Incredibile e intollerabile il numero di morti provocate da questo mezzo e senza che il Parlamento se ne occupi. Nessuno che occupa questi scranni alzi un dito per far cessare questa strage che si potrebbe attenuare. Ma la vita di chi lavora poco interessa. Rendiamo onore almeno noi del web a queste vittime sacrificali. Fino a quando il Parlamento sarà al srvizio delle lobby nulla cambierà. Il lavoro dipendete non ha nessuna rappresentanza parlamentare. E' ora che chi lavora si riprenda in mano la propria rappresentanza politica votando alle prossime elezioni politiche chi svolge il loro lavoro. Oltre venti milioni di lavoratori dipendenti non hanno nessuno che li tuteli in parlamento.
Morti sul lavoro dall’inizio dell’anno al 27
agosto 2017
Sono diventati 444 sui luoghi di lavoro
e oltre 950 con le morti sulle strade e in itinere
L’osservatorio Indipendente di Bologna
morti sul lavoro monitora tutti i morti sul lavoro e non solo gli assicurati
INAIL
Osservatorio Indipendente di Bologna
morti sul lavoro
Al 31 luglio 2017 dall’inizio dell’anno sono 399 i morti sui luoghi di
lavoro, oltre 900 con le morti sulle strade e in itinere. Al 31 luglio nel 2016
erano 374 i lavoratori morti per infortuni sui LUOGHI DI LAVORO, registriamo un
aumento del + 6,3%. Al 31 luglio del 2008 anno di apertura dell’Osservatorio i
morti per infortuni sui LUOGHI DI LAVORO furono 354 +11,2%. Chi parla di
continui cali non spiega agli italiani che quelli diffusi dall’INAIL e dai
media non sono rappresentativi di tutti i morti sul lavoro. Se si vogliono confrontare con i morti
dell’Osservatorio con quelli dell’INAIL occorre fare riferimento ai morti di
questo istituto senza il mezzo di trasporto. Tantissime denunce arrivate
all’INAIL per infortuni mortali, che tra l’altro sono parziali e non
comprensive di tutte le categorie, l’anno successivo, una volta valutate le
cause spariranno dalle statistiche. Mediamente ogni anno sono il 30/40% di
tutte le denunce arrivate a questo Istituto dello Stato non vengono
riconosciute come infortuni mortali sul lavoro. Ma quelle denunce non
riconosciute, chi riguardano, e perché non sono riconosciute? Parliamo di
400/500 denunce di lavoratori morti per infortuni. E’ un miracolo che fa
resuscitare questi morti?
L’anno scorso in Europa sono stati 10.000 i lavoratori morti mentre
andavano o tornavano dal lavoro (indagine europea). Tantissime le donne
sovraccaricate sul posto di lavoro, oltre che dal carico famigliare e dai
lavori domestici. Quando in itinere sono alla guida di un automobile hanno
spesso incidenti anche mortali. Molti infortuni poi non vengono riconosciuti
come tali a causa della normativa specifica dell’itinere. E quando andate a
vedere ogni anno le denunce per infortuni pervenute all’INAIL vi accorgete che
poi successivamente non vengono riconosciute come morti sul lavoro mediamente
il 30/40% delle denunce per infortuni mortali. Occorre ricordare che anche
quest’anno, come i precedenti, che un lavoratore su cinque muore schiacciato
dal trattore che guida. Ma con questa casta parlamentare, nessuno escluso,
parlare della vita di chi lavora e come parlare di niente. Le percentuali delle
morti nelle varie categorie sono sempre quelle tutti gli anni. L’agricoltura ha
sempre più del 30% delle morti sul totale, segue l’edilizia che supera ogni
anno il 20%. Poi l’industria e l’autotrasporto che si contendono sempre il
terzo e quarto posto in questa triste classifica. Ma queste due categorie sono
sempre sotto il 10%, nonostante milioni di addetti e questo, per fortuna,
abbiamo ancora sindacati che esercitano controlli sulla Sicurezza. Gli stranieri morti per infortuni sui luoghi
di lavoro sono in questo momento il 10% sul totale. E’ spaventoso pensare che i
nostri giovani non trovano lavoro e si è innalzata l’età per andare in pensione
di molti anni anche a chi svolge lavori pericolosi. Anche quest’anno il 31% dei
morti sui LUOGHI DI LAVORO ha dai 61 anni in su.
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Le morti verdi provocate dal trattore
Strage continua, sono già 100 dall’inizio dell’anno gli agricoltori morti
schiacciati dal trattore. A questi occorre aggiungere tanti altri che sono
morti o perché trasportati a bordo (anche bambini) o per le strade a causa di
incidenti provocati da questo mezzo. Da quando nel 2014 si insediò il Governo
Renzi, poi Gentiloni abbiamo come ministro delle Politiche Agricole Martina,
sono morti in modo così atroce ben 501 guidatori di questo mezzo mortale. Tra l’altro il parlamento ha rinviata per
l’ennesima volta la legge europea che obbliga chi giuda questo mezzo mortale a
sottoporsi a un esame che ne verifichi l’idoneità alla guida. Un morto su cinque sui luoghi di lavoro di tutte le categorie è causato dal
ribaltamento del trattore. Occorrerebbe (ma lo
scriviamo da tanti anni senza nessun risultato) che chi ci governa faccia una
campagna informativa sulla pericolosità del mezzo. E chi di dovere metta a
disposizione forti incentivi per mettere in sicurezza i vecchi trattori.
