martedì 24 settembre 2013

E mail al Presidente Napolitano sulle morti sul lavoro

Caro Presidente Napolitano, Le ho scritto più volte sulla situazione delle morti sul lavoro, conoscendo la sua sensibilità su queste tragedie, e ottenendo da Lei e dalla sua segreteria delle risposte d’apprezzamento per il lavoro che l'Osservatorio svolge attraverso i suoi volontari. Purtroppo sono ormai sei anni, dal 1° gennaio 2008 che monitoriamo queste tragedie, senza mai vedere nessun miglioramento, anche se le statistiche ufficiali dicono il contrario. Alla fine non si capisce chi sono i morti sul lavoro, se ci sono quelli di seria A e quelli di serie B. Nelle statistiche ufficiali non sono "conteggiati" i morti che non hanno un'assicurazione (morti in nero) o che l'hanno diversa come per esempio i militari morti in Afghanistan, giovani soprattutto d'origine meridionale come me e Lei, che spesso non hanno nessun’altra possibilità se non di arruolarsi o emigrare. Io stesso ho parenti giovani, con figli andati in missione in Bosnia e in Afghanistan. Questi giovani spariscono dalle statistiche ufficiali e non sono considerati morti sul lavoro, così come non entrano nelle statistiche gli agricoltori, già pensionati, che muoiono come mosche schiacciati dai trattori, pensionati che coltivano la terra che altrimenti sarebbe abbandonata. Le sembra giusto che queste persone non siano considerate morti sul lavoro? Tra l'altro sono anni che scrivo a diversi parlamentari per sollecitarli ad intervenire. Con pochissimi accorgimenti e spese irrisorie si potrebbero salvare tantissime vite.Il territorio italiano è collinare e al più piccolo errore o distrazione è possibile che il trattore si ribalti travolgendo il guidatore: anche quest'anno è già successo con oltre 100 agricoltori schiacciati da questo "mostro" senza protezioni. Basterebbe fare una "leggina" per rendere obbligatoria, eventualmente con incentivi, la protezione delle cabine che impediscono al guidatore di essere sbalzato fuori. Le statistiche ufficiali parlano di forte calo ogni anno, ma lo sa se conteggiamo tutte le morti di quanto è stato questo forte calo dal 2008? Dall’inizio dell'anno 2013 ad oggi 24 settembre (documenti alla mano) ci sono stati già 430 morti sui luoghi di lavoro, lo stesso giorno del 2008 erano 445. Un "favoloso" calo del 3,4%. Questa è la realtà che le viene nascosta, quando danno cali favolosi di oltre il 10% ogni anno, così si possono far diminuire i controlli e tutta la "burocrazia" che blocca le aziende. "Burocrazia" che sono solo norme che stabiliscono procedure per la protezione e la Sicurezza dei lavoratori. Il calo complessivo è dovuto soprattutto nelle morti sul lavoro in itinere, allo spostamento casa-lavoro/lavoro-casa. Ma questo per merito delle automobili tecnologicamente più sicure, che per fortuna anche i lavoratori riescono ancora ad acquistare una volta rottamate le vecchie. Incredibile anche l'indifferenza delle istituzioni locali e nazionali sul gravissimo problema che è venuto fuori con il terremoto in Emilia, dove morirono tantissimi lavoratori sotto capannoni obsoleti. Quasi la totalità dei capannoni nella nostra regione, ma anche nel resto del paese,(ma temo anche per i supermercati frequentati da migliaia di persone ogni giorno) sono a rischio sismico e non risulta che nessuno stia facendo qualcosa per farli mettere a norma, o per lo meno monitorarli, o ancora più semplicemente farsi rilasciare da parte dei proprietari delle aziende un'autocertificazione che la struttura rispetta le norme anti sismiche. E se un nuovo terremoto capitasse, non di notte o in un giorno prefestivo, ma di giorno quando dentro alle Fabbriche ci lavorano migliaia di persone, o quando a far la spesa dentro i supermercati ci sono tantissime persone? Vado spesso a far la spesa in questi supermercati e se guardo in su mi vengono i brividi, vedi delle travi in cemento armato lunghe decine di metri solo appoggiate su colonne dello stesso materiale. Chi mi assicura che sono "imbullonate" tra loro e non solo appoggiate come nei capannoni industriali venuti giù come castelli di sabbia? Quanti morti dovremmo piangere? Caro Presidente, sono profondamente deluso dalla politica e dalla nostra classe dirigente, che non fa niente contro queste tragedie. Anch'io purtroppo sto diventando, come tanti cittadini italiani allergico alla politica, che parla di tutto ma mai di problemi concreti dei cittadini, e questi sono tra i più gravi. Spero che faccia sentire la sua indignazione verso questa indifferenza. Con stima Carlo Soricelli curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

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