La congiura del silenzio
Ho appena finito di leggere su Left, l’articolo di Tiziana Barillà, “licenziamento all’italiana” con Fabrizia Caputo che cita i dati veri sulle morti sul lavoro “Morti sul lavoro, l’INAIL sbaglia i conti e “come far fuori il dipendente scomodo” di Manuele Bonaccorsi.
Sono ormai anni che c’è una congiura del silenzio, ma non solo quella, contro il mondo del lavoro. Tutta una classe dirigente, e soprattutto politica che hanno cercato di “far fuori” tutto quello che c’era di buono nel mondo del lavoro. I casi dei 3 lavoratori come GIUSEPPE, OPERAIO TORINESE PEDINATO PER DUE MESI DALL’AZIENDA E POI LICENZIATO, DI RICCARDO, FERROVIERE LICENZIATO PER AVER RACCONTATO LA VERITA’ SULLA STRAGE DI VIAREGGIO E DI MARCO ZANFRAMUNDO DELL’ILVA SONO EMBLEMATICI. Cos’hanno in comune questi 3 lavoratori? tutti e tre si sono ribellati contro l’azienda in cui lavoravano e per motivi legati alla Sicurezza. Anch’io personalmente ho subito queste violenze, ma erano gli anni settanta e la tutela dei lavoratori era cosa sacra, ma adesso? Il mondo del lavoro imbavagliato dai media tutti in mano a “padroni senza scrupoli e anima”. Partiti politici che ormai non sanno più nemmeno come è fatto un lavoratore. In un parlamento pieno di avvocati, medici, professionisti della politica, soubrette, cosa volete che importi dei problemi di chi lavora. Hanno legiferato l’allungamento dell’età della pensione, fanno finta di credere che da anni c’è un calo delle morti sul lavoro, cosa non vera, ma utile a fare leggi per far diminuire ulteriormente la sicurezza sui luoghi di lavoro. Lavori precari con false partite IVA che non hanno neppure la dignità se muoiono lavorando di essere riconosciuti come tali. Controriforme come quelle della Fornero dove hanno allungato l’età della pensione indipendentemente se si svolge un lavoro più o meno pericoloso, e data la discrezionalità alle aziende e ai giudici sull’articolo 18, con l’abolizione di fatto dell’obbligo di riassunzione in caso che non esista la giusta a causa e il giustificato motivo per licenziare. E gli ultimi operai che resistono a queste angherie si licenziano, così si riducono al silenzio tutti gli altri. Hanno utilizzato scientificamente una massima di Mao "colpirne uno per educarne cento". Una politica classista che ha ucciso e ridotto al silenzio il mondo del lavoro. Alla fine a chi lavora hanno rubato anche la dignità.
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