venerdì 14 gennaio 2011

RESPINTA DAL GOVERNO LA RISOLUZIONE DEI SENATORI NEROZZI, CASSON, DE LUCA, ANTEZZA, CARLONI, DONAGGIO, ROILO, SCANU SULLE COSIDETTE "MORTI BIANCHE"

RISOLUZIONE

Il Senato,

esaminata la seconda relazione intermedia sull'attività svolta dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro con particolare riguardo alle cosiddette «morti bianche» (Doc. XXII-bis n. 3),

premesso che:

la Commissione, nella sua attività d'inchiesta, è attivamente impegnata ad analizzare ed approfondire il fenomeno degli infortuni e delle malattie professionali, al fine di individuarne le cause e, soprattutto, i possibili rimedi e correttivi;

considerato che:

pur rilevandosi negli ultimi anni un trend decrescente, in Italia ogni anno continua a registrarsi un alto numero di infortuni e di morti sul lavoro (nel 2009, pari rispettivamente a 790.000 e 1.050 casi), cosa inaccettabile in un Paese civile;

il decreto legislativo n. 81 del 2008, con le successive modifiche ed integrazioni, ha definito un corpus normativo organico e articolato per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Tali modifiche hanno profondamente inciso in senso peggiorativo sul sistema sanzionatorio diminuendo in misura significativa il livello di tutela della salute, della sicurezza e dei diritti dei lavoratori. Inoltre tale decreto non è ancora completamente attuato, a causa soprattutto dei ritardi nell’emanazione degli atti di normazione secondaria che disciplinano gli aspetti di dettaglio;
l'inchiesta della Commissione ha rilevato una serie di criticità nel sistema della prevenzione e della repressione del fenomeno infortunistico e delle malattie professionali; possono senz’altro suggerire la necessità di interventi migliorativi o correttivi,

impegna il Governo:

ad emanare il decreto attuativo del Fondo per le vittime dell'amianto di cui all'articolo 1, comma 246, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria 2008), che avrebbe dovuto essere emanato ben 18 mesi fa;

ad estendere, al fine di una reale ed efficace tutela della salute dei cittadini, la Sorveglianza Sanitaria, in forma gratuita, anche ai lavoratori che hanno cambiato lavoro o sono stati collocati in pensione già esposti all’amianto o ad altre sostanze tossiche e cancerogene, mutagene, teratogene, immunodepressive;

ad assicurare il completamento, in tempi rapidi, dell’attuazione della riforma introdotta dal decreto legislativo n. 81 del 2008, anche alla luce delle successive modifiche e integrazioni, procedendo all’adozione dei vari atti di normazione secondaria che regolano gli aspetti di dettaglio della disciplina, tra i quali in particolare quelli necessari per l’avvio del Sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro (SINP), in modo da offrire a tutti i soggetti preposti alla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (imprese, lavoratori, enti istituzionali) un quadro normativo completo e un'applicazione uniforme delle disposizioni;

ad accrescere il coordinamento e le sinergie fra tutti gli enti istituzionali preposti alla tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, sia in ambito centrale che periferico, superando le sovrapposizioni e duplicazioni di competenze ancora esistenti e cercando di rendere sempre migliore, univoco e coerente il servizio offerto a imprese, lavoratori e cittadini in questo delicato settore;

a rendere più incisivi i controlli e la repressione delle infrazioni alla normativa in materia di salute e sicurezza del lavoro (con particolare riguardo ai fenomeni del lavoro sommerso ed irregolare, nonché dello sfruttamento del lavoro minorile), attraverso un’applicazione equilibrata ma rigorosa delle sanzioni ed il coordinamento di tutti gli organi ispettivi, in stretta collaborazione con le forze dell’ordine, nell’intento di razionalizzare gli interventi ed assicurare procedure e strumenti di verifica uniformi;

a promuovere la diffusione della cultura della sicurezza, non solo attraverso la formazione/informazione dei lavoratori e dei datori di lavoro, ma anche mediante appositi insegnamenti all’interno della scuola e dell’università, garantendo risorse adeguate, indirizzi omogenei e insegnanti qualificati;


