venerdì 1 luglio 2016

Report morti sul lavoro nei primi sei mesi del 2016



Report morti sul lavoro nei primi sei mesi del 2016.
Sono 300 i morti sui luoghi di lavoro nei primi sei mesi del 2016. Lo stesso numero di morti che avevamo sui LUOGHI DI LAVORO, il 30 giugno il 30 giugno del 2014. Lo stesso giorno del 2015 erano 302, un calo favoloso dello 0.7%. Questo mese c’è stata un’autentica carneficina di agricoltori schiacciati dal trattore. Sono stati 30, due anche nell’ultimo giorno del mese. La strage c’è stata anche tra i lavoratori dell’edilizia, ben 4 negli ultimi tre giorni. I morti sui LUOGHI DI LAVORO in queste due categorie sono stati il 56% sul totale. Teniamo presente che stiamo parlando solo dei morti sul posto di lavoro, se a questi aggiungiamo i morti sulle strade e in itinere le vittime sul lavoro in totale più che raddoppiano. Si alza sempre di più l’età di chi muore per infortuni sul lavoro a causa della legge Fornero e di chi l’ha votata. Obbligare a far svolgere lavori pericolosi per se e per gli altri, si può dire che è stata una legge indecente per non dire di peggio? Che è stato criminale non tenere per nulla conto della vita di chi lavora, e neppure della Sicurezza dei cittadini e degli automobilisti, se a lavorare in tarda età è un guidatore di un Tir? Se qualcuno vuole mi denunci pure, chi come me monitora i morti sul lavoro e registra queste tragedie da ormai 10 anni rimane allibito per la leggerezza con cui è stata fatta e approvata questa legge vergognosa e a favore dei più forti, che non si è fermata neppure davanti alla vita e alla sofferenza di lavoratori costretti a svolgere lavori pericolosi, stressanti e faticosi quasi fino a settant’anni. E questo riguarda anche tantissimi artigiani che muoiono numerosissimi in tarda età. Li vedi con le mani gonfie, con la schiena dolorante, con riflessi poco pronti. Insomma come definire questo autentico calvario a cui sono sottoposti questi lavoratori? E poi con la tecnologia che c’è ora com’è possibile che si assiste a giugno alla morte di un agricoltore al giorno, schiacciato dal trattore senza che nessuno in Parlamento alzi la voce per questa carneficina. Sono 66 dall’inizio dell’anno e 352 da quando si è insediato il Governo Renzi. Nessuno della minoranza PD e dell’opposizione ha niente da dire e questo solo perché il Ministro Martina delle Politiche Agricole appartiene a questa minoranza? E’ solo “ammoina” quella a cui assistiamo ogni giorno in Parlamento per problematiche che ai cittadini e lavoratori non gliene può fregare di meno? Povero nostro Paese come sei ridotto con questa classe dirigente. Un autentico e importante calo delle morti c’è stato nella Regione Lombardia nei primi sei mesi di quest’anno, nessuno è più lontano di me dalla Lega, contro il razzismo di noi meridionali ci ho anche scritto anche un libro vent’anni fa “Maruchein” (terrone) abitavo in Via del Carroccio. Ma non sono cieco e prevenuto su queste tragedie. Se il risultato che sta ottenendo la Lombardia non è frutto della casualità, come è capitato per altre importanti regioni, ma di un lavoro fatto sul territorio, tanto di capello a chi questa regione la dirige nelle varie articolazioni. Occorre capire che le morti sul lavoro sono da “conteggiare” non con assurdità come “l’indice occupazionale” e altre amenità del genere, ma sul numero complessivo della popolazione, visto che a morire sono tantissimi lavoratori non assicurati all’INAIL, o che lavorano in nero. La Lombardia ha il doppio degli abitanti delle regioni più popolose del nostro Paese, e rispetto alle altre ha da quando monitoro questo fenomeno un andamento migliore. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it
SONO 300 I MORTI PER INFORTUNI
sui LUOGHI DI LAVORO dall’inizio dell’anno.
Oltre 630 se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere.
Morti per infortuni sui luoghi di lavoro nel 2016 per regione e provincia in ordine decrescente. I morti sulle autostrade e all’estero non sono conteggiate nelle province. Quando guardate l’andamento delle regioni e delle province pensate che ci sono almeno altrettanti morti per infortuni sulle strade e in itinere.

