martedì 26 agosto 2008

I MORTI EFFETTIVI SUL POSTO DI LAVORO DALL'INIZIO DELL'ANNO SONO 254 E NON 679. NON SPECULATA ANCHE SUI MORTI PER LAVORO

SI CONTINUANO A SOMMARE TRA I MORTI SUL LAVORO ANCHE I LAVORATORI CHE MUOIONO PER LE STRADE MENTRE SI RECANO O TORNANO DAL LAVORO. I MORTI EFFETTIVI SUL POSTO DI LAVORO DALL'INIZIO DELL'ANNO AD OGGI 26 AGOSTO SONO 254 E NON 679. SONO TANTISSIMI MA NON SI FA UNA BUONA CAUSA PER I LAVORATORI SE SI SOMMANO MORTI COMPLETAMENTE DIVERSE. OCCORRE INDAGARE PER CAPIRE LE CAUSE DI TANTE MORTI PER LE STRADE DI LAVORATORI. COME HO GIA' SCRITTO IN QUESTO BLOG, PROBABILMENTE TANTISSIMI LAVORATORI MUOIONO RECANDOSI AL LAVORO A CAUSA DI ORARI IMPOSSIBILI, DOVE OCCORREREBBE DORMIRE INVECE DI LAVORARE E MENTRE TORNANO DOPO TURNI MASSACRANTI E SOMMANDO ULTERIORE STANCHEZZA IN LUNGHI PERCORSI CON LE AUTOMOBILI. CERCHIAMO DI CAPIRE COSA SI PUO' FARE CONCRETAMENTE PER QUESTO PROBLEMA.
Una Carovana di pace contro la strage delle morti sul lavoro
di Giuseppe Vespo
morti: 679. Gli infortuni: 679mila. Gli invalidi: 16mila dall’inizio dell’anno. La guerra in casa nostra si chiama lavoro. Per combatterla non bastano i proclami né gli eserciti, serve «un’alleanza politica, sociale e culturale». Quell’alleanza che Cesare Damiano e Beppe Giulietti vogliono saldare con la “Carovana per un lavoro sicuro” di Articolo 21, al via il cinque settembre dalla Mostra del Cinema di Venezia. Un tour fra le piazze, le scuole, gli auditorium e i luoghi d’incontro delle città simbolo delle stragi bianche. Dal capoluogo veneto, dove verranno proiettati i film sulla tragedia della ThyssenKrupp di Mimmo Calopresti (“La fabbrica dei tedeschi”) e di Pietro Balla e Monica Repetto (“ThyssenKrupp Blues”), fino a Mineo (Catania), dove l’11 giugno persero la vita sei operai in una cisterna del Comune. In mezzo le tante, troppe, piazze sulle quali gravano il ricordo e i nomi dei caduti sul lavoro. Un’iniziativa che nasce innanzitutto dal monito del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, affinché si possa sempre tornare a casa dopo il lavoro. Ma un’iniziativa che - vogliono precisare i due padrini, l’ex ministro del Lavoro Damiano e l’esponente dell’Idv e portavoce di Articolo 21 Giulietti - «non è di propaganda, ma di contenuto: per continuare la lotta al lavoro nero e alla precarietà, per applicare realmente il protocollo del luglio 2007, approvato da 5milioni di lavoratori, per difendere il Testo Unico su Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro firmato dal governo Prodi». Per questo e «perché non si accendano i rilfettori su questa guerra solo quando è la cronaca nera ad imporlo», aggiunge Giulietti. Tante le adesioni già arrivate dal mondo politico, sindacale, dello spettacolo e della cultura. Attori e registi, cantanti e poeti, sindaci e parlamentari, familiari delle vittime e cittadini. Adriano Celentano, di cui il 4 settembre a Venezia verrà riproposto Yuppy Du, primo film sulle stragi bianche, e Claudia Mori, sono stati tra i primi ad unirsi alla Carovana. Ma anche “Busta” dei Subsonica è del tour, con il suo gruppo che si esibirà a Torino il 6 dicembre in occasione del passaggio della manifestazione. O Daniele Segre, di cui verrà proiettato “Morire di lavoro” a Mineo in occasione del passaggio della Carovana il 26 settembre. Fiorella Mannoia promette di parlarne durante i suoi concerti, così come Mariella Nava, tra l’altro autrice di «Stasera torno prima», brano scritto e cantato contro le morti sul lavoro. E tra i cantanti ci sono anche quelli del Banco di Mutuo soccorso, storica band di rock progressivo italiano. C’è il teatro con, tra gli altri, Ottavia Piccolo che sta prerando delle letture dal Metello di Pratolini, libro che tocca da vicino il problema delle morti sul lavoro nella Firenze di fine ‘800. Di «grande iniziativa di civiltà» parla Marco Muller, direttore della Mostra di Venezia, quando spiega le ragioni dell’adesione del suo Festival alla “Carovana per il lavoro sicuro”. Mentre «un grazie particolare - aggiunge Giulietti - va ad Antonio Padellaro, perché ha aderito personalmente all’iniziativa, ma soprattutto perché con il suo giornale è stato tra i primi a battersi affiché non si spegnessero i riflettori sul dramma delle vittime bianche». Molti chiaramente i sindacalisti che appoggiano l’iniziativa, tra questi anche la leader dell’Ugl Renata Polverini e i politici, con più di 258 parlamentari, che hanno firmato l’appello dei due colleghi Damiano e Giulietti. «La carovana è aperta a tutti», aggiungono loro, che puntano a coinvolgere e sensibilizzare prima di tutto cittadini e lavoratori. Ché si rendano conto che «la sicurezza non è solo individuale, come vuol far credere la destra», dice Beppe Giulietti. «È la sicurezza sociale la vera emergenza da affrontare» aggiunge l’esponente dell’Idv. mentre il suo collega si dice «deluso e amareggiato da questo governo: bravo a togliere ma non a proporre alternative». Damiano, entra nel tecnico e tira fuori i numeri: «Il taglio delle risorse al pubblico impiego - denuncia il parlamentare Pd - colpirà anche quei 1.411 nuovi ispettori che noi avevamo messo al servizio della sicurezza nei luoghi di lavoro, a partire dai cantieri edili, tra i più insicuri nel nostro Paese».


