Carissimi visitatori, datemi una mano a realizzare il docufilm "Non vi farò dimenticare" per ricordare migliaia di lavoratori morti sul lavoro in questi 18 anni di monitoraggio, racconterò com'è nato l'Osservatorio di Bologna morti sul lavoro e i motivi che mi hanno spinto a realizzarlo. Faremo una piramide dove ci saranno le foto di centinaia di lavoratori morti sul lavoro, la piramide è complessa da realizzare, se ciascuno dei visitatori dono 20 euro ce la faremo. questo IBAN è personale
Carissimi visitatori, datemi una mano a realizzare il docufilm "Non vi farò dimenticare" per ricordare migliaia di lavoratori morti sul lavoro in questi 18 anni di monitoraggio, racconterò com'è nato l'Osservatorio di Bologna morti sul lavoro e i motivi che mi hanno spinto a realizzarlo. Faremo una piramide dove ci saranno le foto di centinaia di lavoratori morti sul lavoro, la piramide è complessa da realizzare, se ciascuno dei visitatori dono 20 euro ce la faremo. questo IBAN è personale
giovedì 13 gennaio 2011
VOLENTIERI PUBBLICHIAMO. ELABORAZIONE DEL LUTTO di LUCA VISCONTI PSICOLOGO-PSICOTERAPEUTA
Diverse sono le fasi che ne costituiscono l’elaborazione: prima tra tutte una reazione di shock che porta alla negazione della perdita, in seguito possono sopraggiungere il senso di colpa o ancora i tentativi di comunicazione con i propri cari scomparsi, fino ad arrivare in alcuni casi al rifiuto di ciò che è successo anche dopo diverso tempo.
Una buona elaborazione del lutto comporta l’accettazione della perdita re-integrando ciò che se ne andato (il nostro ruolo ad esempio, o il nostro legame con il defunto) assieme a chi si è perso, nella propria personalità.
Ovviamente si tratta di un percorso che richiede tempo, un tempo mai come in questo caso soggettivo, necessario a ricostruire: è un vero e proprio “lavoro”, quello del lutto, che passa attraverso lo sconforto, la disperazione e l’impotenza. Solo chi l’ha attraversato può capire cosa si prova, la rabbia, il dolore inconsolabile, i silenzi dove non si trovano le parole per esprimere quello che si sente, ancora i dubbi ossessivi sul “perché”, sono solo alcune delle emozioni comunemente sperimentate. Ci sono persone che continuano a far vivere, attraverso diverse modalità, i propri cari, ad esempio parlandone più che possono, con chiunque. Altre si chiudono nella loro sofferenza.
Ciascuno cerca di difendersi a proprio modo per fronteggiare la perdita.
Pertanto nelle diverse e personali modalità di reazione alle perdite delle persone care il rispetto dei tempi soggettivi è importante: se c’è un tempo per il dolore, c’è anche un tempo per la vita, ma deve essere la persona o le persone coinvolte stesse che in qualche modo sentono di potersi aprire a questa nuova vita, gradualmente. Chiaramente quanto sopra detto deve tenere in considerazione le singole specificità: situazioni di perdita molto difficili da accettare o ancora situazioni dove il proprio dolore non viene riconosciuto, e pertanto impossibile da elaborare, possono rendere molto difficoltoso il processo di elaborazione del lutto. In questi casi un sostegno di tipo psicologico può essere utile. Il riconoscimento di una difficoltà, aprendosi alla possibilità di comunicare, è in questo senso un primo passo importante per procedere e non negare o paralizzarsi nella propria sofferenza.
Dott. Luca Visconti psicologo-psicoterapeuta
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