DEDICA AI CADUTI SUL LAVORO.
di Nicola Iirimia
Senti suonar la sveglia, pensando a lungo
Sapendo che bisogna alzarsi ,e poi partire
Ma il sonno era ancora ben profondo
Come profonda era la voglia di dormire
L'alba glielo diceva dolcemente
Se vuoi vivere nel mondo dei grandi
Al tuo dovere, risponderai presente
Era un non lavoro, che non appaga
Con un salario, più che mai penoso
Ma sul campare ,a volte non si indaga
Si va avanti chiudendo l'occhio spesso
Fai un colloquio e ti raccontan storie
Che in realtà non sono mai reali
E tu accetti , tanto con le borie
Lo sai che non si vincono i "regali"
E ci si trova a trenta anni appena
A far le firme per diversi corsi
La sicurezza, quella brutta scema
Se la capisci è solo dai soccorsi
Venuti a prendere quel corpo inietto
Che a fatica vorrebbe adesso dire
Pensando a tutto ciò che non ha fatto
Che è sbagliato andare a morire
Per ciò che gli altri non si prendon cura
Valorizzando prima il denaro
Usando la minnaccia e la paura
Facendo ad altri un destino amaro
Anche se sulla carta il lavoro
E' il primo ordinamento del paese
La Costituzione parla di decoro
Di Dignità,Rispetto,di diffese
Per quelli che sudando fan ricchezza
Per loro stessi ,e per tutti quanti
mettendo, tempo, amore e destrezza
Con risultati spesso strabrillianti
Soltanto che pensare a come il tempo
Ha trasformato tutti in automi
Si può riflettere come in parlamento
Si sbagli sempre a premere i bottoni
Togliendo , onore ,dignità,rispetto
A chi ha già perso tutto quanto prima
A chi rimane solo un gran difetto
Voler andare avanti con autostima
Inutile parlare e dire cose ancora
Si sa come finisce sempre tutto
Chi specula sugli altri si, che ignora
Scordando che finisce spesso in lutto
La sveglia è lì ,sul comodino ancora
Fissata sempre allo stesso orario
Peccato che il ragazzo non la sfiora
Giacce dimenticato nel sacrario
E' strano quel paese che ignorando
Non vede quella cosa brutta e vile
Che ogni anno se li sta portando
A volte sono molti più più di mille
Lavoratori senza colpa alcuna
Che la mattina s'alzan con la sveglia
Onestamente vivendo ,ma la sfortuna
Li porta via per sempre dalla famiglia
Spesso si dedicano cose al vento
Pensando a cose inutili ,cianfrusaglie
Io gli farei un grosso monumento
Li chiamerei EROI ,darei medaglie
Al merito della Repubblica,al lavoro
Al proprio attaccamento ,al rispetto
Che ebbero per chi pur non pensando a loro
Han fatto cose senza alcun affetto!
Pensando ad una sola cosa,e basta
Il vil denaro ,guadagno a tutti i costi
Senza capir che nella vita desta
Stupore,crudeltà,e CORPI ESPOSTI!
Questa bellissima poesia è stata scritta da Nicola Irimia è un metalmeccanico, è la"Iena operaia". e immigrato dalla Romania.
Nicola, esperime al meglio l'integrazione. Lo conosco da anni e sento molto più vicino lui, anche culturalmente che tantissimi italiani. Conosce e parla correttamente quattro lingue, a Nicola ho chiesto di non correggere questa poesia scritta di getto, così è più autentica. Ricordo a tutti i visitatori dell'Osservatorio che i romeni pagnao un prezzo elevatissimo di sangue ogni anno, dal 30 al 35% dei morti per infortuni sul lavoro tra gli stranieri che lavorano in Italia. Sono romeni. E' un omaggio anche a tutti loro
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