martedì 29 novembre 2016

Terribile nel Porto di Messina.Tre operai morti intossicati dalle esalazioni sprigionati dalla cisterna della nave. Un altro agricoltore è morto schiacciato dal trattore anche oggi: la vittima in provincia di Sassari, arriviamo così allo spaventoso numero di 122 agricoltori morti in modo così atroce

Messina 29 nonvembre 2016 
Tre operai sono morti intossicati, mentre pulivano la cisterna della nave 'Sansovino' della 'Caronte&Tourist', ormeggiata al porto di Messina. Altro due compagni di lavoro sono molto gravi. Secondo una prima ricostruzione degli inquirenti i cinque operai stavano, eseguendo dei lavori di pulizia nei serbatoi del carburante, quando si sono sentiti male e sono caduti all'interno della cisterna    L'esatta dinamica dell'infortunio mortale non è ancora chiara. Sembra che i cinque operai siano rimasti intossicati, durante i lavori di manutenzione di una cisterna della nave. Uno dei marinai è morto subito, mentre gli altri due sono ricoverati in gravissime condizioni all'ospedale Papardo e al Policlinico di Messina. Tra i due feriti c'è anche l'ufficiale di coperta da cui dipendeva la squadra dell'equipaggio, coinvolta nell'infortunio. I lavoratori stavano eseguendo una saldatura dentro la cisterna. All'improvviso, forse per una scintilla, si sono sprigionati dei fumi tossici e gli operai sono svenuti per i fumi velenosi. La Procura di Messina ha aperto una inchiesta.

Muore un altro agricoltore schiacciato dal trattore in Emilia Romagna

Reggio Emilia 28 novembre 2016.  E' morto schiacciato dal trattore Ero Malagoli  di anni 81, la tragedia a Montecchio. L'anziano non è morto subito, ma all'ospedaledove era statro ricoverato per le gravisisme ferite riportate. Sono 121 dall'inzio dell'anno gli agricoltori morti schiacciati dal trattore. Sarebbe importante fare almeno una campagna informativa sulla pericolosità di questo mezzo che uccide al più piccole errore e non solo: spesso si muore per imprevisti o per particolari condizioni del terreno che nascondano insidie di ogni genere.

lunedì 28 novembre 2016

Ancora due morti sui luoghi di lavoro anche oggi 28 novembre 2016

28 novembre 2016 Anche oggi ci sono stati due morti sui luoghi di lavor. In provincia di Sassari è morto Antonio raimondo Farris un autotrasportatore travolto dal carico che stava scricando in un deposito di pale ioliche.
Nella provincia di Massa Carrara in una cava di marmo è morto travolto da tonnellate di materiale Mauro Giannetti di 46 anni. Giannetti è il quarto morto in provincia di Massa Carrara schiacciati dal marmo. in aprile sono morti Roberto Ricci e Federico Benedetti. il mese dopo è stato travolto dal marmo che stava lavorando un sessantunenne di cui non conosciamo l'identità.
Insomma per chi lavora ogni giorno è buono per morire.

