Sono 50 i morti sui
Luoghi di lavoro nel gennaio 2019. Nulla è cambiato. Questa mattina sono stato
intervistato in un’importante trasmissione di RAI 3. Sono stato invitato all’ultimo
momento, ma non è la prima volta in questa trasmissione: c’erano a parlare
delle morti sul lavoro un professore universitario di Bologna, una dirigente Inail
e Sebastiano Callieri responsabile della Sicurezza della CGIL. Prima di dire
quello che pensavo e scrivo da anni su queste tragedie con l’Osservatorio
Indipendente di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it, ho
voluto ricordare agli ascoltatori che Callieri mi aveva cancellato dagli amici
di Facebook diversi anni fa, e questo per le critiche che gli avevo fatto
vedendo una trasmissione televisiva. C’era lui, rappresentanti della
controparte e altri che non ricordo bene. Ebbi la spiacevole sensazione che
parlassero da istituzione a istituzione, d’accordo su tutto, anche di un calo
delle morti inesistente che tutti sostenevano: ma come mi chiesi, è un amico di
Facebook, sa bene quello che scrivo da anni, è il responsabile della CGIL ed è
d’accordo sul calo delle morti con la controparte? Sapeva che erano anni che
dicevo che le morti sul lavoro erano molte di più e non accennava neppure che c’erano
altri che monitoravano le morti sul lavoro. INDIPENDENTE. Ma vedi Caro Landini,
anche la CGIL è stata molto latitante verso queste tragedie, al di là della
solita litania “basta morti sul lavoro” dopo che ci sono morti particolarmente
cruente, che colpiscono l’opinione pubblica, non si è mai fatto nulla di
concreto per arginare questo enorme numero di morti sul lavoro, che non sono
mai calati nei dodici anni di monitoraggio. Anche se raccontano tutti gli anni
di cali INESISTENTI se si tengono conto tutti i morti sul lavoro e non solo gli
assicurati INAIL. Purtroppo, non ho potuto replicare questa mattina a Callieri,
che mi ha dato del protagonista. Si, Callieri mi ha fatto un complimento, vorrei
che anche lui lo fosse, che anche tutta la CGIL a cui sono iscritto da
pensionato, avesse il mio stesso protagonismo che da 12 anni, senza prendere un
euro da nessuno, sto ore e ore al giorno a monitore e registrare tutte le morti
sul lavoro. Basta con i tavoli istituzionali, il sindacato che ho conosciuto io
era quello che stava in mezzo ai lavoratori, era quello che ha impedito quando
avevo trent’anni di essere licenziato per il mio impegno e che per un mio
momento di difficoltà, che mi difese contro il licenziamento. È questa la CGIL
che voglio, che dialoghi meno con la politica, di qualsiasi colore, che faccia
meno tavoli con le controparti e torni vicina, anche fisicamente a chi lavora.
Il sindacato istituzione è stato fagocitato, e purtroppo si è fatto mangiare
molto volentieri. Un’ultima nota: sentire Damiano ex sindacalista, ex ministro
del lavoro che ora dall’opposizione sbraita contro questo governo (lo faccio
anch’io, ma posso farlo senza avermi nulla da rimproverare) sul tema dei morti
sul lavoro, mentre per dieci anni l’ho bombardato di mail e gli raccontavo che
i morti sul lavoro erano molti di più, che la legge Fornero, prima che entrasse
in vigore, avrebbe contribuito a far aumentare i morti sul lavoro in tarda età.
Niente, mai una risposta. Mai un interessamento. Non hanno capito che il PD è
crollato perché non è stato credibile. Lo stesso ho fatto col jobs act e questo,
purtroppo non riguarda solo Damiano, ma tutti quelli che ora dall’opposizione
si accorgono dei morti sul lavoro. Ma prima quando governavate dove eravate?
Eravate muti, ciechi e sordi. Purtroppo anche oggi, ultimo giorno del mese sono morti tre lavoratori: nelle province di Alessandria, di Cuneo e di Livorno. Domani il report Carlo Soricelli
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