Tante tappe tanti drammi da Venezia alla Sicilia
Il 29 agosto a Gavoi (Nu), cittadina che ospita il “Festival letterario della Sardegna”, Comune e assessorato alla Cultura organizzano un incontro sul tema delle morti bianche con Giampaolo Patta, già sottosegretario alla Salute dell’ultimo governo Prodi e redattore del Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro. La carovana partirà ufficialmente il 5 settembre dalla Mostra del Cinema di Venezia, dove verranno proiettati i film “La fabbrica dei tedeschi” di Mimmo Calopresti e “ThyssenKrupp Blues” di Pietro Balla e Monica Repetto. Ma già il giorno prima la mostra riproporrà Yuppy Du di Adriano Celentano, che nel 1975 fu tra i primi a portare su pellicola gli omicidi bianchi. A Venezia seguirà il 22 settembre Campello sul Clitunno (Pg), dove il 25 novembre del 2006 persero la vita quattro lavoratori dell’oleificio Umbra Olii. A Campello, familiari delle vittime e cittadini hanno chiesto ad Artcolo 21 di costituire una troupe che segua il processo sulla strage. Il 26 settembre doppia tappa siciliana tra Mineo (Ct), dove l’11 giugno scorso all’interno di una cisterna del Comune morirono sei operai e Gela (Cl), sede del più grande petrolchimico d’Europa, dove insieme al sindaco Rosario Crocetta verrà proiettato il film di Calopresti sulla strage alla ThyssenKrupp. La carovana arriverà il 18 ottobre a Fossano (Cn), dove al Molino di Cordero il 16 luglio 2007 cinque lavoratori persero la vita a seguito di un’esplosione. Non è ancora fissata la data della tappa di Carbonia, che ospiterà la manifestazione all’auditorium della vecchia miniera di Serbariu. Poi Taranto - anche qui giorno da fissare - sede dello stabilimento Ilva, teatro di diversi incidenti sul lavoro.


La Thyssen un rogo raccontato in due film
Un dramma del lavoro emblematico, dove si sposa il cinismo e l’arroganza di chi pensa al profitto e non alla sicurezza, il dramma di chi ha perso i propri cari in un rogo orribile, la solidarietà e la rabbia di quella che un tempo si chiamava la classe operaia. Tutto questo, e molto altro, è stato la Thyssen, la tragedia della fabbrica torinese, dove il 6 dicembre 2007 hanno perso la vita sette lavoratori.Una tragedia diventata un film, anzi due, presentati al Festival del cinema di Venezia da dove ha deciso di partire la “Carovana per un lavoro sicuro”. Mimmo Calopresti il regista della Fabbrica dei tedeschi è stato tra i primi ad aderire all’iniziativa perché facendo il film ha visto quanto sia importante, come ha detto in un’intervista, «parlare di morti sul lavoro, ma anche tornare a parlare di lavoro. Ho incontrato molte persone che hanno contrati strani, precari, insoddisfatti, che lavorano troppe ore con salari bassi. Purtropo su questi temi l’attenzione si accende solo quando c’è una tragedia». Anche i resgisti del secondo film «ThyssenKrupp Blues», Pietro Balla e Monica Repetto sono entrati a far parte della Carovana «Le riprese del film sono iniziate nel maggio del 2007. Stavamo cercando i protagonisti per un documentario sulla vita quotidiana di operai. Abbiamo incontrato uomini e donne, spesso senza bandiere, con le loro fragilità, amori e desideri. Diversi dall’immagine compatta di “classe” a cui eravamo abituati. “Thyssenkrupp Blues” racconta una società, la nostra, in cui lavorare può voler dire morire»

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