I motivi del mio NO al Referendum



Come curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro e metalmeccanico in pensione volevo spiegare a chi mi conosce e apprezza il mio lavoro volontario dei motivi del mio No al Referendum.
Alcuni sono proprio sul referendum. Il primo motivo è la legge chiamata Italicum, che da un premio di maggioranza incredibile a chi prende più voti.
Se un partito prende anche solo il 25% dei voti ma è quello con più voti prende la maggioranza assoluta dei seggi. Immaginate il partito più lontano da voi, quello che tramate al pensiero che possa prendere il potere, e che questo con la sua maggioranza possa addirittura fare leggi per distruggere l’unità del Paese e che attraverso questa maggioranza elegge senatori, il Presidente della Repubblica, i membri della Corte Costituzionale ecc. Verrà modificato in casa del vittoria del Si? Io non posso non ricordarmi di “un stai sereno” riferito all’allora primo ministro Letta. Tantissimi italiani non verrebbero così rappresentati in Parlamento. Secondo motivo il Senato non viene abolito come in tanti auspicavano, ma viene tolta solo la possibilità che i senatori siano eletti dai cittadini, visto che i senatori verrebbero di fatto nominati dai partiti politici. Il Senato esiste già dai tempi dell’antica Roma e già 2000 anni fa le classi meno abbiente eleggevano direttamente i loro senatori. Tra l’altro il risparmio con questa riforma è irrisorio, visto che tutta la struttura burocratica del Senato rimane. Già questi motivi basterebbero per votare No.
Come curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro posso affermare, senza temere smentite che la maggioranza dei morti sul lavoro in questi nove anni di monitoraggio sono nelle piccole aziende, tra gli agricoltori, gli artigiani e le Partite Iva. Quasi inesistenti nelle aziende dove il Sindacato è presente. Il disinteresse del Governo Renzi verso queste tragedie è stato totale, se pur avvertiti con mail fin dall’insediamento della strage di agricoltori schiacciati dal trattore delle imminenti stragi che si verificano puntuali ogni anno, non è mai stata spesa una parola di Solidarietà e neppure di interventi mirati per far diminuire questa carneficina. Da quando si sono insediati il Primo Ministro Renzi, il Ministro del Lavoro Poletti e quello delle Politiche Agricole Martina i morti schiacciati dal trattore sono stati oltre 400, un numero pazzesco se pensiamo che sono vite umane perse di tutte le età. Twittano su tutto, ma mai sentito niente sui lavoratori che l’anno scorso sono morti numerosissimi, con un incremento anche rispetto al 2008, anno d’apertura dell’Osservatorio.
Ma quello che più mi ha inquietato di questo governo è stato il Jobs act. Nulla di più nefasto di questa legge per i lavoratori dipendenti che di fatto diventano tutti precari, sia i nuovi assunti che quelli che continuano a mantenere l’articolo 18. Ne spiego i motivi. Senza l’articolo 18, si limita di fatto la libera iscrizione a un sindacato che non sia al servizio delle aziende. E questo basta poco a capirlo, chi avrà il coraggio di iscriversi a un sindacato scomodo se con una scusa (ma anche senza) può essere licenziato? Crolleranno le iscrizioni al sindacato e con questo la possibilità per i lavoratori di dire la loro opinione sull’organizzazione aziendale, sulla Sicurezza, su un’ingiustizia subita, sui salari che crolleranno.  Insomma senza l’articolo 18 i lavoratori sono alla mercé di ogni tipo di angheria. Ci sono anche ottimi imprenditori e qui a Bologna ce ne sono tanti, ma ce ne sono almeno altrettanti che approfitteranno di questa libertà di “fare” per imporre tutto quello che vogliono. Io lavoravo prima dell’introduzione dello Statuto dei Lavoratori e potrei raccontarne tantissime su questo arbitrio che c’era sui luoghi di lavoro. Le prossime vittime del Jobs act saranno i lavoratori non indispensabili assunti a tempo indeterminato, in caso di crisi, vera o creata appositamente. Saranno loro a essere licenziati per poi essere rimpiazzati da lavoratori senza più l’articolo 18. Se poi io fossi un Dipendente Pubblico non dormirei sonni tranquilli su questo fronte. Con la vincita del Si questo governo si spingerà oltre e la possibilità d’introduzione del jobs act anche per questi lavoratori sarà nella logica delle cose.
Si, spero proprio che questo governo cada, che questo Parlamento dominato da lobby di ogni tipo vada a casa, che si vada finalmente alle elezioni sperando che i lavoratori dipendenti e pensionati si accorgano finalmente che in parlamento non hanno nessuno che li rappresenti e li tuteli, che in questi ultimi vent’anni hanno votato partiti e parlamentari che non hanno mai difeso i loro interessi, che decine di milioni di voti non hanno nessuna rappresentanza politica organizzata.
Carlo Soricelli Curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it


venerdì 25 novembre 2016

Fanculo all'indifferenza della politica. Ancora quattro morti sui luoghi di lavoro anche oggi

26 novembre 2016. Dopo il 22enne morto ieri a Imola di Bologna, anche oggi registriamo altri tre morti sui luoghi di  lavoro. Un altro giovane di 22 anni è morto, si tratta di Stefano Colleoni che è stato schiacciato da un carico di pannelli in un'industria del legno in provincia di Trento. A morire invece nella provincia di Napoli, a Casoria Antonio Ferrara, Ferrara è rimasto schiacciato tra due autocompattatori di rifiuti. La terza vittima un albanese, di cui non si conoce ancora l'identità, in provincia di Cremona. E' morto per essere stato investito da un muletto in manovra in un cantiere di una fabbrica. La quarta vittima all'isola d'Elba dove a perdere la vita è stato un operaio colpito mortalmente dallo scoppio di una poma di calecestruzzo. feriti gravemente anche altri due suoi colleghi.

