Morti
sul lavoro al 21 dicembre 2016. Dall’inizio dell’anno sono morti 627 lavoratori sui luoghi di lavoro e oltre 1330 se si considerano i morti sulle strade e in
itinere (stima minima per l’impossibilità di conteggiare i morti sulle strade
delle partite iva individuali e dei morti in nero)
Report morti per infortuni sul lavoro al 30 novembre 2016
Finalmente registriamo un calo consistente dei morti per infortuni sul
lavoro, 9.1% rispetto al 30 novembre del 2015, ma l’anno scorso è stato un anno
orribile su questo fronte. Un lieve calo del 4,2 anche rispetto al 30 novembre
2008 anno d’apertura dell’Osservatorio. l’Agricoltura con il 31,3% ha
esattamente un morto su tre sui luoghi di lavoro di tutte le categorie. E’
allucinante vedere che oltre il 60% di queste morti sono provocate dal trattore
che schiaccia e fa morire in modo atroce il conducente. In questo momento a
oggi 12 dicembre ne sono morti 127. Sono anni che chiediamo ai ministri che si
susseguono di fare almeno una campagna informativa sulla pericolosità del
mezzo. Ma niente. La seconda categoria con più morti sui luoghi di lavoro è
l’edilizia con il 19,7%. La cadute dall’alto sono il maggior fattore di rischio
in questa categoria. E’ l’autotrasporto con il 9,4% dei morti la terza
categoria con più vittime. In questa categoria sono inseriti i morti di diversi
comparti lavorativi. Seguono L’industria, esclusa l’edilizia, comprese le
imprese più piccole hanno complessivamente l’8,3%. Poi gli artigiani di
tantissime categorie muoiono numerosissimi, soprattutto nelle imprese
appaltatrici, la strage riguarda anche numerosissime Partite Iva che non sono
inserite tra le morti sul lavoro nelle statistiche dell’INAIL. E questo perché
questo Istituto dello Stato monitora solo i propri assicurati. A questo
istituto arrivano moltissime denunce per infortuni anche mortali, che poi non
vengono riconosciuti come tali proprio per non essere assicurati a questo
Istituto. Poi anche per le morti in itinere che spesso non vengono riconosciute
per una normativa specifica che la maggioranza di chi lavora non conosce. Gli
stranieri morti sui luoghi di lavoro sono il 9.6%. IL 29,6% di tutte le morti
sui luoghi di lavoro riguardano lavoratori dai 61 anni in su. In età dove
occorrerebbe già smettere di lavorare e meritarsi il meritato riposo e non
morire sui luoghi di lavoro in numeri spaventosi.
Morti per infortuni sui LUOGHI DI LAVORO nel 2016
per Regione e Provincia in ordine decrescente.
(Sui luoghi di
lavoro significa che sono esclusi da questo conteggio i morti per le strade e
in itinere che richiedono interventi completamente diversi)
I morti sulle autostrade e all’estero non sono conteggiati nelle province.
Se guardate qui sotto l’andamento delle regioni e delle province, calcolate che
ci sono almeno altrettanti morti per infortuni sulle strade e in itinere
CAMPANIA 62 Napoli (22 di questi 3 in mare), Avellino (7),
Benevento (5), Caserta (10), Salerno (17). EMILIA
ROMAGNA 59 Bologna (12). Forlì-Cesena (7), Ferrara (4), Modena (12),
Parma (6), Piacenza (3), Ravenna (3), Reggio Emilia (11), Rimini (1). VENETO 56 Venezia (7), Belluno (6), Padova (8), Rovigo (3), Treviso (6), Verona (6), Vicenza (20). LOMBARDIA 51 Milano (4), Bergamo (5), Brescia (17),
Como (4), Cremona (4), Lecco (5), Lodi (1), Mantova (1), Monza Brianza (3),
Pavia (3), Sondrio (3), Varese (1). TOSCANA 45
Firenze (3), Arezzo (6), Grosseto (2), Livorno (8), Lucca (5), Massa Carrara
(8), Pisa (3), Pistoia (3), Siena (3) Prato (3). PIEMONTE
47 Torino (13), Alessandria (5), Asti (5), Biella (2), Cuneo (14), Novara (2),
Verbano-Cusio-Ossola (1) Vercelli (3) SICILIA 46
Palermo (9), Agrigento (4), Caltanissetta (7), Catania (6), Enna (1), Messina
(8), Ragusa (5), Siracusa (), Trapani (5). LAZIO 39 Roma (13), Viterbo (5) Frosinone (9) Latina
(9) Rieti (3). PUGLIA 28 Bari (3), BAT (6),
Brindisi (1), Foggia (4), Lecce (5) Taranto (8) TRENTINO
ALTO ADIGE 23 Trento (14), Bolzano (9). ABRUZZO
20 L'Aquila (3), Chieti (11), Pescara (3) Teramo (3). CALABRIA
23 Catanzaro (6), Cosenza (7), Crotone (1), Reggio Calabria (5) Vibo Valentia
(4) MARCHE 16 Ancona (6), Macerata (5), Fermo
(1), Pesaro-Urbino (2), Ascoli Piceno (2). SARDEGNA
14 Cagliari (4), Carbonia-Iglesias (), Medio Campidano (), Nuoro (1), Ogliastra
(), Olbia-Tempio (), Oristano (3), Sassari (5). Sulcis inglesiente (1) FRIULI VENEZIA GIULIA 12 Trieste (2), Gorizia (1),
Pordenone (2), Udine (7). UMBRIA 9 Perugia 4)
Terni (5). LIGURIA 8 Genova (4), Imperia (2), La
Spezia (1), Savona (1). VALLE D’AOSTA (3) BASILICATA 3 Potenza (1) Matera (2) I lavoratori morti
sulle autostrade, all’estero e in mare non sono segnalati a carico delle
province.
