martedì 18 febbraio 2020

La disfatta culturale dei lavoratori. Pensionato muore a 75 anni cadendo dal quarto piano mentre lavora.

La disfatta culturale. Era in pensione ormai da tempo e aveva ceduto la sua impresa edile ai figli, dopo una vita dedicata al lavoro, non riusciva ancora a rassegnarsi all’idea di staccarsi completamente dai cantieri. Ma i figli avevano il dovere di non farlo lavorare a quell’età, soprattutto aq non fargli svolgere lavori pericolosi. Ora, oltre all’enorme dispiacere nel vedere il padre che è morto sul lavoro, avranno anche dei risvolti penali per non avergli impedito di lavorare. Ed è per questo che parlo di disfatta culturale. In diversi casi, anche se relativamente pochi, rispetto all’imponente numero di morti sul lavoro, veniamo a conoscenza di pensionati morti che svolgevano lavori, anche pericolosi. A volte sono responsabilità individuali della vittima, ma altre, come in questo caso, anche di terzi. Occorre fare una grande campagna informativa, sui rischi e sulle responsabilità, anche penali per chi fa svolgere lavori a persone non in regola o in pensione. In tanti poi si fanno male e per fortuna hanno infortuni non mortali, che poi porteranno a conseguenze, anche sul piano pensionistico. Chi è in pensione, non può svolgere lavori in conto terzi. Questo deve essere molto chiaro. Moltissimi sono anche gli agricoltori che percepiscono una pensione e poi che muoiono schiacciati dal mezzo. Sta alle Istituzioni, ai Ministeri competenti, ma anche ai familiari vigilare, sensibilizzare e opporsi se un proprio caro fa lavori pericolosi. . Nello specifico di questa tragedia ora indagando gli agenti della polizia locale di Nichelino e gli ispettori dello Spresal dell’Asl To 5. In particolare gli investigatori dovranno ricostruire dalla dinamica dell’incidente, verificare le misure di sicurezza presenti nel cantiere e, soprattutto, chiarire il motivo della presenza dell’anziano manovale nichelinese all’interno dell’alloggio.

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