Dati aggiornati al 31 luglio 2025 Dall’inizio dell’anno sono morti 873 lavoratori, di cui 621 sui luoghi di lavoro (esclusi gli incidenti in itinere). Il ritmo delle morti è spaventoso: ogni 6 ore e pochi minuti un lavoratore perde la vita. Se si considerano solo i dati INAIL, che escludono migliaia di lavoratori non assicurati o assicurati con altri enti, le denunce (comprensive di itinere) al 30 maggio 2025 sono appena 389. Un’enorme sottostima della realtà.
Dati aggiornati al 31 luglio 2025 Dall’inizio dell’anno sono morti 873 lavoratori, di cui 621 sui luoghi di lavoro (esclusi gli incidenti in itinere). Il ritmo delle morti è spaventoso: ogni 6 ore e pochi minuti un lavoratore perde la vita. Se si considerano solo i dati INAIL, che escludono migliaia di lavoratori non assicurati o assicurati con altri enti, le denunce (comprensive di itinere) al 30 maggio 2025 sono appena 389. Un’enorme sottostima della realtà.
mercoledì 11 gennaio 2012
Da redazione di Articolo 21
Quali e quante sono le vittime degli incidenti sul lavoro? Sono di sicuro direttamente i lavoratori, quelli che subiscono le conseguenze immediate, coloro che perdono la vita oppure la vedono pesantemente compromessa a causa di danni fisici a volte invalidanti, ma ci sono anche i famigliari: padri, madri, mariti o mogli, figli... coloro che si trovano ad affrontare a volte in totale solitudine, una tragedia che sconvolge in maniera irreversibile la vita di un intero nucleo famigliare e delle singole esistenze di ognuno.
La storia di Iwona e Massimiliano, raccontata a dicembre dalle telecamere di Tv7 del Tg1 è esattamente questo. Il dramma di un uomo vittima, nel 2010, di un grave incidente sul lavoro in un cantiere edile di Albano Laziale e della sua compagna rimasta sola a lottare contro i mulini a vento della burocrazia. In seguito all'incidente, Massimiliano, colpito alla testa dalla pompa di calcestruzzo, non è più lo stesso. Buona parte della sua memoria è sparita, forse per sempre e gli atteggiamenti sono quelli di un bambino, imprigionato nel corpo di un adulto.
Iwona racconta alle telecamere e a tratti non riesce a trattenere le lacrime, soprattutto quando rievoca quel sacco consegnatole all'ospedale con su scritto “paziente ignoto”.
Si, perchè dopo l'incidente Massimiliano è stato abbandonato da solo e senza soccorsi per ben tre ore nel tentativo agghiacciante di nascondere l'accaduto rimuovendo dal posto uomini e mezzi, come denunciato subito dopo dalla Fillea Cgil Roma e Lazio.
Intanto Iwona che in Italia non ha una famiglia, è stata costretta a mettersi interamente da parte per dedicarsi al compagno e con appena 700 euro al mese cerca di portare avanti la sua battaglia e tornare a vivere una vita normale.
Guarda il servizio di Tv7
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