giovedì 10 gennaio 2013

Bergamo Un operaio Guglielmo Ravasio operaio di 56 anni. Lunedì 7 gennaio ha avuto un malore nello stabilimento Italcementi di Calusco ed è morto. Il giorno dopo i lavoratori dell'azienda si sono mobilitati, proclamando uno sciopero di quattro ore per mercoledì 9, per richiamare l'attenzione "sulla cronica carenza d'organico e i ripetuti cambiamenti improvvisi dei turni di lavoro". Mercoledì mattina, dalle cinque alle dieci, si è anche svolto un presidio davanti ai cancelli dello stabilimento. Secondo i sindacati, Guglielmo Ravasio, "dopo avere svolto il primo turno terminato alle ore 14, su richiesta dell'azienda è rientrato in fabbrica alle ore 19 per effettuare anche parte del secondo turno, senza aver rispettato la pausa obbligatoria prevista per legge (11 ore tra due turni)". Di qui la decisione di non rendersi mai più disponibili a "variazioni di orario nei cinque giorni prima del turno assegnato". I lavoratori dell'Italcementi hanno anche deciso di sottoscrivere almeno due ore di lavoro, da devolvere alla famiglia di Ravasio. Questa iniziativa è stata accolta anche dai dipendenti della sede centrale di Bergamo e dalle unità produttive di Rezzato (Bs) e Broni (Pv). L'azienda, dal suo canto, si è impegnata a contribuire a questa raccolta di denaro raddoppiando la cifra che verrà raccolta dai lavoratori. Secondo Italcementi, "a Ravasio era stato chiesto di rientrare nel luogo di lavoro in seguito all'assenza imprevista di alcuni colleghi". Questa vittima non possiamo inserirla tra le morti per infortuni sul lavoro ma ormai per chi lavora non esistono più regole a suo favore. Moderni schiavi senza più possibilità di poter contestare anche gravi irregolarità

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