Terribile morte di Danilo Poggioli un giovane di 22 anni a Imola provincia di Bologna. Dieci anni fa la stessa terribile sorte a Andrea Gagliardoni




Bologna 24 novembre 2016. E' morto in modo atroce e dopo giorni di agonia Danilo Poggioli, aveva solo 22 anni. Non ce l'ha fatta il giovane operaio imolese rimasto vittima di un terribile incidente sul lavoro lunedì scorso mentre era impegnato nell'azienda cartaria Italmicro, a Borgo Tossignano . Il giovane è morto oggi all'ospedale Maggiore di Bologna dove era ricoverato in rianimazione.
Poggiali era rimasto schiacciato da un macchinario nell'azienda dove lavorava, una pressa a rulli che serve per incollare il cartone ondulato. Era rimastoincastrato con la testa. Soccorso, era stato trasportato d'urgenza in ambulanza al Maggiore di Bologna dopo che le pessime condizioni atmosferiche avevano impedito l'utilizzo dell'elisoccorso del 118, ma le sue condizioni erano apparse subito gravissime. In questi giorni si è tentato in vari modi di tenerlo in vita ma è stato tutto inutile.  La famiglia ha deciso l'espianto degli organi. Povero giovane, morire così a 22 anni. La stessa sorte è toccata anni fa nelle Marche a un altro giovane della sua età, Andrea Gagliardoni. Qui sotto la testimonanza della madre 
Andrea aveva solo 23 anni, amava la vita e il lavoro. Un ragazzo bello come il sole, calmo come il mare d’estate, d’indole fin troppo buona, aveva sempre un sorriso per tutti e cercava di aiutare i più deboli. Andrea lavorava nello stabilimento Asoplast di Ortezzano (A.P.), azienda dell’indotto Merloni con un centinaio di operai, florida e moderna come poche, specializzata nello stampaggio di materiali in propilene, PVC e tampografia. Peccato che Andrea in quello stabilimento così moderno è morto a soli 23 anni il 20-06-2006 mentre stava lavorando alla Mag 1000, una macchina tampografica che imprime icone colorate sui frontalini di elettrodomestici, la testa colpita da due tamponi capaci di spezzargli l’osso del collo nello schianto minimo di pochi secondi. L’hanno trovato così, sgomenti, gli altri operai, in una pozza di sangue che usciva copioso da un orecchio. Un lavoro da operaio semplice, un ragazzo senza troppi grilli per la testa, indomito suonatore di chitarra, leader del gruppo Nervous Breakdown. Un lavoro eseguito per un misero stipendio e la sicurezza un optional; quella macchina tampografica era una macchina killer, non aveva i giusti sistemi di sicurezza e l’unico presente era stato rimosso per velocizzare la produzione. Vengono definite “Morti Bianche” e non si capisce il perché. Queste morti hanno variegati colori: rosso, come il sangue che sgorga dalle ferite profonde,nerocome il buio e il dolore in cui piombano i familiari che restano e oro, come il denaro accumulato dagli imprenditori che giocano con la vita della classe più debole. Queste morti non sono mai incidenti, sono frutto dell’avidità di chi rifiuta di rispettare le norme sulla sicurezza e sono frutto del disprezzo per la vita, la vita degli operai naturalmente, la vita di chi è costretto a lavorare anche 10-12 ore al giorno su di una impalcatura senza protezione o di chi deve manovrare macchinari con sistemi di sicurezza disabilitati per aumentare la produzione. Oggi il valore assoluto in questa società è il DIO PROFITTO e non la VITA UMANA in quanto un operaio è considerato solo un numero che può essere facilmente sostituibile. Mi hanno strappato un figlio nel fiore degli anni e per una mamma è il dolore più atroce che possa provare nella vita. In casa ora regnano il vuoto , un silenzio assordante e, ogni tanto, guardo la porta d’ingresso sperando che si apra e Andrea torni a casa come sempre. Ma la realtà è cruda e capisci che tutto ciò non sarà mai più possibile perché quel figlio che hai tanto amato e cresciuto, se ne è andato per sempre. Quando si prende coscienza di questo il cuore si lacera sempre di più! Spero vivamente che questa guerra termini perché la statistica dice che muore un operaio ogni sette ore. E’ inaccettabile che una persona parta al mattino per andare a lavorare e non faccia più ritorno a casa. L'Inail, come ogni anno, dirama il suo Rapporto Annuale sugli infortuni e le morti sul lavoro e ,per l'anno 2010 ci comunica, che per la prima volta le morti sul lavoro sono scese a 980, quindi sotto quota mille, con un calo del 6,9% rispetto alle 1053 del 2009:quindi i commenti da più parti sono positivi….ma nessuno si rende conto che i dati sono sottostimati perché molti infortuni non vengono denunciati perché lavorano in nero e quindi non sapremmo mai il nome di questi sconosciuti…..quindi per valutare i veri dati statistici bisogna far riferimento all’Osservatorio Indipendente di Bologna dove la situazione è completamente diversa da quella che ci prospetta l’Inail.Vorrei inoltre ricordare che i nostri cari non sono numeri ma persone con i loro affetti, la voglia di vivere e soprattutto hanno una famiglia che cade nella disperazione più profonda e nessuno si preoccupa di dare un sostegno…un aiuto…si cade nel baratro più profonda della disperazione!!! Per questi motivi, chiedo ai familiari di tutte le vittime sul lavoro di unirci e collaborare per poter dare voce ai nostri cari e per far sì che tutto questo sangue non scorra più! L’unione fa la forza quindi cerchiamo di formare questa rete on- line per poter ottenere anche dei piccoli risultati….insieme ce la possiamo fare. Tutto ciò è possibile grazie a Carlo Soricelli che gestisce con molta dedizione l’Osservatorio Indipendente di Bologna. Portiamo avanti questa battaglia sulla sicurezza nei luoghi di lavoro affinchè tragedie come le nostre non si ripetano più!! Graziella Marota, mamma di Andrea Gagliardoni.

