Operaio morto, appello del papà «Aiutate la compagna e le figlie»
Giovanni Villacci denuncia: a due mesi dalla tragedia sul Passante, neppure un euro di risarcimento «Francesco e Lisa non erano sposati, lei non ha neanche la liquidazione. Le istituzioni si muovano»
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di Rubina Bon
BREDA DI PIAVE. «Ci sentiamo abbandonati dallo Stato e stretti nelle morse della burocrazia dopo che il nostro Francesco è morto lavorando. Fino ad ora la moglie non ha percepito un centesimo e ha una famiglia da mandare avanti»: a parlare, non senza difficoltà visto che il dolore è ancora vivo e la ferita aperta più che mai, è Giovanni Villacci, il papà di Francesco, morto a 28 anni lo scorso 29 luglio nell’incidente lungo il Passante di Mestre, a Scaltenigo di Mirano. Nella stessa tragedia aveva perso la vita anche il collega Mauro Camerotto, 47enne di Varago di Maserada. I due operai della “De Zottis” di Saletto stavano lavorando ai bordi della carreggiata quando un Tir li aveva travolti.
Francesco, nato e cresciuto in provincia di Benevento, nella Marca aveva trovato il lavoro e l’amore con Lisa, con cui conviveva a San Bartolomeo di Breda. Sei anni fa era nata Giada, a fine gennaio di quest’anno era arrivata Desirè. La tragedia lungo il Passante ha sconvolto la vita dei familiari di Francesco. Anzitutto di Lisa e delle piccole, rimaste all’improvviso senza il compagno e il papà. Un dolore lancinante e per contro la necessità di riorganizzare la vita con molte difficoltà: Francesco era l’unica fonte di reddito della famiglia e la sua improvvisa scomparsa ha certamente minato gli equilibri dei bilanci domestici. «Sono passati due mesi e mezzo dalla disgrazia, finora la moglie non ha percepito un centesimo, ma ci sono la casa da pagare, le spese per le bimbe. Dove deve prendere i soldi? Cosa deve aspettare?», denuncia il padre di Francesco, Giovanni Villacci, che si sfoga. «Francesco e Lisa non erano sposati, lei quindi non può prendere la liquidazione. Deve decidere tutto il giudice: ma quando? Questi sono lo Stato italiano e la burocrazia. Ci sentiamo abbandonati, oltre tutto non sappiamo più niente dell’incidente. Hanno fatto alcune perizie per capire come possa essere successo, non ci hanno fatto sapere nulla. Nemmeno il conducente del camion si è fatto sentire con noi. Ha ucciso due persone, andrà a finire che non gli succederà nulla».
Nei giorni immediatamente successivi alla tragedia lungo il Passante, la comunità bredese si era stretta alla giovanissima vedova Lisa e alle bimbe, cercando di dare loro non solo affetto e vicinanza, ma anche un sostegno economico attraverso una raccolta di fondi in alcuni negozi del paese, oltre che grazie ad iniziative di gruppi spontanei. Anche il Comune di Breda si sta muovendo per la famiglia di Francesco. Ma lo sfogo di papà Giovanni vuole essere anzitutto un monito e una richiesta d’aiuto concreto: Lisa e le piccole non possono essere lasciate da sole anche dal punto di vista economico, per assicurare loro un futuro tutti devono fare la loro parte.
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