giovedì 17 maggio 2018

Povero Angelo, di nome e di fatto. Riposa in pace, noi non vi mertiamo. La fote del giovane di 28 anni morto questa mattina all'ILVA di Taranto. Ma sono già tre anche oggi 17 maggio i lavoratori morti sul lavoro: gli altri due morti nelle province di Torino e Forlì Cesena. Angelo lascia die bimbi piccoli



Angelo, il giovane morto questa mattina all’Ilva di Taranto. da dieci anni ho urlato nel deserto dei valori rappresentato da politica, sindacati, imprenditori, società civile. Mi sembrava di essere un ufo, di parlare di cose irreali, di fantascienza, quando denunciavo il numero impressionante di morti sul lavoro. nessuno che si degnava di rispondere, nessuno che rispondeva neppure, guardi non crediamo a quello che scrive: il suo numero di morti è fantasioso, è montato ad arte. Invece le critiche a governi che si succedevano, a politici, a sindacati, a imprenditori erano dettate dalla rabbia, si proprio da quella: un cittadino normale, senza nessun interesse, che faceva un lavoro di volontariato, lo faceva per chissà quale scopo: perché era un avversario politico (mai fatta politica attiva), un "fascista" perché criticava i sindacati, un rivoluzionario che voleva distruggere il sistema. Ipocriti il mio, come quella di tanti, è solo impegno civile: è voler credere che si può dare una mano anche senza occupare posti e prendere prebende. Adesso che le mie denunce trovano tantissimi italiani che si sono resi conto dell'enormità della strage di lavoratori, adesso si svegliano. ma oltre 14000 lavoratori sono morti, morti che si potevano evitare con politiche attente alla vita di chi lavora. Si siete voi che ci avete governato, che non avete fatto niente, i responsabili di larga parte di queste tragedie. Io alla sera faccio fatica ad addormentarmi, non per la coscienza sporca, ma per non essere riuscito a fare di più. In un'intervista radiofonica a Radio Popolare con Vittorio Agnoletto che mi intervistava parlavamo proprio di questo. di chi erano i morti nelle grandi aziende. Avevo appena detto, ma lo ripeto da anni che nelle gradni aziende a morire sono i lavoratori "figli di nessuno", non i dipendenti diretti ma dei lavoratori aziende che lavorano in appalto nelle aziende stesse. Quanti morti si sarebbero potuti evitare se il "potere" nel suo insieme non avesse avuto un atteggiamento che definire arrogante è limitativo. ‎La foto postata su F. da Corrado Gianluca Morelli‎ a Commissione Lavoro 5 Stelle Mantova
A Angelo dedico una mia vecchia poesia recitata magistralmente in apertura del blog da Flavio Insinna
Morti bianche

Chiamatele pure morti bianche.
Ma non è il bianco dell’innocenza
non è il bianco della purezza
non è il bianco candido di una nevicata in montagna
E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli
che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto
occhi spalancati dal terrore
dalla consapevolezza che la vita sta scappando via.
Un attimo eterno che toglie ogni speranza
l’attimo di una caduta da diversi metri
dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni
del trattore senza protezioni che sta schiacciando
dell’impatto sulla strada verso il lavoro
del frastuono dell’esplosione che lacera la carne
di una scarica elettrica che secca il cervello.
E’ un bianco che copre le nostre coscienze
e il corpo martoriato di un lavoratore
E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso
di una vita che si spegne lontana dagli affetti
di lacrime e disperazione per chi rimane.
Anche quest’anno oltre mille morti
vite coperte da un lenzuolo bianco.
Bianco ipocrita che copre sangue rosso
e il nero sporco di una democrazia per pochi.
Vite perse per pochi euro al mese
da chi è spesso solo moderno schiavo.
Carlo Soricelli


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