Che dire dopo dieci anni di questo lavoro spesso demoralizzante, spesso sentito come inutile? Dieci anni fa non avrei mai immaginato che avrei continuato per un periodo così lungo a svolgere questo lavoro volontario. Ore ore, giorni e giorni, anni e anni passati su una tastiera di un computer a monitorare, archiviare, denunciare con tenacia queste autentiche tragedie dovute all'indiffernza. I morti sul lavoro non sono mai stati così tanti da quando quel lontano 1° gennaio 2008 ho cominciato a "conteggiare le vittime degli infortuni si Lunghi di Lavoro, mese dopo mese sfogliano i file delle morti sul lavoro archiviate mi rendevo conto di quante "balle" venivano raccontate. Che i morti sul lavoro erano molti di più di quelli che venivano raccontati. Io a volte ridicolizzato, sentito come corpo estraneo dalle Istituzioni, come un "rompiballe" per la politica di ogni colore, uno che diceva cose inventate: che esagerava il numero dei morti sul lavoro, per chissà quali oscure trame contro chi di turno stava governando il Paese. Telefonate importanti che attestavano questo sconcerto del "potere" verso uno che non si voleva fare inquadrare. Di sinistra populista, di destra. A nessuno di questi è passato per la testa che ci sono cittadini che con lavoro volontario cercano di dare una mano per far comprendere fenomeni drammatici, spesso sottovalutati volutamente da un'alleanza del potere che, superate tutte le barriere politiche, si alleano occultamente e palesemente contro chi mette in discussione il loro potere. Tutti alleati contro nemici inesistenti. Si chiudono a ogni contatto con la Società Civile se questa non si asservisce. Ma tantissimi italiani, oltre un milione hanno visito in questi anni l'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro, ritenendolo l'unica fonte credibile per sapere la vera entità del fenomeno. Ho trascurato in questo decennio la mia passione artistica, ma lo dovevo a quei poveri operai morti in modo così drammatico quella tragica notte di dicembre a Torino, lo devo anche a quel terzo dei morti per infortunio in Italia che spariscono dalle statistiche che addirittura "resuscitano" e non parliamo di pochi lavoratori, ma di intere categorie, di centinaia di lavoratori che non hanno neppure l'onore di apparire come vittime di lavoro. Onoriamoli almeno nella morte ingiusta. Ma continuiamo, io e le centinaia, a volte migliaia di italiani, e anche stranieri che visitano l'Osservatorio ogni giorno, di giornalisti come Santo della Volpe che mi ha supportato dall'apertura dell'Osservatorio fino alla sua morte. Continuiamo.
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