Report morti per infortuni sul lavoro al 31
ottobre 2016
SUPERATI NEL 2016 I 1200
MORTI PER INFORTUNI, DI CUI 543 SUI LUOGHI DI LAVORO (tutti registrati). I
rimanenti sulle strade e in itinere. Sono conteggiate tra tutte le vittime
anche i morti in nero e le categorie non assicurate all’INAIL che monitora solo
i propri assicurati
Finalmente registriamo un calo consistente dei
morti per infortuni sul lavoro, -7,8% rispetto ai primi dieci del 2015, ma l’anno
scorso è stato un anno orribile su questo fronte. Un lievissimo calo finalmente
anche rispetto ai primi dieci mesi del 2008 anno d’apertura dell’Osservatorio.
Al 31 ottobre del 2008 erano 551-1,5%. Le categorie che subiscono più infortuni
mortali sono sempre le stesse; l’Agricoltura ha esattamente un morto su tre sui
luoghi di lavoro di tutte le categorie. E’ allucinante vedere che alte il 62%
di queste morti sono provocate dal trattore che schiaccia e fa morire in modo
atroce il conducente. In questo momento dall’inizio dell’anno ne sono morti
117. Sono anni che chiediamo ai ministri che si susseguono di fare almeno una
campagna informativa sulla pericolosità del mezzo. Ma niente. Anche
trasmissioni come Linea Verde, condotto dall’ottimo Patrizio Roversi non parlano
mai di queste tragedie che ci sono quasi ogni giorno sui campi, e una corretta
informazione sul pericolo del mezzo potrebbe fare molto per far diminuire i
morti. La seconda categoria con più morti sui luoghi di lavoro è l’edilizia con
il 19,4%. La cadute dall’alto sono il maggior fattore di rischio in questa
categoria. E’ l’autrasporto con il 9% dei morti la terza categoria con più
vittime. In questa categoria sono inseriti i morti di diversi comparti
lavorativi. L’industria, esclusa
l’edilizia, comprese le imprese più piccole hanno complessivamente l’8,3%. Poi
gli artigiani di tantissime categorie muoiono numerosissimi, soprattutto nelle
imprese appaltatrici, la strage riguarda anche numerosissime Partite Iva che
non sono inserite tra le morti sul lavoro nelle statistiche dell’INAIL. E
questo perché l’INAIL monitora solo i propri assicurati. A questo istituto
arrivano moltissime denunce per infortuni anche mortali, che poi non vengono
riconosciuti come tali proprio per non essere assicurati a questo Istituto. Poi
anche per le morti in itinere che spesso non vengono riconosciute per una
normativa specifica che la maggioranza di chi lavora non conosce. Gli stranieri
morti sui luoghi di lavoro sono il 9.6%. IL 29,6% di tutte le morti sui luoghi
di lavoro riguardano lavoratori dai 61 anni in su. In età dove occorrerebbe già smettere di
lavorare e meritarsi il meritato riposo su muore sui luoghi di lavoro in numeri
spaventosi.
Morti per infortuni sui LUOGHI DI LAVORO
nel 2016
per Regione e Provincia in ordine decrescente.
(Sui luoghi di lavoro significa che sono esclusi da questo conteggio i
morti per le strade e in itinere che richiedono interventi completamente
diversi)
I morti sulle autostrade e all’estero non sono
conteggiati nelle province. Se guardate qui sotto l’andamento delle regioni e
delle province, calcolate che ci sono almeno altrettanti morti per infortuni
sulle strade e in itinere
Campania 55 Napoli (19 di questi 3 in mare), Avellino
(7), Benevento (4), Caserta (10), Salerno (15). Emilia-Romagna 52 Bologna (10).
Forlì-Cesena (7), Ferrara (3), Modena (10), Parma (5), Piacenza (3), Ravenna
(3), Reggio Emilia (10), Rimini (1). Toscana
42 Firenze (3), Arezzo (5), Grosseto (2),
Livorno (7), Lucca (5), Massa Carrara (7), Pisa (3), Pistoia (2), Siena (3) Prato (3). Lombardia 41 Milano (3), Bergamo (6), Brescia (15), Como (3),
Cremona (3), Lecco (2), Lodi (), Mantova (1), Monza Brianza (2), Pavia (3),
Sondrio (3), Varese. Veneto 46 Venezia (7), Belluno (5), Padova (7), Rovigo (2), Treviso (4), Verona (5), Vicenza
(16). Sicilia 36 Palermo (8), Agrigento (3), Caltanissetta (6), Catania
(6), Enna (1), Messina (4), Ragusa (4), Siracusa (), Trapani (4).