Campania 33 Napoli (13 di questi 3 in mare), Avellino (4), Benevento (1), Caserta (6), Salerno (9). Emilia-Romagna 31 Bologna (5). Forlì-Cesena (6), Ferrara (3), Modena (4), Parma (2), Piacenza (2), Ravenna (2), Reggio Emilia (6), Rimini (1). Veneto 26 Venezia (2), Belluno (3), Padova (6), Rovigo (1), Treviso (3), Verona (3), Vicenza (8). Toscana 24 Firenze (1), Arezzo (4), Grosseto (1), Livorno (4), Lucca (3), Massa Carrara (6), Pisa (2), Pistoia (1) , Siena (2) Prato (1).  Lazio 22 Roma (7), Viterbo (5) Frosinone (3) Latina (6) Rieti (1). Sicilia 20 Palermo (1), Agrigento (3), Caltanissetta (3), Catania (5), Enna (1), Messina (3), Ragusa (1), Siracusa (), Trapani (1). Piemonte 19 Torino (3), Alessandria (1), Asti (5), Biella (), Cuneo (9), Novara (), Verbano-Cusio-Ossola () Vercelli (1).  Lombardia 19 Milano (1), Bergamo (3), Brescia (9), Como (2), Cremona (1), Lecco (1), Lodi (), Mantova (), Monza Brianza (), Pavia (2), Sondrio (), Varese. Puglia 14 Bari (), BAT (2), Brindisi (1), Foggia (2), Lecce (2), Taranto (7) Trentino-Alto Adige 10 Trento (6), Bolzano (4).  Marche 10 Ancona (2), Macerata (4), Fermo (), Pesaro-Urbino 1(), Ascoli Piceno (2). Abruzzo 10 L'Aquila (1), Chieti (5), Pescara (2) Teramo (2). Sardegna 9 Cagliari (4), Carbonia-Iglesias (), Medio Campisano (), Nuoro (1), Ogliastra (), Olbia-Tempio (), Oristano (1), Sassari (3).  Calabria 8 Catanzaro (3), Cosenza (2), Crotone (1), Reggio Calabria (1) , Vibo Valentia (1). Umbria 4 Perugia (1) Terni (3). Liguria 4 Genova (2), Imperia (1), La Spezia (), Savona (1). Molise 4 Campobasso (4), Isernia (). Friuli-Venezia Giulia 3 Trieste, Gorizia (1), Pordenone (1), Udine (1).  Basilicata1 Potenza (1) Matera () Valle D’Aosta () I lavoratori morti sulle autostrade, all’estero e in mare non sono segnalati a carico delle province-
Consigliamo a tutti quelli che si occupano di queste tragedie di separare chi muore per infortuni sui luoghi di lavoro, da chi muore sulle strade e in itinere con un mezzo di trasporto. I lavoratori che muoiono sulle strade e in itinere sono a tutti gli effetti morti per infortunio sul lavoro, ma richiedono interventi completamente diversi dai lavoratori morti sui luoghi di lavoro. E su questo aspetto che si fa una gran confusione. Ci sono categorie come i metalmeccanici che sui luoghi di lavoro hanno pochissime vittime per infortuni, poi, nelle statistiche ufficiali, non separando chiaramente le morti causate dall’itinere, dalle morti sui luoghi di lavoro, risultano morire in tantissimi in questa categoria che è numerosissima e ha una forte mobilità per recarsi o tornare dai luoghi di lavoro. Anche quest’anno una strage di agricoltori schiacciati dal trattore, sono già 66 dall’inizio dell’anno, Tutti gli anni sui LUOGHI DI LAVORO il 20% di tutte le morti per infortuni sono provocate da questo mezzo. 132 sono i morti schiacciati dal trattore nel 2015 e 152 nel 2014. Contiamo molto della sensibilità dei media e dei cittadini che a centinaia ogni giorno visitano il sito. In questi nove anni di monitoraggio le percentuali delle morti nelle diverse categorie sono sempre le stesse: l’agricoltura sempre la categoria con più vittime, seguono l’edilizia, i servizi, i metalmeccanici e l’autotrasporto.
Morti sul lavoro nel 2015
Le morti sulle autostrade e all’estero non sono segnalate nelle province
SONO STATI 678 I MORTI PER INFORTUNI SUI LUOGHI DI LAVORO nel 2015
CONTRO I 661 del 2014 +2,6%. ERANO 637 nel 2008 +6,1%
L’INAIL nel 2014 ha riconosciuto complessivamente 662 morti sul lavoro, di questi il 52% sono decessi in itinere e sulle strade ma le denunce per infortuni mortali sono state 1107. Crediamo che anche per il 2015 ci siano più o meno le stesse percentuali. Nel 2015 tra gli assicurati INAIL c’è stata un'inversione di tendenza, per la prima volta dopo tantissimi anni questo Istituto vede aumentare le denunce per infortuni mortali. Ma le denunce non comportano necessariamente un riconoscimento dell'infortunio mortale. Sta a noi che svolgiamo un lavoro volontario, senza interesse di nessun tipo, far conoscere anche questo aspetto ai cittadini italiani.

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