giovedì 12 febbraio 2015

Dopo 4 anni apprendiamo di un altro morto sul lavoro che era stato fatto passare per incidente stradale. per fortuna che abbiamo una magistratura che funziona, anche se fanno di tutto per bloccarla

Da L’OCCHIO ANGRI. Era il mese di settembre 2011 quando Pino Russo viene trasportato d’urgenza all’ospedale, in gravi condizioni. Era stato investito da un’auto mentre era in sella alla sua bicicletta. Così riferì ai medici del pronto soccorso il 56enne Antonio Alfano. A distanza di 4 anni emerge una verità choc: Russo non è stato investito. È l’ennesima vittima delle morti sul lavoro. Il 54enne di Angri era stato assunto a nero dalla ditta di Alfano e quel giorno cadde da un’impalcatura, facendo un volo di sei metri. I colleghi di Pino Russo avvisarono il datore di lavoro che si presentò sul luogo di lavoro mezz’ora dopo l’incidente, caricò sulla sua automobile la vittima e lo portò in ospedale, dove ai medici raccontò di averlo investito. Ora il 56enne deve rispondere dell’ipotesi d’accusa di omicidio colposo, omissione di soccorso, simulazione di reato e intralcio alla giustizia. PURTROPPO I LAVORATORI PER NON PERDERE IL LAVORO, ANCHE SE IN NERO, MENTONO SUL LORO STATO. SARA' COSI' ANCORA DI PIU' CON IL JOBS ACT, PER NON ESSERE LICENZIATI SI ACCETTERA' ANCHE DI SVOLGERE LAVORI PERICOLOSI

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