giovedì 27 dicembre 2018

Muore dopo sei mesi di agonia e sofferenza indescrivibile il secondo operaio delle Acciaierie Venete di Padova dove il 13 maggio un contenitore di acciaio incandescente si rovesciò a terra provocando una bomba di calore che investì 5 operai di cui due morti. Aveva ustioni sul 90% del corpo

PADOVA È morto il giorno di Santo Stefano Marian Bratu, operaio di 43 anni ricoverato in  condizioni disperate in ospedale il 13 maggio scorso in seguito al contenitore di acciaio liquido che cadendo a terra provocò l'infortunio mortale di Bratu, di un suo collega e del ferimento di altri tre operai.  Marian, che quel giorno riportò ustioni sul 90 per cento del corpo, venne immediatamente ricoverato in ospedale e portato in Rianimazione. L'altra vittima, il moldavo di 39 anni  morì anche lui diverso tempo dopo l'infortunio. Una sofferenza disumana e una tragedia che si poteva evitare
 Altri tre operai portano ancora i segni sul loro corpo martoriato, ma che per fortuna non ha provocato loro la morte. E questo governo toglie le tasse alle imprese  del 30% sui contributi all'INAIL di questi una buona parte che andavano alla Sicurezza. Eppure sanno che i morti su lavoro sono in forte aumento. Siamo in questo momento a 699 morti per infortuni sui luoghi di lavoro e oltre 1400 con i morti sulle strade e in itinere.  Di Maio si dovrebbe dimettere da Ministro del Lavoro, il suo servilismo verso la Lega che difende gli industriali padani è davvero sconcertante. TOLGONO RISORSE PER LA SICUREZZA PER FAR RISPARMIARE GLI INDUSTRIALI. Insomma i solidi Robin Hodd alla rovescio che tolgono ai poveri per dare ai ricchi

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