martedì 13 dicembre 2011

Come Francesco Pinna muoiono in Italia sul lavoro centinaia di giovani, jovannotti aiuti a far conoscere queste tragedie al Paese

Sta destando grande clamore mediatico la morti di Francesco Pinna morto a 20 anni a Trieste mentre montava il palco dove avrebbe dovuto cantare Jovannotti. Ma purtroppo è una tragedia assolutamente "normale" nella sua tragicità quotidiana: centinaia di giovani muoiono lavorando per pochi euro all'ora e con contratti precari. Jovannotti è un artista veramente sensibile, aiuti a far comprendere queste tragedie che uccidono centinaia di giovani lavoratori e più di mille morti sul lavoro all'anno. Queste Tragedie sono soprattutto nelle fasce più deboli della società: i giovani precari e gli anziani lavoratori con più di 60 anni. Chiediamo a Jovannotti che si documenti e che ci aiuto per far comprendere agli italiani l'entità di queste tragedie per poi trovare soluzioni adeguate Carlo Soricelli

1 commento:

  1. Lettera di Enrico Massaro, tecnico luci di Jovanotti a Trieste
    Roma 14 dicembre 2011
    Sono Enrico Massaro tecnico luci di Doc Servizi e sono in Tour con Jovanotti.
    Dico sono in Tour perché questa volta non finirà mai.
    E ho deciso di metterci la faccia.
    Ero a Trieste, ero al Pala Trieste, ero vicino a Francesco durante il montaggio. Francesco era uno dei due ragazzi che mi aiutavano a montare le luci e ora non c'è più.
    Perché?
    Com'è successo?
    Domande a ripetizione...a mitraglia...mi affollano la testa e non hanno una risposta, o forse ce l'hanno ma la rifiuto a priori perché la risposta è dura da accettare, da digerire.
    Facciamo corsi, vediamo slide, ci sorbiamo ore e ore di nozioni che liquidiamo velocemente con atteggiamento di sufficienza e sbagliamo.
    Facciamo l'errore più grande possibile perché così facendo giustifichiamo un sistema in cui si muore per un concerto.
    Dobbiamo cambiare nel profondo, dobbiamo accettare il fatto che sappiamo metà di un cazzo e che ci va bene così...semplicemente perché così facendo ci fanno lavorare....non rompiamo le scatole a nessuno e ogni giorno ci va di lusso perché a me non toccherà mai...
    a me la copertura in testa non cadrà mai....
    ma cosa vuoi...che succeda proprio a me?
    SI! E' ACCADUTO PROPRIO A ME E A TUTTI I TECNICI IN TOUR.
    ORA BASTA!
    Così facendo giustifichiamo e difendiamo chi nella nebbia e nel chaos sguazza, chi non rispetta le regole....perché noi per primi non le rispettiamo.
    La sicurezza nel lavoro non è avere un corso o meno....non è avere l'imbrago più figo o lavorare per il service più grosso o essere socio della coop più grande.....
    la sicurezza è cultura è formazione,
    è prendere coscienza che contrariamente a quello che dicono tutti,
    NOI SIAMO DEI LAVORATORI.
    SIAMO I LAVORATORI DELLO SPETTACOLO, dall'ultimo dei facchini al primo dei fonici...noi esistiamo.
    Noi tutti ci dobbiamo mettere la faccia,
    e dire BASTA!
    Basta ai turni di lavoro massacranti, non possiamo restare nei palazzetti per 20 ore di fila senza la possibilità di avere una branda su cui stenderci.
    Basta al guidare per ore dopo gli smontaggi o nei travel day. Il giorno di riposo è per riposare non per massacrarci di chilometri per raggiungere la tappa seguente.
    Basta con comportamenti sconvenienti che pregiudicano la nostra lucidità, sicurezza e salute. A buon intenditor poche parole. Io pretendo il massimo da chi guida l'autobus, dal medico in sala operatoria, dal netturbino....da qualsiasi lavoratore...devo pretendere il massimo anche da me stesso.
    Basta con la logica del massimo ribasso e chi ci rimette è sempre l'ultima ruota del carro.
    Basta alle catene infinite di sub sub sub appalti che ci circondano.
    Voglio essere riconosciuto come categoria
    Direttore di produzione
    assistente di produzione
    fonico
    back liner
    tecnico luci
    rigger
    skaf
    tutti noi esistiamo, non siamo invisibili.
    Voglio strutture sicure, in mano a persone competenti.
    Non voglio più lavoratori non in regola accanto a me.
    Voglio lavorare perché sono orgoglioso di essere un tecnico dello spettacolo e voglio portare il pane a casa e con esso la mia vita.
    Voglio che chi ha responsabilità nelle produzioni sia ben riconoscibile e ci metta la faccia come noi.
    Voglio potere fermare il lavoro se non è sicuro senza rischiare il posto.
    Voglio non aver più paura di metterci la faccia.
    Non dobbiamo cercare un responsabile di quello che è accaduto, dobbiamo cambiare, dobbiamo migliorare sempre di più, dobbiamo prendere coscienza di noi e applicarci al massimo delle nostre possibilità perché ciò non accada più.
    Dobbiamo alzare la testa e dire Basta!!!.
    ORA SI CAMBIA!!!

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