Cari visitatori, il regista Gianluca Marcon girerà un film documentario sull'Osservatorio e la sua attività che ormai conclude 17 anni di monitoraggio e ovviamente su di me come artista sociale da oltre 50 anni Stiamo raccoglendo fondi dal basso (Crowdfunding) per non avere condizionamenti, se vuoi dare una mano alla realizzazione del progetto e dare anche un piccolo contributo vai al link https://sostieni.link/36551 se sei al computer inquadra e clicca sul qrcode col cell. e vai al link
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domenica 30 aprile 2017
Report morti sul lavoro nei primi 4 mesi del 2017. Domani dimostra la tua solidarietà a queste famiglie: indossa qualcosa di nero
sabato 29 aprile 2017
Ma è umano il nostro Paese travolto dal liberismo e dai suoi esecutori? Morire a 71 anni cadendo dal tetto di un capannone. Era in regola? Ma sono stati 3 anche ieri i morti sui luoghi di lavoro. Un giovane di 30 anni a Firenze e un autrasportatore nei pressi Orbetello
E' un 71enne di origine tedesca ma da molti anni residente in Calabria, che è morto a Piano del lago in provincia di Cosenza
Secondo una ricostruzione riportata dall’Ansa, l’operaio, che viveva da tempo a Rogliano, è caduto dal tetto del capannone in cui stava lavorando. In un primo momento si era parlato di un malore e che la vittima fosse un semplice “cliente”..
I colleghi hanno chiamato subito i soccorsi, ma per l’operaio non c’è stato nulla da fare. Sul posto i sanitari del 118 e i carabinieri, che stanno indagando su quanto è accaduto e sui motivi per i quali l’operaio, malgrado l’età avanzata, venisse ancora impiegato nell’attività lavorativa. Sembra sia morto per trauma cranico. Gli inquirenti stanno valutando se procedere per falsa testimonianza il proprietario.
Firenze, 28 aprile 2017 - Un giovane di 30 anni è morto stasera in seguito ad un incidente sul lavoro a Firenze. Stava lavorando in un'azienda di magazzinaggio e sarebbe stato travolto da un carico pesante
Secondo le prime informazioni del 118 intervenuto sul posto, il ragazzo, che lavorava in un'azienda di spedizioni in via della Treccia all'Osmannoro,
un altro autorasportatre è morto nei pressi orbetello in Provincia di Grosseto..
giovedì 27 aprile 2017
Il mondo ovattato della politica e dei sindacati romani. Si accorgono dei morti sul lavoro solo quando muoiono a Roma
mercoledì 26 aprile 2017
Morti due operai e tre rimasti feriti nello scontro tra due mezzi tecnici sulla linea ferroviaria del Brennero.
lunedì 24 aprile 2017
sabato 22 aprile 2017
Morire a 18 anni lavorando. Alex Ballarini li aveva appena compiuti. Ma non dimentichiamoci degli altri morti invisibili per la politica
La foto sorridente di Alex morto di lavoro a 18 anni
venerdì 21 aprile 2017
Achtung. Achtung, achtung
mercoledì 19 aprile 2017
Rifiutismo Mostra di carlo Soricelli dal 22 aprile a Anzola Emilia
Il consumismo, l’Apocalisse della Civiltà occidentale, il declino e l’estinzione della razza bianca vista attraverso l’arte. Mostra a Anzola Emilia dal 22 aprile.
Già negli anni ottanta mi ero accorto dell’inarrestabile deriva del consumismo che consideravo “la dittatura più feroce”. In quegli anni avevo cominciato a creare opere di pittura e scultura che successivamente ho chiamato rifiutiste. Da giovane artista trentenne ero attento a quello che succedeva nel sociale: volevo denunciare ciò che consideravo letale e terrificante per gli umani. Il ”consumista”, una scultura del 1986 che raffigura un umanoide rivestito di pubblicità, rappresentava bene quello che volevo dire. Fu acquisita dal Museo Cesare Zavattini nel 1989. Comprendevo che il consumismo sarebbe stato devastante e che anche chi aveva meno cominciava a considerare come valore l’acquisto di oggetti di ogni tipo. Contare per quello che si riusciva ad acquistare. Una compulsione che prende la ragione e sovrasta ogni altro valore. Non a caso in Italia nacquero in quegli anni le televisioni commerciali. La scultura “Gaia” del 1985 rappresentava la Terra piena di rifiuti che stava soffocando. Nel 1990 mi ero già arreso e l’opera “Il consumista ha vinto e si sta mangiando il mondo” (anche questa si trova al Museo Cesare Zavattini). È di quel periodo “Orwell era in anticipo” dove uno schermo televisivo, anch’esso dalle forme umanoidi, con una mano alza il dito in segno di vittoria e con l’altro il dito medio. Sotto solo macerie, guerre, inquinamento, anche alberi con scritte pubblicitarie sulla corteccia. Il riferimento era a “1984” e alla “Fattoria degli animali” di Orwell.
