venerdì 21 ottobre 2022

Anche ieri 4 morti sui luoghi di lavoro, tra questi una donna, ma finalmente dopo aver parlato nel deserto per 15 anni ora c’è una grande consapevolezza e attenzione all'enorme numero di morti sul lavoro. Quante ne ho mandate giù in questi 15 anni: senza nessuno che si degnava (e ancora non si degna) di darmi l’onore delle armi. Ma pochi giorni fa un ex Senatore della Repubblica. Paolo Nerozzi, ex sindacalista CGIL non un senatore qualsiasi, ma uno che faceva parte della Commissione Lavoro del Senato dal 2008 al 2012, non confermato al suo secondo mandato perché troppo indipendente?

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nche ieri 4 morti sui luoghi di lavoro, tra questi una donna, ma finalmente dopo aver parlato nel deserto per 15 anni ora c’è una grande consapevolezza e attenzione all'enorme numero di morti sul lavoro. Quante ne ho mandate giù in questi 15 anni: senza nessuno che si degnava (e ancora non si degna) di darmi l’onore delle armi. Ma pochi giorni fa un ex Senatore della Repubblica. Paolo Nerozzi, ex sindacalista CGIL non un senatore qualsiasi, ma uno che faceva parte della Commissione Lavoro del Senato dal 2008 al 2012, non confermato al suo secondo mandato perché troppo indipendente? Nerozzi mi ha ringraziato per il lavoro svolto e che ha detto che il numero di morti che diffondeva INAIL (e io aggiungo diffonde anche ora) era un numero parziale, mancavano gli agricoltori schiacciati dal trattore, oltre 2000 in questo anno e i lavoratori in nero: ma a questi occorre aggiungere anche i 4 milioni di lavoratori non assicurati a questo Istituto. Mi hanno emarginato e isolato tutti, la stessa CGIL, con un suo responsabile dei morti sul lavoro, mi ha tolto l’amicizia su Facebook: l’avevo criticato per la sua condiscendenza verso le controparti in una tavola rotonda, avallava il loro numero di morti, diceva pure lui che erano in calo.  E poi un giornalista dell’Avvenire che mi confidava per telefono che ero considerato il peggior nemico dall’INAIL, e perché dicevo io? Perché mettevo in discussione la loro narrazione minimalista dei morti sul lavoro. Ma ho continuato per anni e anni a raccontare la vera realtà su queste tragedie, tra l’altro attaccando sempre tutta la politica di ogni colore per la loro indifferenza mi isolavano anche artisticamente. Si sono succeduti al governo del Paese Ministri del lavoro e delle Politiche Agricole, di ogni colore politico, ma tutti pur essendo informati dall’Osservatorio con i Report mensili mai si sono degnati di andare a vedere, di vedere se quello che scrivevo era vero. Un muro invalicabile da parte di tutti: eppure ero solo un cittadino che sconvolto per quello che era successo alla TyhssenKrupp di Torino poche settimane prima, dove sette operai erano morti bruciati vivi, aveva deciso, visto che non c’erano informazioni di cominciare questo lavoro di monitoraggio, avevo gli occhi bagnati dalle lacrime quella sera e mi ripromisi di fare qualcosa. In questi 15 anni più di tre milioni di visitatori anche dall’estero, mi dicevano che era importantissimo quello che stavo facendo in Italia; intervista dalla Francia, dalla Germania, dalla Svizzera, una volta anche dalle Nazioni Unite: ma dall’Italia silenzio, un silenzio mortale. Si proprio di questo, perché se chi doveva occuparsene e non lo faceva bene, se non con alcune parole retoriche,  perché tanto i morti sul lavoro calavano, mentre se si diffondeva la consapevolezza che erano in costante aumento se si monitoravano tutti (più 20% dal 2008 e, con un’accelerazione enorme   al 9% rispetto a questo giorno del 2021) Ma assistiamo ancora a incredibile disinformazione anche ora, ma come si fa a fare un’iniziativa di CGIL CISL e UIL scrivendo nel volantino che i morti sul lavoro sono solo 600 quest’anno, Come si fa quando si sono già superati i 1200 quest’anno, viene diffuso addirittura un numero di morti inferiore a quello di INAIL che ne monitora solo una parte, che scrive che al 31 agosto erano già 677, e ore in questi quasi due mesi sfiorerà i 900 complessivi di itinere? In questi 15 anni sono morti oltre 20000 lavoratori, anche se una buona parte sono stati occultati, spariti nel nulla; io ho dato loro visibilità. Un grazie particolare va al Presidente Giorgio Napolitano, l’unico quando era Presidente che parlava spessissimo di queste tragedie, Anche Papa Francesco lo ha fatto spesso, ora questa bellissima iniziativa a Bologna con il Cardinale Presidente CEI Matteo Zuppi alla Cappella Farnese. Si ora posso finalmente smettere di monitorare i morti, e lo farò a fine anno per dedicarmi finalmente a tempo pieno alla mia famiglia, ai miei 4 nipoti e all’arte che è la passione della mia vita.

Nella foto una mia opera: muratore del sud di 40 anni fa; anche ora muoiono anche nei cantieri e nelle fabbriche del nord soprattutto lavoratori meridionali, ora anche stranieri che sono il 12% di tutti i morti sui Luoghi di Lavoro (escluso itinere).

Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Nazionale morti sul lavoro di Bologna

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