Le verità scomode sulle morti per infortunio sul
lavoro
Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi
corri seri pericoli
1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato
aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul
lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul
lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri
assicurati
2) In base a questi presunti cali inesistenti
e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono
fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza
3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro
sfuggono a qualsiasi statistica
4) In questi dieci anni sono morti per
infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione
tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere
5) Ogni anno oltre la metà dei morti
sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si
torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche
sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento
dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori
indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al
ritorno dal lavoro
6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci
anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in
itinere)
7) Le donne muoiono relativamente poco
sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio
lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi
8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di
lavoro ha più di 60 anni
9) La Legge Fornero ha fatto aumentare
le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi
pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.
10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo
18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per
l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la
stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non
hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un
responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che
non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.
11) Moltissime sono le morti tra artigiani e
partite iva individuali e in nero e grigio.
12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente
supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie
e tra gli agricoltori
13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni
anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000
mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati
dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre
anni.
14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le
morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in
questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende
del subappalto.
15) In questi dieci anni non si è fatto niente per
arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e
questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno
nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.
16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima
persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi
e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia
una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste
autentiche violenze.