“Pasqua di Resurrezione” i 149 lavoratori morti sui LUOGHI DI LAVORO dall’inizio dell’anno non resusciteranno.
Il reale numero di morti sul lavoro
senza trucchi
1° aprile. Report morti sui
LUOGHI DI LAVORO (escluso itinere e morti sulle strade che sono almeno
altrettanti ogni anno) nei primi tre mesi del 2018. I morti sui luoghi di
lavoro sono stati 149, rispetto ai 133 dello stesso periodo del 2017
registriamo un aumento del 10,7% rispetto ai primi tre mesi del 2017. I morti
schiacciati dal trattore sono stai ben 15 e con l’arrivo del bel tempo le vittime
provocate da questo mezzo aumenteranno spaventosamente. Ci sono state nel 2018 già
due morti multiple: i Vigili del Fuoco di Catania e dei due lavoratori nel Porto
di Livorno. Ce ne saranno ancora: ogni anno sono dalle 4 alle sei le morti per
infortuni che coinvolgono diversi lavoratori. Con 20 morti è il Veneto la
Regione con più morti sul lavoro, e questa Regione che ci dicono sia guidata
bene è sempre ai vertici di questa triste classifica, segue la Lombardia con
17, il Piemonte con 12, Campania e Toscana con 10. È Milano, con 8 morti la
provincia con più morti sul lavoro, seguono due province venete, Treviso e
Verona con 7 morti. Ho fondato l’Osservatorio
Indipendente di Bologna morti sul lavoro il 1° gennaio 2008, a seguito della
tragedia della Thyssenkrupp di Torino, dopo 40 anni di lavoro in Fabbrica, e
non mi arrenderò fino a quando la vita di chi lavora non sarà rispettata e
protetta come una cosa preziosa, come dovrebbe essere in un Paese civile. L’indifferenza
vista in questi anni dalla politica e dalla classe dirigente italiana è stata
spaventosa. Le ultime elezioni politiche hanno dimostrato che non si può
truccare la realtà. È emerso con evidenza che chi lavora non si fa infinocchiare
dalle chiacchiere da chi, voleva far passare come conquiste leggi porcate come
il Jobs act e la Fornero, che contribuiscono a far aumentare i morti sul
lavoro: è stato devastante far svolgere lavori pericolosi a chi ha acciacchi e riflessi
poco pronti dovuti all’età, togliendogli il diritto di andare in pensione. Il Jobs
act che ha abolito l’articolo 18 per tutti i nuovi assunti, è la forma di
precariato più umiliante: la democrazia non si può fermare davanti alla soglia
di un luogo di lavoro. Posso affermare, senza temere smentite, visto che i
morti sui LUOGHI DI LAVORO (escluso itinere) sono per il 95% dove non esiste l’articolo
18 dello Statuto dei Lavoratori. Soluzioni? Lasciare andare in pensione chi
svolge lavori pericolosi: far lavorare in tarda età solo chi se la sente.
Ripristinare l’articolo 18 per tutti, anche a chi ne è stato sempre privo. Chi
lavora ha il diritto di rifiutarsi di svolgere un lavoro pericoloso senza
correre il rischio di essere licenziato? Si. Chi lavora non ci sta più a fare l’utile
idiota per chi poi legifera contro i suoi interessi: è quello che è stato fatto
in questi ultimi vent’anni.
Quelli come me mica si
arrendono, sono sannita di nascita: testardi abbiamo combattuto duecento anni
contro i romani per difendere la nostra libertà, mica ci spaventano altri anni
di impegno per cose giuste e civili. In più sono cresciuto a Bologna, una città
che è stata culla della sinistra in Italia e dei diritti dei lavoratori per
decenni. Continueremo a denunciare, chiunque governerà questo paese. Grazie
agli oltre diecimila visitatori del blog di questi ultimi giorni. E al 1500000
che l’hanno visitato in questi anni. Per
approfondimenti Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
http://cadutisullavoro.blogspot.it
la scultura "cristo operaio" è del 1987
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