mercoledì 19 febbraio 2014

Adele Chiello la madre di Giuseppe Tusa s'illude che i media parlino delle morti sul lavoro

Genova. Sono passati mesi dal terribile incidente di Molo Giano, una tragedia che nessuno può e deve dimenticare, un dolore straziante che non abbandonerà mai le famiglie delle vittime. “Come era prevedibile, questa strage avvenuta lo scorso 7 maggio nel porto di Genova è stata dimenticata da tutti i media”. A parlare è Adele Chiello, mamma di Giuseppe Tusa, una delle nove vittime di Molo Giano. Da qui un appello accorato ai conduttori del Festival di Sanremo. “Soprattutto Fabio Fazio, che si è sempre occupato di temi sociali e che per di più è cittadino ligure, dovrebbe ricordare quanto accaduto e le 9 vittime di Genova. Non mi interessa che parli del treno deragliato in Spagna perché prima dovrebbe vedere quello che è accaduto nel nostro Paese – continua la signora Chiello – dovrebbe inoltre trattare il tema di allarme sociale sulla sicurezza della vita dei lavoratori, un argomento non sensibile sopratutto ai media perché da come si evince dai fatti evidenti, le prime responsabilità sono riconducibili proprio alle istituzioni statali. La costituzione e il testo unico dlg 81/2008 cita il diritto alla vita, lo stato ne dovrebbe essere il soggetto garante e la magistratura ha l’obbligo di esercitare l’azione penale contro coloro che violano i diritti fondamentali dell’essere umano”. “Mio figlio Giuseppe Tusa era un militare italiano, morto nell’adempimento del proprio dovere per lo stato, ma lo stesso non ha tutelato la sua vita applicando l’obbligo della valutazione dei rischi in tutta l’area del porto di Genova, il luogo di lavoro di mio figlio – le norme che ha lo Stato sono buone, forse le migliori in Europa, ma devono essere applicate nella maniera corretta. Io chiedo giustizia per mio figlio e per tutte le vittime e non mi fermerò”, conclude. Purtroppo credo che anche questa volta non ci sarà nessun interessamento concreto su queste tragedie, Se ne frega la politica, la stampa e le televisioni s'interessano solo quando ci sono casi clamorosi. Persone come Fazio, che nelle sue trasmissioni non ha mai chiamato un lavoratore e mai si è interessato ai problemi concreti della gente è difficile che lettere come queste gli fanno cambiare idea. Loro vivono in un mondo parallelo, fatto di privilegi, scambi di favori, interessi di bottega e di lanci di prodotti, che possono essere anche film e canzonette. La gente muore sul lavoro in un numero molto più alto che nelle statistiche ufficiali,ma nonostante le continue denunce questo a loro poco interesse. Una casta, due caste, dieci caste...una volta la chiamavano "classe" sorda a ogni problema che non tocca gli ambienti in cui nuotano come pesci.

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