Terribile morte di Danilo Poggioli un giovane di 22 anni a Imola provincia di Bologna. Dieci anni fa la stessa terribile sorte a Andrea Gagliardoni



Bologna 24 novembre 2016. E' morto in modo atroce e dopo giorni di agonia Danilo Poggioli, aveva solo 22 anni. Non ce l'ha fatta il giovane operaio imolese rimasto vittima di un terribile incidente sul lavoro lunedì scorso mentre era impegnato nell'azienda cartaria Italmicro, a Borgo Tossignano . Il giovane è morto oggi all'ospedale Maggiore di Bologna dove era ricoverato in rianimazione.

Poggiali era rimasto schiacciato da un macchinario nell'azienda dove lavorava, una pressa a rulli che serve per incollare il cartone ondulato. Era rimastoincastrato con la testa. Soccorso, era stato trasportato d'urgenza in ambulanza al Maggiore di Bologna dopo che le pessime condizioni atmosferiche avevano impedito l'utilizzo dell'elisoccorso del 118, ma le sue condizioni erano apparse subito gravissime. In questi giorni si è tentato in vari modi di tenerlo in vita ma è stato tutto inutile.  La famiglia ha deciso l'espianto degli organi. Povero giovane, morire così a 22 anni. La stessa sorte è toccata anni fa nelle Marche a un altro giovane della sua età, Andrea Gagliardoni. Qui sotto la testimonanza della madre 

