sabato 11 marzo 2017

Un altro agricoltore morto schiacciato dal trattore nell'indifferenza della politica. Il Ministro Martina si occupi finalmente di questa strage. Il silenzio anche delle opposizioni



Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro.
Sono 110 i lavoratori morti per infortuni sul lavoro all’ 11 marzo 2017
(oltre 230 con le morti sulle strade e in itinere)
Già 13 i morti schiacciati dal trattore dall’inizio dell’anno. L’ultimo di 42 anni il 10 marzo a Lettopalena di Chieti, ferito gravemente anche il figlio di dieci anni trasportato sul mezzo. Il Ministro delle Politiche agricole Martina batta finalmente un colpo su queste tragedie. Da quando è ministro sono morti guidando questo mezzo oltre 430 agricoltori. Un morto su cinque sui luoghi di lavoro di tutte le categorie è causato da questo mezzo. Occorre una campagna informativa sulla pericolosità dei trattori e forti incentivi per mettere in sicurezza i vecchi.
I morti sui luoghi di lavoro sono stati 86 il 29 febbraio 2016 +12,3%. Erano 90 il 29 febbraio 2008 +8,3
Morti nelle province italiane nel 2017 per ordine decrescente, sono esclusi dalle province i morti sulle autostrade e all’estero.
ABRUZZO 17 L'Aquila (5), Chieti (), Pescara (11) Teramo (1). VENETO 13 Venezia (2), Belluno (), Padova (1), Rovigo (3), Treviso (1), Verona (3), Vicenza (3). LOMBARDIA 10 Milano (3), Bergamo (1), Brescia (1), Como (), Cremona (), Lecco (2), Lodi (1), Mantova (), Monza Brianza (), Pavia (1), Sondrio (1), Varese (). CAMPANIA 10 Napoli (5), Avellino (), Benevento (1), Caserta (), Salerno (4). SICILIA 8 Palermo (2), Agrigento (1), Caltanissetta (), Catania (), Enna (), Messina (), Ragusa (1), Siracusa (1), Trapani (3). TOSCANA 6 Firenze (), Arezzo (), Grosseto (1), Livorno (2), Lucca (1), Massa Carrara (), Pisa (1), Pistoia (1), Siena () Prato (). PIEMONTE 6 Torino (2), Alessandria (), Asti (), Biella (1), Cuneo (2), Novara (), Verbano-Cusio-Ossola () Vercelli (1) LAZIO 5 Roma (2), Viterbo () Frosinone () Latina (3) Rieti (). EMILIA ROMAGNA 4 Bologna (1). Forlì-Cesena (), Ferrara (), Modena (), Parma (2), Piacenza (1), Ravenna (), Reggio Emilia (), Rimini (). CALABRIA 2 Catanzaro (), Cosenza (1), Crotone (1), Reggio Calabria () Vibo Valentia () LIGURIA 2 Genova (1), Imperia (1), La Spezia (), Savona (). PUGLIA 3 Bari (2), BAT (), Brindisi (1), Foggia (), Lecce () Taranto () MARCHE 2 Ancona (), Macerata (), Fermo (), Pesaro-Urbino (2), Ascoli Piceno (). SARDEGNA 2 Cagliari (), Carbonia-Iglesias (), Medio Campidano (), Nuoro (), Ogliastra (), Olbia-Tempio (), Oristano (1), Sassari (1). Sulcis inglesiente () FRIULI VENEZIA GIULIA 2 Trieste (1), Gorizia (1), Pordenone (), Udine (). UMBRIA 2 Perugia (1) Terni (1). BASILICATA 1   Potenza (1) Matera () TRENTINO ALTO ADIGE Trento (), Bolzano (). VALLE D’AOSTA ()
I morti sulle autostrade e all’estero non sono a carico delle province
Report morti sul lavoro nell’intero 2016
Nel 2016 sono morti 641 lavoratori sui luoghi di lavoro e oltre 1400 se si considerano i morti sulle strade e in itinere (stima minima per l’impossibilità di conteggiare i morti sulle strade delle partite iva individuali e dei morti in nero), e di altre innumerevoli posizioni lavorative, ricordando che solo una parte degli oltre 6 milioni di Partite Iva individuali sono assicurate all’INAIL. L’unico parametro valido per confrontare i dati dell’INAIL e di chi li utilizza per fare analisi, e dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sono i morti per infortuni INAIL SENZA MEZZO DI TRASPORTO, e confrontare quanti ne registra in più l’Osservatorio. Si ha così il numero reale delle morti per infortuni sui LUOGHI DI LAVORO IN ITALIA e non solo degli assicurati INAIL.