Consigliamo a tutti quelli che si occupano di queste tragedie di separare
chi muore per infortuni sui luoghi di lavoro, da chi muore sulle strade e in
itinere con un mezzo di trasporto. I lavoratori che muoiono sulle strade e in
itinere sono a tutti gli effetti morti per infortunio sul lavoro, ma richiedono
interventi completamente diversi dai lavoratori morti sui luoghi di lavoro. E
su questo aspetto che si fa una gran confusione. Ci sono categorie come i
metalmeccanici che sui luoghi di lavoro hanno pochissime vittime per infortuni,
poi, nelle statistiche ufficiali, non separando chiaramente le morti causate
dall’itinere, dalle morti sui luoghi di lavoro, risultano morire in tantissimi
in questa categoria che è numerosissima, e che ha una forte mobilità per recarsi o tornare dal posto di
lavoro. Anche quest’anno una strage di agricoltori schiacciati dal trattore,
sono 128 dall’inizio dell’anno, Tutti gli anni sui LUOGHI DI LAVORO il 20% di
tutte le morti per infortuni sono provocate da questo mezzo. 132 sono i morti
schiacciati dal trattore nel 2015 e 152 nel 2014. Contiamo molto della
sensibilità dei media e dei cittadini che a centinaia ogni giorno visitano il
sito. In questi nove anni di monitoraggio le percentuali delle morti nelle
diverse categorie sono sempre le stesse: l’agricoltura è sempre la categoria
con più vittime, seguono l’edilizia, i servizi, l’industria (tutta) e
l’autotrasporto. Ricordo a tutti quelli che s’interessano di queste tragedie
l’unico parametro valido per valutare l’andamento di una provincia o di una
regione è il numero di abitanti. Tantissime sono le morti in nero.
Morti sul lavoro nel 2015
Le morti sulle autostrade e all’estero non sono segnalate nelle province
SONO STATI 678 I MORTI PER INFORTUNI SUI LUOGHI DI LAVORO nel 2015
CONTRO I 661 del 2014 +2,6%. ERANO 637
nel 2008 +6,1%
L’INAIL nel 2014 ha riconosciuto complessivamente 662 morti sul lavoro, di
questi il 52% sono decessi in itinere e sulle strade ma le denunce per
infortuni mortali sono state 1107. Crediamo che anche per il 2015 ci siano più
o meno le stesse percentuali. Nel 2015 tra gli assicurati INAIL c’è stata
un'inversione di tendenza, per la prima volta dopo tantissimi anni questo
Istituto vede aumentare le denunce per infortuni mortali. Ma le denunce non
comportano necessariamente un riconoscimento dell'infortunio mortale. Sta a noi
che svolgiamo un lavoro volontario, senza interesse di nessun tipo, far
conoscere anche questo aspetto ai cittadini italiani.
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Molte delle vittime del terremoto in
Emilia erano lavoratori rimasti schiacciati per il crollo dei capannoni. Lo
stesso terremoto di tre giorni fa che ha colpito l’Umbria e le Marche ha
evidenziato che i capannoni industriali in Italia sono per la maggior parte a
rischi sismico. E’ un miracolo che non ci siano stati morti nella cartiera a
Pioraco di Macerata. Il tetto è crollato nel cambio turno, nella fabbrica
stavano lavorando solo 20 persone che sono riuscite a scappare.
L’intero tetto della sala macchine è crollato. In questa fabbrica ci
lavorano complessivamente 146 lavoratori e se fossero stati tutti all’interno
ci sarebbe stata una strage. E’ un miracolo, come nel terremoto in Emilia che
pur provocando vittime tra i lavoratori è capitato di notte e in orari dove
sotto i capannoni ci lavoravano pochissime persone. La maggioranza dei
capannoni industriali in Italia sono costruiti in anni dove non si teneva in
nessun conto del rischio sismico. Se non si comincia a farli mettere in
sicurezza è a rischio la vita di chi ci lavora sotto, e parliamo di milioni di
lavoratori. La prego di non sottovalutare questo rischio. Del resto con
incentivi e detassazioni si potrebbero mettere tutti in sicurezza con una spesa
non eccessivamente alta.
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