? Occorre sapere con chiarezza come intervenire se si vuol salvaguardare la vita di chi lavora. Si organizzano corsi sulla sicurezza per categorie “forti” che hanno sindacati in grado di tutelare i lavoratori e si lasciano allo sbando i poveri diavoli, i meno tutelati, quelli che lavorano in nero o in grigio. E’ intollerabile che un paese come il nostro che ha 60 milioni d’abitanti conti tantissimi morti in più sui luoghi di lavoro degli altri grandi paesi europei. Tra l’altro l’Osservatorio Indipendente di Bologna è visto spesso con sufficienza, con fastidio o come un intruso anche da molte organizzazioni dei lavoratori. E questo è molto triste. Chi si sta preoccupando della vita e della sicurezza dei lavoratori che lavorano per la maggior parte in fabbriche che non sono adeguate alle norme antisismiche del 2005? Chi sta facendo i controlli nercessari che li metta al sicuro in caso di altre scosse di terremoto come quelle che hanno colpito l’Emilia nel 2012? Per i lavoratori che operano all’aperto quali edili, agricoltori, autotrasportatori e per tutti quelli che utilizzano un mezzo per andare a lavorare si consiglia di visitare il sito di previsioni del tempo http://prevenzionemeteo.blogspot.it/ dove oltre alle previsioni del tempo si può valutare il fattore rischio infortuni sul lavoro legato alle condizioni atmosferiche. Nel solo mese di giugno sono morte sui luoghi di lavoro 69 lavoratori
Carlo Soricelli http://cadutisullavoro.blogspot.com .
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