Piemonte 38 Torino (10), Alessandria (5), Asti (5),
Biella (2), Cuneo (14), Novara (2), Verbano-Cusio-Ossola (1) Vercelli (1) Lazio 33 Roma (10), Viterbo (5) Frosinone (6)
Latina (9) Rieti (3). Puglia 26 Bari (3), BAT (6), Brindisi (1), Foggia (4), Lecce
(4), Taranto (8) Trentino-Alto Adige 19 Trento (10), Bolzano (9). Abruzzo 19 L'Aquila (2), Chieti (11), Pescara (3)
Teramo (3). Calabria 18 Catanzaro (4), Cosenza (6), Crotone (1), Reggio
Calabria (4) Vibo Valentia (3) Marche
15 Ancona (5), Macerata (4), Fermo (1),
Pesaro-Urbino (2), Ascoli Piceno (2). Sardegna
11 Cagliari (4), Carbonia-Iglesias (), Medio
Campidano (), Nuoro (1), Ogliastra (), Olbia-Tempio (), Oristano (3), Sassari
(3). Friuli-Venezia Giulia 11 Trieste (2), Gorizia (1), Pordenone (2), Udine (6). Umbria 8 Perugia (3) Terni (5). Liguria 7 Genova (3), Imperia (2), La Spezia (1),
Savona (1). Valle D’Aosta (3) Basilicata
1 Potenza (1) Matera I lavoratori morti sulle autostrade, all’estero e in
mare non sono segnalati a carico delle province-
Consigliamo a tutti quelli che si occupano di queste
tragedie di separare chi muore per infortuni sui luoghi di lavoro, da chi muore sulle
strade e in itinere con un mezzo di trasporto. I lavoratori che muoiono sulle
strade e in itinere sono a tutti gli effetti morti per infortunio sul lavoro,
ma richiedono interventi completamente diversi dai lavoratori morti sui luoghi di lavoro. E su questo aspetto
che si fa una gran confusione. Ci sono categorie come i metalmeccanici che sui luoghi di lavoro hanno
pochissime vittime per infortuni, poi, nelle statistiche ufficiali, non
separando chiaramente le morti causate dall’itinere, dalle morti sui luoghi di
lavoro, risultano morire in tantissimi in questa categoria che è numerosissima,
e che ha una forte mobilità per
recarsi o tornare dal posto di lavoro. Anche quest’anno una strage di
agricoltori schiacciati dal trattore, sono 117 dall’inizio dell’anno, Tutti gli
anni sui LUOGHI DI LAVORO il 20% di tutte le morti per infortuni sono provocate
da questo mezzo. 132 sono i morti schiacciati dal trattore nel 2015 e 152 nel
2014. Contiamo molto della sensibilità dei media e dei cittadini che a
centinaia ogni giorno visitano il sito. In questi nove anni di monitoraggio le
percentuali delle morti nelle diverse categorie sono sempre le stesse:
l’agricoltura è sempre la categoria con più vittime, seguono l’edilizia, i
servizi, l’industria (tutta) e l’autotrasporto. Ricordo a tutti quelli che
s’interessano di queste tragedie l’unico parametro valido per valutare
l’andamento di una provincia o di una regione è il numero di abitanti.
Tantissime sono le morti in nero.
Morti sul lavoro nel 2015
Le morti sulle autostrade e all’estero non
sono segnalate nelle province
SONO STATI 678 I MORTI PER INFORTUNI SUI LUOGHI DI LAVORO nel
2015
CONTRO I 661 del 2014 +2,6%. ERANO 637 nel 2008 +6,1%
L’INAIL nel 2014 ha riconosciuto complessivamente 662
morti sul lavoro, di questi il 52% sono decessi in itinere e sulle strade ma le
denunce per infortuni mortali sono state 1107. Crediamo che anche per il 2015
ci siano più o meno le stesse percentuali. Nel 2015 tra gli assicurati INAIL
c’è stata un'inversione di tendenza, per la prima volta dopo tantissimi anni
questo Istituto vede aumentare le denunce per infortuni mortali. Ma le denunce
non comportano necessariamente un riconoscimento dell'infortunio mortale. Sta a
noi che svolgiamo un lavoro volontario, senza interesse di nessun tipo, far
conoscere anche questo aspetto ai cittadini italiani.
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Appello
a Vasco Errani commissario straordinario per il terremoto
Caro Vasco
Errani, conosciamo da abitanti della Regione la sua professionalità e
preparazione da ex Presidente della Regione Emilia Romagna. Il terremoto in
Emilia ha dimostrato la vulnerabilità della fabbriche costruite negli anni
sessanta, ottanta e novanta e anche più recenti. Molte delle vittime del
terremoto in Emilia erano lavoratori rimasti schiacciati per il
crollo dei capannoni. Lo stesso terremoto di tre giorni fa che ha colpito
l’Umbria e le Marche ha evidenziato che i capannoni industriali in Italia sono
per la maggior parte a rischi sismico. E’ un miracolo che non ci siano stati
morti nella cartiera a Pioraco di Macerata. Il tetto è crollato nel cambio
turno, nella fabbrica stavano lavorando solo 20 persone che sono riuscite a
scappare.
L’intero tetto della sala macchine è
crollato. In questa fabbrica ci lavorano complessivamente 146 lavoratori e se
fossero stati tutti all’interno ci sarebbe stata una strage. E’ un miracolo,
come nel terremoto in Emilia che pur provocando vittime tra i lavoratori è
capitato di notte e in orari dove sotto i capannoni ci lavoravano pochissime
persone. La maggioranza dei capannoni industriali in Italia sono costruiti in
anni dove non si teneva in nessun conto del rischio sismico. Se non si comincia
a farli mettere in sicurezza è a rischio la vita di chi ci lavora sotto, e
parliamo di milioni di lavoratori. La prego di non sottovalutare questo
rischio. Del resto con incentivi e detassazioni si potrebbero mettere tutti in
sicurezza con una spesa non eccessivamente alta.
http://www.articolo21.org/2016/10/terremoto-mettiamo-in-sicurezza-i-capannoni-industriali-appello-al-commissario-straordinario-vasco-errani/