martedì 4 novembre 2025

ieri 8 morti italia: il paese dove gli asini volano con il controllo mediatico

7 morti sul lavoro in un solo giorno. Novembre inizia nel peggiore dei modi Giornata tragica quella di ieri, 3 novembre, con la morte di sette lavoratori sui luoghi di lavoro, a cui si aggiunge una vittima per affaticamento sul lavoro e un’ulteriore persona deceduta in un infortunio domestico causato da un incendio. Ecco chi sono le vittime: Marco Lazzetta, 63 anni, settore edilizio – Napoli (Campania). È morto per le conseguenze di un infortunio avvenuto il 10 settembre scorso. Lavoratore di 31 anni, di nazionalità indiana – Brescia (Lombardia). È precipitato nel vuoto mentre lavorava in una cava di marmo. Gianfranco Uselli, lavoratore italiano – Piacenza (Emilia-Romagna). Travolto da un muletto il suo primo giorno di lavoro. Franco Gallittu, 56 anni – Sassari (Sardegna). Schiacciato dal trattore con cui stava lavorando. Tarcisio Valsi, 56 anni, settore lapideo – Verbania Cusio Ossola (Piemonte). Caduto dal cassone di un autocarro. Octav Stroici, 66 anni, di nazionalità romena – Roma (Lazio). Travolto dal crollo della Torre dei Conti; rimasto sepolto per undici ore, è deceduto poco dopo il recupero. Anche novembre si apre dunque in modo drammatico, sulla scia di un ottobre segnato da oltre 150 morti complessivi, di cui 124 sui luoghi di lavoro. Gli stranieri deceduti sono già oltre il 30% del totale, e la maggior parte delle vittime ha meno di 60 anni: una tendenza che, se nulla cambia, li porterà a rappresentare la maggioranza nei prossimi anni. La lunga scia di sangue colpisce soprattutto lavoratori subappaltati, precari, con scarsa formazione e tutele minime. È su di loro che si scaricano i costi di un sistema che punta al risparmio a ogni livello. Emblematico il caso di Gianfranco Uselli, travolto da un collega al primo giorno di lavoro: quell’operaio aveva il patentino per condurre il muletto — seconda macchina di morte dopo il trattore. Mentre gli incidenti aumentano in modo impressionante, si continua a fingere che “va tutto bene”. Il controllo mediatico è quasi totale – sei televisioni su sette – e intanto le morti si moltiplicano. La situazione è precipitata dopo la legge “Appalti a cascata” del 2023 voluta da Salvini, che ha ulteriormente deregolamentato il settore. Nel frattempo, i salari restano fermi, i ricchi diventano sempre più ricchi e gli evasori vengono premiati, mentre l’intero peso fiscale grava su lavoratori e pensionati. nella foto il lavoratore rumeno morto a Roma No, questa non è una democrazia sana: è un Paese che sta smarrendo il senso stesso del valore del lavoro e della vita.

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