Andrea aveva solo 23 anni, amava la vita e il lavoro. Un ragazzo bello come il sole, calmo come il mare d’estate, d’indole fin troppo buona, aveva sempre un sorriso per tutti e cercava di aiutare i più deboli. Andrea lavorava nello stabilimento Asoplast di Ortezzano (A.P.), azienda dell’indotto Merloni con un centinaio di operai, florida e moderna come poche, specializzata nello stampaggio di materiali in propilene, PVC e tampografia. Peccato che Andrea in quello stabilimento così moderno è morto a soli 23 anni il 20-06-2006 mentre stava lavorando alla Mag 1000, una macchina tampografica che imprime icone colorate sui frontalini di elettrodomestici, la testa colpita da due tamponi capaci di spezzargli l’osso del collo nello schianto minimo di pochi secondi. L’hanno trovato così, sgomenti, gli altri operai, in una pozza di sangue che usciva copioso da un orecchio. Un lavoro da operaio semplice, un ragazzo senza troppi grilli per la testa, indomito suonatore di chitarra, leader del gruppo Nervous Breakdown. Un lavoro eseguito per un misero stipendio e la sicurezza un optional; quella macchina tampografica era una macchina killer, non aveva i giusti sistemi di sicurezza e l’unico presente era stato rimosso per velocizzare la produzione. Vengono definite “Morti Bianche” e non si capisce il perché. Queste morti hanno variegati colori: rosso, come il sangue che sgorga dalle ferite profonde,nerocome il buio e il dolore in cui piombano i familiari che restano e oro, come il denaro accumulato dagli imprenditori che giocano con la vita della classe più debole. Queste morti non sono mai incidenti, sono frutto dell’avidità di chi rifiuta di rispettare le norme sulla sicurezza e sono frutto del disprezzo per la vita, la vita degli operai naturalmente, la vita di chi è costretto a lavorare anche 10-12 ore al giorno su di una impalcatura senza protezione o di chi deve manovrare macchinari con sistemi di sicurezza disabilitati per aumentare la produzione. Oggi il valore assoluto in questa società è il DIO PROFITTO e non la VITA UMANA in quanto un operaio è considerato solo un numero che può essere facilmente sostituibile. Mi hanno strappato un figlio nel fiore degli anni e per una mamma è il dolore più atroce che possa provare nella vita. In casa ora regnano il vuoto , un silenzio assordante e, ogni tanto, guardo la porta d’ingresso sperando che si apra e Andrea torni a casa come sempre. Ma la realtà è cruda e capisci che tutto ciò non sarà mai più possibile perché quel figlio che hai tanto amato e cresciuto, se ne è andato per sempre. Quando si prende coscienza di questo il cuore si lacera sempre di più! Spero vivamente che questa guerra termini perché la statistica dice che muore un operaio ogni sette ore. E’ inaccettabile che una persona parta al mattino per andare a lavorare e non faccia più ritorno a casa. L'Inail, come ogni anno, dirama il suo Rapporto Annuale sugli infortuni e le morti sul lavoro e ,per l'anno 2010 ci comunica, che per la prima volta le morti sul lavoro sono scese a 980, quindi sotto quota mille, con un calo del 6,9% rispetto alle 1053 del 2009:quindi i commenti da più parti sono positivi….ma nessuno si rende conto che i dati sono sottostimati perché molti infortuni non vengono denunciati perché lavorano in nero e quindi non sapremmo mai il nome di questi sconosciuti…..quindi per valutare i veri dati statistici bisogna far riferimento all’Osservatorio Indipendente di Bologna dove la situazione è completamente diversa da quella che ci prospetta l’Inail.Vorrei inoltre ricordare che i nostri cari non sono numeri ma persone con i loro affetti, la voglia di vivere e soprattutto hanno una famiglia che cade nella disperazione più profonda e nessuno si preoccupa di dare un sostegno…un aiuto…si cade nel baratro più profonda della disperazione!!! Per questi motivi, chiedo ai familiari di tutte le vittime sul lavoro di unirci e collaborare per poter dare voce ai nostri cari e per far sì che tutto questo sangue non scorra più! L’unione fa la forza quindi cerchiamo di formare questa rete on- line per poter ottenere anche dei piccoli risultati….insieme ce la possiamo fare. Tutto ciò è possibile grazie a Carlo Soricelli che gestisce con molta dedizione l’Osservatorio Indipendente di Bologna. Portiamo avanti questa battaglia sulla sicurezza nei luoghi di lavoro affinchè tragedie come le nostre non si ripetano più!! Graziella Marota, mamma di Andrea Gagliardoni.


mercoledì 23 novembre 2016

Ancora due morti sui luoghi di lavoro



22 novembre 2016. Terribile tragedia nel Porto di Salerno. Un operaio di 34 anni è rimasto schiacciato nella cabina del carrello elevatore mentre era intento al normale trasporto di container.
Secondo primissime indiscrezioni emerse e ancora ed’accertarda verificare, la vittima era a bordo del suo carrello elevatore e stava scendendo dalla nave attraverso le rampe d’accesso, quando un probabile malfunzionamento dei freni ha portato allo schianto del mezzo.

Un autotrasportatore, probabilmente colpito da infarto mentre guidava ha travolto col suo mezzo una villetta ai bordi della strada in provincia di Frosinone. hanno dovuto estrarre il suo corpo dalle lamiere della cabina. le indagini verificheranno se la morte è stata provocata da un infarto o dall'incidente.