giovedì 17 febbraio 2011

Pubblico volentieri l'articolo del Dott. fulvio Fornaro

La vera mission della Legge 833 del 23 dicembre 1978: puntare tutto sulla prevenzione.
Una ASL (si spera nell’immediato ne seguano altre) quella di Milano 2 ha dichiarato guerra aperta agli infortuni sul lavoro con l’intento di far scendere notevolmente il numero dei morti ad essi collegato almeno nel distretto di sua competenza. Si torna ai tempi delle Crociate? Pubblica la notizia l’Osservatorio indipendente di Bologna sul suo Blog. Finalmente un organismo pubblico che si fa promotore quantomeno per tentare, di ridurre il numero dei caduti sul lavoro. Non è un compito facile, ma sicuramente già per lanciare tanto proclama ci sarà molta buona volontà e la incontenibile voglia di far cambiare le cose. Per caso ho letto questa notizia mentre leggevo della “mobilitazione sindacale” della Flai-CGIL per la morte dell’operaio della Soresina (azienda sindacalizzata che conta circa 300 dipendenti) che ha inoltre, proclamato uno sciopero da effettuarsi in concomitanza con lo svolgimento dei funerali. Nessuna mobilitazione invece per un agricoltore (cito per intenderci i caduti dell’ultim’ora) morto nel faentino o l’operaio, di circa trent’anni morto domenica 13 (bada bene di domenica! E’ il caso proprio di esclamare non c’è più religione!!!) dopo essere caduto dal tetto di un capannone, in umbria. E mentre leggevo i due comunicati ANSA affioravano alla mente i famosi versi: “Questa è la vita! 'ncapo a me penzavo.chi ha avuto tanto e chi nun ave niente! St u povero maronna s'aspettava ca pur all'atu munno.....? E allora vuoi vedere che chi muore sul lavoro e non ha un sindacato alle spalle appartiene a quella classe operaia che da tempo è andata all’inferno (come intitola Carlo Soricelli il suo libretto denso di significato)? D’altro canto continua la “guerra” delle cifre proprio riferite ai morti sul lavoro: il Sole (notizia poi ripresa anche da Radio 24) qualche giorno fa parlava del dato confortante del 2010: secondo il quale il numero dei morti sul lavoro, nell’anno appena trascorso, è sceso al di sotto dei mille. Altre fonti invece (i vari Osservatori indipendenti, il quotidiano il “Giorno”, il video di Giorgio Santelli per Rainews24) continuano a contare, proprio nel 2010, un aumento di tali disgrazie; è vero si attendono le cifre dell’INAIL che, come al solito e per ovvie ragioni, saranno pubblicate nei giorni a venire, ma la sensazione a pelle è che, chi fa questo tipo di annunci euforici, li fa in maniera un po’ allegra. La presidente di Confindustria pubblicizzando orgogliosamente il progetto, cofinanziato da Confindustria, Inail e Fondirigenti, con la collaborazione delle Associazioni industriali aderenti e con il sostegno di Federmanager, ritorna su un concetto fondamentale quando vuole dare un contributo alla diffusione della cultura e della sicurezza sul lavoro presso le imprese italiane. E’ proprio attraverso questi spazi (i più ampi possibili) aperti alla diffusione della “buona novella” della tutela della salute dei lavoratori nei luoghi di lavoro che si potrà raggiungere, un domani non lontano, l’obiettivo di una diminuzione di tali tragedie (ahimè) quotidiane. La scuola, fonte e depositaria dell’istruzione si deve fare promotrice di corsi di insegnamento per l’educazione alla prevenzione primaria, già dalle prime classi con dei programmi affidati anche agli stessi docenti delle materie tradizionali (il Dipartimento di Formazione e Documentazione dell’ex ISPESL aveva già scritto tutto ai tempi di Sergio Perticaroli), magari supportati, solo in alcuni processi, da formatori specifici e all’altezza del ruolo. Ancora ad oggi tutto ciò vaga in forma distratta e senza un preciso impegno e impianto in termini di tempi e contenuti. Nel frattempo staremo ad incoraggiare e a tifare per la ASL Milano2 con l’augurio, al suo responsabile Franco Audisio, di non fermarsi e andare avanti con caparbietà, indiscussa professionalità e tanta, ma tanta voglia di invertire la rotta: sul serio!

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