Lieve calo del 3,9% delle morti sui luoghi di lavoro rispetto allo spaventoso 2015, ma un aumento dello 0.7% rispetto al 2008 anno d’apertura dell’Osservatorio Indipendente di Bologna. Come potete vedere altro che favolosi cali ogni anno, e nonostante un enorme spreco di euro spesi per la Sicurezza senza vedere risultati concreti se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL. Come tutti gli anni è l’agricoltura a pagare un prezzo elevatissimo di sangue con il 31% di tutte le morti per infortuni sui luoghi di lavoro. E delle morti in questo settore ben il 65% sono provocate dal trattore. Una vergogna che nessuno se ne occupi se pensate che un morto su cinque di tutte le morti sui luoghi di lavoro, di tutte le categorie messe insieme sono provocate da questo mezzo. Sono anni che chiediamo ai ministri che si susseguono di occuparsene. Ma niente, sono morti sul lavoro che non esistono e spariscono dalle statistiche. La seconda categoria con più morti sui luoghi di lavoro è l’edilizia con il 19,6%. La cadute dall’alto è il maggior fattore di rischio. E’ l’autotrasporto con il 9,3% dei morti la terza categoria con più vittime. In questo comparto sono inseriti i morti di diverse categorie. Seguono L’industria, esclusa l’edilizia, comprese le imprese più piccole, che ha complessivamente l’8,2% delle morti. Poi gli artigiani di tantissime categorie muoiono numerosissimi, soprattutto nelle imprese appaltatrici, la strage riguarda anche un numero impressionante di Partite Iva che non sono inserite tra le morti sul lavoro nelle statistiche dell’INAIL. E questo perché questo Istituto dello Stato monitora solo i propri assicurati (lo scrivo per la milionesima volta, ma tanto non serve a niente). A questo istituto arrivano moltissime denunce per infortuni, anche mortali, che poi non vengono riconosciute come tali proprio per non avere questa assicurazione. NON SONO ASSICURATI ALL’INAIL, QUINDI NON ESISTONO. Poi anche per le morti in itinere spesso non vengono riconosciute per una normativa specifica, che la maggioranza di chi lavora non conosce. Gli stranieri morti sui luoghi di lavoro sono l’8,2%, un calo dell’1,6% rispetto al 2015, segno che anche più italiani svolgono lavori pericolosi e con meno sicurezza pur di avere un lavoro. Impressionante sapere che il 27,7% dei morti sul lavoro ha più di 61. Angosciante vedere che tantissimi giovani non trovano lavoro, che svolgono anziani che non hanno più la salute e i riflessi pronti per fare lavori pericolosi. Questo la dice lunga anche sui motivi dell’enorme disoccupazione giovanile; si trattengono gli anziani e si fanno morire lavorando, mentre i giovani sono costretti alla disoccupazione o a emigrare. E’ la Campania la regione con più morti sui luoghi di lavoro sempre se non si fanno giochini di prestigio e si inseriscono tutti i morti sul lavoro. Seguono la mai regione, L’Emilia Romagna che nel 2016 raddoppia i morti sui luoghi di lavoro, poi il Veneto. Quinta la Lombardia che ha un decremento importante del 27%. Occorre anche ricordare che, a nostro parere, la Lombardia è tra le grandi regioni, da quando abbiamo aperto l’Osservatorio, che ha l’andamento migliore, sempre se si considerano tutte le morti sul lavoro. Ha il doppio degli abitanti di qualsiasi altra regione e l’indice occupazionale non ha nessun valore statistico sugli infortuni, anche mortali, visto che in tantissimi dei morti per infortuni non sono assicurati all’INAIL, le statistiche vengono fatte solo tenendo in considerazione gli assicurati a questo Istituto. E’ la provincia di Napoli quella con più morti sui luoghi di lavoro, compresi tre pescatori morti in mare, la seconda in questa triste classifica è la provincia di Vicenza con 20 morti, segue Brescia con 18 morti, a seguire qui sotto ci sono le morti sui luoghi di lavoro di tutte le province italiane.
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Molte delle vittime del terremoto in Emilia erano lavoratori rimasti schiacciati per il crollo dei capannoni. Lo stesso terremoto che ha colpito l’Umbria e le Marche ha evidenziato che i capannoni industriali in Italia sono per la maggior parte a rischi sismico. E’ un miracolo che non ci siano stati morti nella cartiera a Pioraco di Macerata. Il tetto è crollato nel cambio turno, nella fabbrica stavano lavorando solo 20 persone che sono riuscite a scappare.
L’intero tetto della sala macchine è crollato. In questa fabbrica ci lavorano complessivamente 146 lavoratori e se fossero stati tutti all’interno ci sarebbe stata una strage. E’ un miracolo, come nel terremoto in Emilia che pur provocando vittime tra i lavoratori è capitato di notte e in orari dove sotto e fabbriche ci lavoravano pochissime persone. La maggioranza dei capannoni industriali in Italia sono costruiti in anni dove non si teneva in nessun conto del rischio sismico. Se non si comincia a farli mettere in sicurezza è a rischio la vita di chi ci lavora sotto, e parliamo di milioni di lavoratori. Del resto con incentivi e detassazioni si potrebbero mettere tutti in sicurezza con una spesa non eccessivamente alta.
Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente d Bologna morti sul lavoro, attivo dal 1° gennaio 2008 http://cadutisullavoro.blogspot.it
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