giovedì 16 dicembre 2010

ARTICOLO DI FULVIO FORNARO

SAIL INFORMA
"LA NEVE DI NUMANA COPRE DI BIANCO I CORPI SENZA VITA DEI DUE FRATELLI" di Fulvio Fornaro

16 dicembre 2010
Io ero lì sotto quella stessa tempesta di neve che si abbatteva su Ancona, quando a Numana due operai, fratelli, rispettivamente di 61 e 65 anni, rimanevano sepolti e soffocati sotto il terriccio di quei lavori di scavo alla rete fognaria di uno stabilimento balneare. Nonostante le condizioni metereologiche impossibili ed infami, loro comunque erano a lavorare ugualmente sotto una nevicata quasi asfissiante che veniva giù copiosa come poche. Con quel tempaccio i mezzi di soccorso non saranno stati certamente tempestivi, onestamente non si poteva, ma non è questo un recriminare; quello che fa male di più è considerare che l’ennesima preda di “sorella morte bianca” (che poi tale non è perchè la morte è sempre nera) si è consumata in una giornata dove, chi ne ha le possibilità, preferisce stare al riparo, magari in casa, davanti al fuoco di un camino. Un mese fa un operaio di Benevento era morto precipitando per una cinquantina di metri lungo la falesia di Ancona mentre stava effettuando insieme ad altri operai alcune opere di messa in sicurezza della parete, soggetta a movimenti franosi. E i due fratelli di Numana vanno ad incrementare questo numero “pazzesco” di caduti sul lavoro che, man mano il 2010 scorre via si porta dietro un incremento pari quasi al + 1,7% rispetto al 2009. Questo dato già qualche giorno fa veniva segnalato dall’Osservatorio Indipendente di Bologna e Carlo Soricelli sul suo Blog scriveva come in realtà sui luoghi di lavoro la prevenzione e' scarsa per non dire nulla nelle piccole aziende, sui campi e nei cantieri sub appaltati. Da tempi non sospetti lui lancia questo allarme (io l'ho anche riportato su Italia Oggi) sulle cifre e sulle categorie a rischio: agricoltori, edili, meridionali e stranieri. Matematicamente questi conti stanno tornando, ma chi dovrebbe, da ogni parte leggerli, non lo fa per niente o è comunque, in questo momento come non mai, distratto da altro. Ed è certo, dai dati raccolti in questi ultimi giorni dell’anno, che anche le morti in itinere non diminuiscono. Queste vittime della strada che spesso e volentieri restano completamente anonime e nessuno sa nulla del perchè, del per come e del per quando hanno lasciato la loro vita sull’asfalto correi di dover viaggiare di continuo perchè il loro lavoro li costringe a questo. E della loro salute, se non guidano un’auto aziendale e quindi per fattori di rischio contro terzi, non gliene può importare alcunchè. Altro dato di confronto è rappresentato dal 28% (censito) delle vittime del settore delle costruzioni; questa percentuale è rilevata, da gennaio a novembre, dall'Osservatorio sicurezza sul lavoro di Vega Engineering di Mestre con la Campania la regione piu' colpita, seguita dal Lazio e Lombardia. Ora tutte queste cifre e queste constatazioni portano a dover considerare che siamo ben lontani dall’aver trovato delle soluzioni efficienti; nonostante tutti i soggetti coinvolti, pubblici e privati, siano quotidianamente impegnati in questa solidarietà sociale per abbattere i numeri delle tragedie da lavoro. Mi ritorna in mente quel volumetto (preghiera a San Vincenzo da....Carsoli per poterlo rimettere a nuovo!!) degli anni 50/60 compilato ad uso dei maestri elementari che frequentavano gli speciali corsi organizzati dall’E. N. P. I. (corsi di cultura industriale con particolare riferimento alla prevenzione degli infortuni) e venivano autorizzati dal Ministero della Pubblica Istruzione. Non possiamo affatto dire che la cultura della prevenzione all’epoca fosse sconosciuta, anzi al termine del Corso, coloro che sostenevano una prova d’esame e la superavano, conseguivano un attestato valevole ai fini del punteggio per i concorsi magistrali e per il conferimento delle supplenze. Ribadisco un concetto a me particolarmente caro: attraverso la scuola e soltanto attraverso i suoi programmi didattici si potranno preparare i singoli e quindi le coscienze dei futuri lavoratori alla cultura delle prevenzione. Ministro Gelmini, non so cosa Lei ne pensi, ma non è sicuramente di minore importanza della Sua riforma Universitaria. Bisogna soltanto crederci e allora la neve di Numana sarà soltanto bella da vedersi, ma non lascerà il ricordo di una tragedia per quelle vite spezzate.

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