sabato 2 dicembre 2017

La strage giornaliera dimenticata dalla ThyssenKrupp di Torino: tra pochi giorni ricorrerà il decimo anniversario

 2 novembre. Fabio Gasparini un giovane di soli 18 anni è morto in un incidente nautico mentre trasportava su una barca materiale per conto di una ditta locale. Era stato assunto solo una settimana prima. Poi le considerazioni sulla preparazione a svolgere questo lavoro la lascio a tutti voi.
 La strage giornaliera dimenticata dalla ThyssenKrupp di Torino

Sono oltre 13.800 i morti per infortunio sul lavoro in questi dieci anni di monitoraggio, 6.234 sui luoghi di lavoro, gli altri sulle strade e in itinere

L’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
compie 10 anni
http://cadutisullavoro.blogspot.it/
Il 31 dicembre 2017 l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro compirà dieci anni.
L’Osservatorio è nato per non far dimenticare la tragedia della Thyssenkrupp di Torino che avvenne esattamente dieci anni fa, nella notte tra il 6 e il 7 dicembre 2007.
Mi ricordo che rimasi sconvolto quando appresi della tragedia che colpì quei sette lavoratori, arsi vivi. Ricordo che le guance mi si bagnarono di lacrime. Per curiosità feci una ricerca su Internet per capire quanti erano i lavoratori morti per infortuni quell’anno, ma le notizie più recenti avevano almeno sei mesi o un anno e la fonte era sempre l’INAIL.
Ero appena andato in pensione e il mio unico desiderio era quello di potermi dedicare finalmente all’arte, che è sempre stata la passione della mia vita. Ma non riuscivo a restare indifferente a quello che era successo e decisi di occuparmi in prima persona del monitoraggio delle morti sul lavoro e con l’aiuto dei miei due figli creammo un sito e tabelle specifiche dove venivano registrati tutti i decessi. Nelle tabelle registravo anche tutte le notizie relative all’infortunio mortale: le generalità della vittima, la data dell’infortunio, la provincia dove l’infortunio si era verificato, l’età della vittima, professione e brevi cenni sulle modalità dell’infortunio.
Dopo un anno le prime sorprese: i morti che registravo sui luoghi di lavoro erano molti di più di quelli che venivano diffusi. Come mai?
Dopo anni, anche con l’aiuto di bravi giornalisti come Santo della Volpe, che ricordo con affetto, scoprimmo che l’INAIL monitorava solo i propri assicurati e che tantissimi non lo erano, che quelle che diffondeva inoltre erano solo le denunce che riceveva questo Istituto, poi dopo un iter burocratico, molte di queste non venivano riconosciute come tali.
Che le morti in nero non le prendeva in considerazione nessuno.
Dunque, un terzo delle morti per infortunio sul lavoro non sono presenti in nessun monitoraggio: solo l’Osservatorio le registra tutte.

Inoltre, oltre la metà dei morti per infortunio sul lavoro erano sulle strade e con un mezzo di trasporto; che sulle strade muoiono in itinere tantissime donne.
Che, contrariamente a quello che si pensa, le principali categorie dove si muore di più sono l’agricoltura, l’edilizia, quelle inerenti ai servizi all’impresa, l’autotrasporto, e l’industria.
Nessuno avrebbe mai immaginato che ogni anno muoiono schiacciati dal trattore dai 120 ai 150 agricoltori: complessivamente sono morti in modo così atroce in questi dieci anni oltre 1000 guidatori di questo mezzo, 1 morto su 5 (esclusi i morti senza mezzo di trasporto) è causato da questo mezzo e chi guida il trattore e muore ha tra i 17 e gli 85 anni.
Tra l’altro occorrerebbe aggiungerne altri, come bambini e adolescenti che vengono trasportati a bordo, o che provocano le morti sulle strade.
Nessuno immagina che  ogni anno dal 20 al 25% di tutti i morti ha un’età superiore ai sessantanni e che con la Legge Fornero si è registrato un ulteriore incremento del numero di lavoratori morti per infortunio in tarda età, com’era addirittura ovvio prevederlo, ma che pur avendolo denunciato innumerevoli volte a tutti i partiti rappresentati in parlamento, a nulla è servito: mandare su un tetto un anziano con acciacchi, fargli guidare un trattore (pochi mesi fa il parlamento, ha rinviato per l’ennesima volta una legge europea che obbliga gli stati membri a far sottoporre a un esame per il patentino per guidare questo mezzo mortale più di ogni altro).
Per non parlare poi del pericolo che si corre su una strada con guidatori di TIR anziani, che muoiono numerosissimi sulle strade a causa dell’eccessivo numero di ore, dell’età e degli acciacchi.
Quindi è stata fatta nessuna distinzione tra chi svolge un lavoro sicuro e chi invece corre il pericolo di morire per la mancanza di riflessi poco pronti e che è pericoloso per sé e per gli altri.
Morti sui luoghi di lavoro
2008 637
2009 552
2010 561
2011 663
2012 624
2013 588
2014 662
2015 650
2016 641
2017 605

Carlo Soricelli
Curatore dell’Osservatorio indipendente di Bologna dei morti sul lavoro

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