Come curatore dell’osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.com ieri ero in Piazza maggiore con altre 50.000 persone a difendere i diritti di chi lavora
La regione Emilia Romagna sempre ai vertici della triste classifica nelle morti sui luoghi di lavoro da quando nel 2008 ho aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro, diventato punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie. Ricordiamo che le morti sui luoghi di lavoro sono soprattutto dovuta a lavoro nero, precario e partite IVA Individuali. parlano sempre di cali favolosi ma le morti non sono mai state così tante dal 2008, oggi in Italia siamo a +11% rispetto al 2013 e a +3,9% rispetto al 2008. E questo rispetto al numero di abitanti unico parametro valida per valutare l’andamento di una regione. Dov’è presente il Sindacato con propri rappresentanti le morti sono quasi inesistenti. Ed è per questo che ieri sono andato in Piazza Maggiore da pensionato e da artista sensibile alle problematiche sociali e chi conosce le mie opere sa bene di cosa parlo. Ho partecipato allo sciopero della CGIL per difendere lo Statuto dei lavoratori e l’articolo 18, che protegge dai soprusi, dà dignità a chi lavora e protegge anche contro gli infortuni sul lavoro. La regione attraverso anche la Segreteria del Presidente Errani è sempre stata informata di questo andamento sulle morti sul lavoro, così quasi tutti gli assessorati. Hanno governato bene? Io non credo. Mai nessuno si è interessato per andare a verificare se quello che scrivevo era vero. E’ comodo prendere i dati INAIL che monitora solo i propri assicurati e tantissimi non lo sono, soprattutto tutte le nuove forme contrattuali, e dove i morti risultano in calo, e questo proprio per merito del Sindacato, la CGIL in specifico, che riesce ancora a dire la sua anche sulla Sicurezza sui luoghi di lavoro in questa regione. Quelli che stanno governando quella che fu una regione “rossa” sono solo dei burocrati attenti alle loro posizioni individuali che “parlano” solo tra loro. Ed è per questo che io come tanti i lavoratori e pensionati a novembre non voteremo il PD e le liste collegate, Il PD un partito lontano dai cittadini e che ha presentato come candidato presidente Bonaccini, un “renziano” dell’ultima ora scelto dall’apparato burocratico. Ormai hanno scelto di difendere le categorie più agiate e i poteri forti e di togliere i diritti a chi lavora e ai pensionati. I lavoratori non svendono i propri diritti e la loro dignità per 80 euro, che poi ti toglieranno con le nuove tasse come si è visto con la manovra presentata ieri e che ha visto le Regioni in rivolta perché questi “ottanta euro” saranno costretti a tagliare anche sulla Sanità. Guardate qui sotto l’andamento dal 2008 sulle morti sui luoghi di lavoro nella nostra regione. Con il terremoto stanno avendo lo stesso atteggiamento che ha avuto la “burocrazia” a Genova con le alluvioni.
Morti sui luoghi di lavoro nella Regione Emilia Romagna dal 2008 al 2014
In questo momento del 2014 risulta terza con 45 morti dopo la Lombardia (che ricordiamo sempre ha il doppio degli abitanti di qualsiasi regione italiana) e il Veneto che ne ha 47. Nel 2013 sono morti sui luoghi di lavoro in Emilia Romagna 45 lavoratori. Terza in termini assoluti dopo Lombardia con 68 morti e Sicilia 48.
Nel 2008 furono 48
Nel 2009 53 terza in termini assoluti dopo la Lombardia con 68 morti e il Veneto con 60
2010 sesta con 40 morti per numero di morti sui luoghi di lavoro dopo Lombardia 81 morti, Vento 53, Lazio 43, Puglia 45, Sicilia 48
2011 Seconda con 55 morti per numero si morti sui luoghi di lavoro dopo Lombardia con 78 morti
2012 seconda con 63 morti sul lavoro, Anno del terremoto dove morirono sotto capannoni industriali 12 lavorati e un parroco. Ci chiediamo se la regione ha fatto da quell’anno un monitoraggio del rischi sismico sulle altre fabbriche della regione e sui supermercati costruiti nello stesso periodo con la stesse caratteristiche. Io credo che la Regione non ha fatto niente. Spieghi ai cittadini emiliani e romagnoli se ha almeno fatto un monitoraggio sulle fabbriche a rischio. Mai ricevuto una risposta
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