ad assumere le iniziative necessarie per favorire l’emersione delle malattie professionali ancora non rilevate (cosiddette «malattie perdute») e le attività di prevenzione e sorveglianza sanitaria, anche attraverso il coinvolgimento dei medici generici e di base, nonché a promuovere una maggiore sensibilizzazione nei confronti dei lavoratori e uno snellimento delle procedure di riconoscimento e indennizzo da parte dell’INAIL, soprattutto per le patologie «non tabellate». La malattia professionale deve essere riconosciuta dalla data della prima diagnosi;


a rendere disponibili, nel rispetto della privacy e degli eventuali segreti istruttori, le informazioni sugli incidenti sul lavoro più gravi e sui tumori professionali occorsi nei vari settori e nelle varie aziende, con riguardo ai dati tecnici e a tutti gli aspetti utili ai fini di una migliore prevenzione;

ad introdurre forme di incentivazione volte a premiare le imprese «virtuose» che investono nella sicurezza sul lavoro, attraverso sgravi e agevolazioni fiscali e contributive, nonché a proseguire la concessione di incentivi per la rottamazione e la messa in sicurezza delle macchine ed attrezzature agricole, forestali ed edili, spesso obsolete ovvero prive di adeguati dispositivi di protezione, estendendole anche alle cosiddette «opere provvisionali» dell’edilizia (impalcature, ponteggi, piani di lavoro), la cui efficienza e adeguatezza sono essenziali per la prevenzione degli infortuni del settore; e parimenti ad intervenire con opportune forme repressive nei confronti di quelle aziende che non ottemperano alla messa in sicurezza e/o sostituzione del macchinario obsoleto, che non informano i lavoratori dei rischi cui sono sottoposti, che non svolgono l’adeguata manutenzione degli impianti, sottovalutando i rischi in funzione di realizzare economie aziendali;

ad assumere adeguate iniziative legislative e amministrative, nel rispetto delle disposizioni comunitarie e della libertà d’impresa, per aumentare la sicurezza del lavoro nel settore degli appalti, fissando regole più certe e selettive, non perseguendo il ricorso al massimo ribasso quale criterio di valutazione delle offerte, accrescendo la qualificazione delle imprese e contenendo la pratica del subappalto. L’obiettivo è quello di estendere, per quanto possibile, anche al settore privato le garanzie e i controlli vigenti nel settore pubblico nonché, in quest’ultimo, di rafforzare la capacità tecnica delle stazioni appaltanti di verificare la congruità delle offerte e le eventuali anomalie, anche in sede di contenzioso;

a regolamentare l'accesso all'attività di imprenditore edile (e, in particolare, la relativa iscrizione alla Camera di commercio) in modo da garantire adeguati e comprovati requisiti di professionalità, organizzazione ed esperienza per lo svolgimento dell'attività stessa;

a fare in modo che, nei luoghi colpiti da calamità naturali, i macchinari e le attrezzature recuperati e reimmessi nel ciclo produttivo siano sottoposti gratuitamente alle necessarie verifiche tecniche da parte dei competenti organismi di controllo, anche e soprattutto al fine di assicurare la loro idoneità sotto il profilo della tutela della salute e della sicurezza degli operatori;

ad assumere le iniziative di carattere legislativo ed amministrativo necessarie ad assicurare un adeguato livello di protezione dei lavoratori impegnati nelle operazioni di smaltimento e trattamento dei rifiuti speciali e pericolosi, attraverso una più efficace formazione ed un rafforzamento dei controlli e delle correlative sanzioni a carico delle imprese inadempienti e la predisposizione di un piano di bonifiche soprattutto di siti abusivi da dove emergono sversamenti di materiali tossici, ed in particolare di rifiuti contenenti amianto;

a favorire l'adeguamento e la messa in sicurezza degli edifici pubblici, con particolare riguardo a quelli scolastici, al fine di tutelare la salute e l'incolumità dei dipendenti pubblici e degli studenti, garantendo risorse adeguate e uno stretto coordinamento tra le amministrazioni centrali e periferiche preposte, atteso che la materia rientra in competenze di carattere necessariamente concorrente.

NEROZZI, CASSON, DE LUCA, ANTEZZA, CARLONI, DONAGGIO, ROILO, SCANU

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