venerdì 26 settembre 2025

Giorgio Canetti aveva 64 anni quando è morto per infortunio sul lavoro.

Nessuno ha scritto di lui sui giornali, nessun titolo, solo alcuni trafiletti nella cronaca locale. La sua è la storia di tanti che non fanno notizia. È successo a Busto Arsizio: stava aiutando un amico imbianchino, era salito su una scala malferma per tinteggiare una stanza. È bastato un attimo: la caduta, l’impatto, la fine. qualche anno fa aveva perso il lavoro. La fabbrica in cui era rimasto per più di vent’anni aveva chiuso i battenti. Troppo vecchio per essere riassunto altrove, troppo giovane per la pensione. Gli mancavano sei anni. Così aveva iniziato ad arrangiarsi: piccoli lavori in nero, faticosi e pericolosi, proprio quelli che un tempo raccomandava ai giovani di non accettare. Giorgio aveva sempre lavorato. Da ragazzo era rimasto fermo qualche anno: prima il militare, poi una fabbrica in crisi. Ma non si era mai arreso. In reparto era conosciuto per la sua generosità: aiutava i colleghi, difendeva i precari, diceva a tutti di non farsi mettere in pericolo. Poi, alla fine, toccò a lui farlo. Credeva nelle promesse di chi diceva di voler abolire la Legge Fornero, l'aveva fatto anche con Salvini e l'aveva anche votato per questa promessa. Ci aveva creduto due volte, e due volte era stato tradito: l'età per andare in pensione era addirittura aumentata. Alla fine si era rassegnato: contava solo di arrivare vivo alla pensione, anche se con meno contributi. Intanto i figli, Alessia e Riccardo, si erano sistemati, la moglie si arrangiava anche lei con lavoretti saltuari, anche a lei mancavano anni di lavoro, soprattutto perché aveva voluto crescere lei i due figli. Per fortuna l’appartamento di proprietà li salvava dall’affitto. Quando morì, Giorgio tutti pensarono: “Almeno lassù sarà accolto bene". Ha cresciuto due figli, non ho mai tradito mia moglie, aiutava sempre i più deboli, spesso alla domenica andava a messa.” Non è che quando ha bussato al portone del Paradiso e San Pietro l'avrebbe guardato severo: so chi sei ma dimmi pure..... — “Sono Giorgio Canetti, morto sul lavoro. Mi fai entrare?” E San Pietro gli risponde: — “Eri assicurato all’INAIL? Pagavi i contributi? — “No… non avevo più uno stipendio, ma li ho versati per una vita.” — “Allora non sei tra i morti sul lavoro. Per lo Stato e INAIL non esisti. Ti lascerò in Purgatorio fino a quando non avrai scontato gli anni che ti mancavano per andarci.” Il 30% di chi muore sul lavoro in Italia non risulta nelle statistiche ufficiali, un terzo dei morti ha più di 60 anni, addirittura il 17% hanno più di 70 anni, costretti a lavorare nonostante l'età per aver perso il lavoro, per avere pensioni che non permettono di vivere decentemente e che si sono decurtate in questi anni: sono i dimenticati, quelli senza copertura, quelli che non contano. E Giorgio Canetti è davvero uno di loro. O forse no.

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