Quando il Museo Zavattini mi chiamò ad esporre alla Festa nazionale de l’Unità di Reggio Emilia con una mostra personale assieme a Cesare Zavattini, in occasione del centenario della sua nascita, lo stand fu visitato da centinaia di migliaia di persone. Quasi tutti sorridevano guardando il consumista e il comunicatore orwelliano. Anche illustri personaggi delle arti. Adesso riderebbero meno.
Mi accorgevo col passare degli anni che il consumismo stava complicando tutto.
I messaggi che ti arrivavano con spot pubblicitari attraverso tutti i mezzi di comunicazione cominciavano ad alterare le percezioni della realtà e i rapporti umani; tutto diventava più veloce, più inconsistente: l’etica, la politica i rapporti umani visti con una velocità che non si riesce a metabolizzare.
Anche la realtà è ormai mediata dagli oggetti di consumo.
Come artista e anche come cittadino mi sento sconfitto da questa ideologia, la più potente che si è mai affacciata nella storia e che corrompe tutto e tutti, anche quelli che si credono immuni. Corrompe anche i valori in cui ho sempre creduto. Addirittura nell’occidente consumista non si fanno più figli perché si pensa di non riuscire a dare loro una vita piena di questi oggetti e cioè di questo valore, mentre popolazioni più giovani che non hanno ancora subito la devastazione del consumismo vivono con pochissimo e di figli ne fanno tanti. Ma quando arrivano qui da noi in poco tempo si adeguano ai nostri costumi. Un fascino terrificante e diabolico quello del consumismo. Solo Papa Francesco, tra i grandi di questo tempo si è accorto di queste devastazioni e non a caso è figlio un argentino, a sua volta figlio di migranti italiani. Ma sembra che anche lui parli nel deserto (di valori).
Da alcuni anni, con queste opere specifiche, figlie di questa realtà deviata, ho scelto di non lanciare più messaggi “etici”, ma di farne vedere appunto la terrificante bellezza, ad esempio, pacchetti di sigarette raccolti per le strade dove anche l’avvertimento della possibile causa di morte per cancro causata del fumo diventa accattivante attraverso la forma e i colori della scatola. Oppure i copri cerchioni di plastica che ho trovato a decine per le strade, hanno forma e colore del più costoso alluminio anodizzato, così tutti hanno la convinzione di avere una macchina più bella e costosa; li ho fatti diventare un totem di questo tempo.
Vedo e prendo oggetti consumati e scartati in ogni luogo, alcuni tra l’altro molto belli, che neppure i mercatini dell’usato trovano vendibili. Il nostro declino arriverà fino ad autodistruggerci per la stanchezza fisica e psichica nel cercare di possederne i nuovi, ma lo faremo contornati da magnifici oggetti di consumo. Come alla fine dell'Impero romano dove le donne (e gli uomini) non facevano più figli per mantenere intatto il loro corpo. Ci estingueremo a favore di popoli nuovi che non hanno ancora raggiunto il nostro livello di falso benessere del consumismo e che probabilmente faranno tesoro dei nostri errori.
Così faccio in modo che anche gli oggetti più banali si “innalzino” ad opere d’arte; li conservo, già scartati dopo l'utilizzo, per lasciare la testimonianza del nostro tempo e dell'impronta dell'uomo che li ha utilizzati. Una lucidatrice come la Nike o il Laocoonte? E perché no? Sono sempre frutto dell’ingegno umano collettivo, del resto anche i Bronzi di Riace lo sono per complessità.
Se si vuole guardare a fondo quello che sta accadendo all’Occidente e all’affacciarsi prepotente dei nazionalismi, Trump, Le Pen, Salvini e la Brexit con il loro razzismo contro popoli diversi, figli di culture non occidentali, si possono considerare risposte sbagliate che non si focalizzano con chiarezza su qual è il vero nemico della civiltà greco-romana: la degenerazione della società dei consumi.
Con la mostra che farò in aprile con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Anzola darò un pugno allo stomaco a tutti i benpensanti con la speranza che faccia riflettere “ma solo per un attimo” su questa deriva umana alla quale sta portando il vero nemico del nostro tempo. Ma sarà solo un attimo, per poi riprendere la nostra folle corsa verso la nostra autodistruzione che ci sta consumando il cervello e quella di Gaia che a breve smetterà di ospitarci
Altri due morti sui LUOGHI DI LAVORO
lunedì 17 aprile 2017
Ancora tre morti sul lavoro anche in questi giorni
17 aprile 2017 E' morto dopo una settimana di sofferenza l'operaio che in provincia di Torino era rimasto intossicato in un'officina di zincatura. Riccardo Pergola aveva solo 54 anni e morire in modo così assurdo nel 2017 è veramente angosciante.
Non poteva mancare il solito agricoltore morto schiacciato dal trattore: l'ultima vittima di questo autentico killer degli agricoltori a Vasto di Chieti, ma poche ore prima era rimasto ucciso nello stesso modo un altro agricoltore in provincia di Reggio Emilia. Un altro morto sul lavoro nella provincia di Monza dove M Pilati è rimasto schiacciato dall'albero che stava tagliando insieme a un collega.