Ma e' mai possibile che non si faccia niente per verificare ed eventualmente far mettere a norma centinaia se non migliaia di capannoni industriali a rischio sismico. MA LA VITA DI CHI LAVORA PER CHI CI STA GOVERNANDO NON VALE NIENTE?
Dipartimento Protezione Civile - Contact Center
16 set (2 giorni fa)
a me
Gentile soricelli carlo, di seguito la risposta alla domanda inviata:
La ringraziamo per il suo interesse, tale argomento è di rilevante interesse anche per questo Dipartimento.
Questo Dipartimento ha una sezione che si occupa di terremoti e come noto i terremoti non si possono prevedere. Un autorevole contributo su tale argomento è offerto dalla relazione finale della Commissione internazionale di sismologi, istituita dal Capo del Dipartimento della Protezione Civile Guido Bertolaso dopo il terremoto del 6 aprile nella regione Abruzzo, allo stato attuale delle conoscenze scientifiche non è possibile predire quando, dove e con quale magnitudo potrà verificarsi un terremoto.
Il dipartimento della protezione civile attua comunque azioni in merito alla sicurezza delle costruzioni sia pubbliche che private attraverso il finanziamento di interventi per la prevenzione del rischio sismico su tutto il territorio nazionale, grazie ad un fondo istituito nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze.
Grazie a Articolo 21 e al Vice Direttore del TG2 Valter Vecellio per la
sensibilità dimostrata nterniI costi della “rottamazione” e dei terremoti
di Valter Vecellio
[image: feed88070057475a271647d3ca70afb2_terremoto_toscana_emilia]
Carlo Soricelli, infaticabile curatore dell’Osservatorio Indipendente di
Bologna sui morti per lavoro, e da tempo censisce e segnala le vittime di
quella strage quotidiana, con il suo accorato appello al responsabile della
Protezione civile, Franco Gabrielli pubblicato su “Articolo 21”, solleva
una questione molto seria; questione che andrebbe approfondita,
provvedimenti e possibili rimedi andrebbero studiati e messi in cantiere.
In quest’ottica, potrebbe valer la pena di sentire un professore napoletano
di rara simpatia e straordinaria capacità affabulativa. Si chiama Aldo
Loris Rossi, ed è uno dei più apprezzati urbanisti: si è formato alla
scuola di Frank Lloyd Wright. La sua è una proposta insieme rivoluzionaria
e utopica: dice che bisogna rottamare quella che definisce la spazzatura
edilizia post-bellica, senza qualità, interesse storico ed efficienza
antisismica. Un qualcosa di ciclopico visto che riguarderebbe almeno 40mila
vani costruiti tra il 1945 e il 1975. E però dice che lo Stato riuscirebbe
addirittura a risparmiare, se si decidesse di ricostruire tutto secondo
criteri come quelli usati in Giappone, piuttosto che cercare di rimediare
dopo ogni disastro e terremoto. Sono le parole di un utopista visionario?
Sì, perché in Italia chi è capace di prendere una simile decisione? E
tuttavia, le cifre, nella loro aridità, fanno pensare. Prendiamo gli ultimi
importanti terremoti: Belice, Friuli, Irpinia, Umbria, Abruzzo, Emilia.
I costi per la ricostruzione di un chilometro quadrato di area colpita
oscillano tra 60 e 200 milioni di euro; il costo medio della ricostruzione
di un singolo comune varia tra i 270 e i 1400 milioni di euro; il costo
medio per abitante residente nell’area colpita oscilla tra 270mila e i
783mila euro. I costi dei terremoti e dei disastri ambientali tra il 1968 e
il 2003 oscillano sui 146 miliardi di euro. Paese estremamente vulnerabile
l’Italia, pensate: il 44 per cento del territorio si trova nella condizione
di elevato rischio sismico; significa il 36 per cento dei comuni italiani,
oltre 21 milioni di persone. E questo senza considerare i costi in termini
di vite umane e il patrimonio culturale che viene distrutto.
24 giugno 2013
- CASE, CAPANNONI, SUPERMERCATI....
TUTTA L'ITALIA A RISCHIO CON I
TERREMOTI
di
Carlo Soricelli
Saluti, il Contact Center del Dipartimento della Protezione Civile.
Ricordiamo che questo Contact Center non è un servizio di soccorso e che in situazione ordinaria le richieste on line vengono trattate, come le richieste al numero verde 800.840.840, dal lunedì al venerdì con orario 9.00-18.00.
Carlo Soricelli
16 set (2 giorni fa)
Grazie per la risposta, ma è molto generica. Il problema rimane e e
non mi risulta che ci sia nessuno che se ne stia occupando in modo
organico.Vorrei sapere da cittadino italiano chi è il responsabile a
livello nazionale e locale dei controlli inerenti all'idoneità anti
sismica dei capannoni industriali e dei supermercati. Il terremoto in
Emilia, con la morte di tanti lavoratori, e per fortuna il tragico
evento si è verificato di notte, ha messo in luce un problema
gravissimo: la maggioranza dei capannoni industriali in Italia sono
stati costruiti prima delle norme anti sismiche del 2005 e che la
maggioranza dei lavoratori che ci lavorano sotto corrono rischi
gravissimi in caso di nuovi forti scosse, così come è molto probabile
che lo siano anche i supermercati frequentati da migliaia di persone
ogni giorno; basta guardare in alto e si vedono travi in cemento armato
"solo" appoggiate alle colonne, a vista non è possibile stabilire se i
due componenti sono "legati", ma è importante fare delle verifiche da
tecnici specializzati . Nuovi terremoti che sono probabili, anche
senza aver consultato il sito di scienziati americani che lo danno
nelle nostre zone con probabilità abbastanza grandi entro 3 anni. E'
la Protezione Civile che deve censire i capannoni industriali a
rischio ( e i supermercati) o è qualche altro ente dello Stato? E
perchè non si chiedono ai proprietari di questi capannoni industriali
un certificato d'idoneità; stiamo parlando della vita e della
Sicurezza di milioni di persone e nessuno se ne può lavare le mani.
Insomma è possibile sapere chi si deve occupare di questo gravissimo
problema e che cosa si sta facendo per porvi rimedio? I terremoti non
si possono ancora prevedere al 100%, ma la prevenzione si può e si
deve fare.Carlo Soricelli curatore dell'Osservatorio Indipendente di
Bologna morti sul lavoro
Il 16 settembre 2013 11:35, Dipartimento Protezione Civile - Contact
Center ha scritto:
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