Morti nelle Regioni e Province italiane nel 2017 per ordine decrescente, sono esclusi dalle province i morti sulle autostrade e all’estero.
N.B i morti segnalati nelle Regioni sono solo quelli sui LUOGHI DI LAVORO.
Con le morti sulle strade e in itinere gli infortuni mortali in ogni provincia
e regione sono mediamente il 120% in più ogni anno
LOMBARDIA 43 Milano (7), Bergamo (7), Brescia (6), Como (1), Cremona (1), Lecco (3),
Lodi (2), Mantova (3), Monza Brianza (4), Pavia (3), Sondrio (4), Varese (2) VENETO 43 Venezia (5), Belluno (), Padova (4), Rovigo (5), Treviso (9), Verona (10), Vicenza (10). CAMPANIA 35 Napoli (14), Avellino (3),
Benevento (3), Caserta (8), Salerno (7). ABRUZZO 31 L'Aquila (7), Chieti (5), Pescara (12) Teramo (7) EMILIA ROMAGNA 28 Bologna (3). Forlì-Cesena (1),
Ferrara (3), Modena (5), Parma (4), Piacenza (3), Ravenna (5), Reggio Emilia (4),
Rimini (). SICILIA 27 Palermo (5), Agrigento (5), Caltanissetta (), Catania (2), Enna (2),
Messina (1), Ragusa (4), Siracusa (1), Trapani (7). PIEMONTE 25 Torino (8), Alessandria (2), Asti (2), Biella (1), Cuneo (9), Novara
(), Verbano-Cusio-Ossola (1) Vercelli (3) LAZIO 22 Roma (6), Viterbo (7) Frosinone (4) Latina (5) Rieti (). TOSCANA 20 Firenze (2), Arezzo (), Grosseto
(4), Livorno (3), Lucca (2), Massa Carrara (1), Pisa (5), Pistoia (1), Siena () Prato (1). PUGLIA 18 Bari (4), BAT (1), Brindisi (4),
Foggia (3), Lecce (5) Taranto () CALABRIA 19 Catanzaro (2), Cosenza (9), Crotone (1), Reggio Calabria (4) Vibo
Valentia (3) MARCHE 13 Ancona (2), Macerata (1), Fermo (1), Pesaro-Urbino (6), Ascoli Piceno
(3). LIGURIA 12 Genova (4), Imperia (2), La Spezia (1), Savona (5). UMBRIA 12 Perugia (9) Terni (3). SARDEGNA 9 Cagliari (3), Carbonia-Iglesias
(), Medio Campidano (), Nuoro (), Ogliastra (), Olbia-Tempio (), Oristano (3),
Sassari (3). Sulcis inglesiente () TRENTINO ALTO
ADIGE 9 Trento (3), Bolzano (6). FRIULI VENEZIA GIULIA 7 Trieste (2),
Gorizia (1), Pordenone (), Udine (4). Molise 6 Campobasso (3), Isernia (3) BASILICATA 2 Potenza (1) Matera (1) VALLE D’AOSTA ()
I morti sulle autostrade e all’estero non sono a carico delle province
Molte delle vittime del terremoto in Emilia erano lavoratori rimasti
schiacciati per il crollo dei capannoni. Lo stesso terremoto che ha colpito
l’Umbria e le Marche ha evidenziato che i capannoni industriali in Italia sono
per la maggior parte a rischio sismico. E’ un miracolo che non ci siano stati
morti nella cartiera a Pioraco di Macerata. Il tetto è crollato nel cambio
turno, nella fabbrica stavano lavorando solo 20 persone che sono riuscite a
scappare. L’intero tetto della sala macchine è crollato. In questa fabbrica ci
lavorano complessivamente 146 lavoratori e se fossero stati tutti all’interno
ci sarebbe stata una strage. E’ un miracolo, come nel terremoto in Emilia che
pur provocando vittime tra i lavoratori è capitato di notte e in orari dove nelle
fabbriche ci lavoravano pochissime persone. La maggioranza dei capannoni
industriali in Italia sono stati costruiti in anni dove non si teneva in nessun
conto del rischio sismico. Tantissimi di questi capannoni hanno le travi SOLO appoggiate
sulle colonne e nel caso di terremoti possono muoversi dall’appoggio e
crollare.
Se non si comincia a farli mettere in sicurezza è a rischio la vita di chi
ci lavora sotto, e parliamo di milioni di lavoratori. Del resto con incentivi e
detassazioni si potrebbero mettere tutti in sicurezza con una spesa non
eccessivamente alta.
Report morti sul lavoro nell’intero 2016
Nel 2016 sono morti 641 lavoratori sui luoghi di lavoro e oltre 1400 se si
considerano i morti sulle strade e in itinere (stima minima per l’impossibilità
di conteggiare i morti sulle strade delle partite iva individuali e dei morti
in nero), e di altre innumerevoli posizioni lavorative, ricordando che solo una
parte degli oltre 6 milioni di Partite Iva individuali sono assicurate
all’INAIL. L’unico parametro valido per confrontare i dati dell’INAIL e di chi
li utilizza per fare analisi, e dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti
sul lavoro sono i morti per infortuni INAIL SENZA MEZZO DI TRASPORTO, e confrontare
quanti ne registra in più l’Osservatorio. Si ha così il numero reale delle
morti per infortuni sui LUOGHI DI LAVORO IN ITALIA e non solo degli assicurati
INAIL.
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