Già il terremoto in Emilia del 2012
ha evidenziato che i capannoni industriali costruiti negli anni settanta,
ottanta e novanta corrono il rischio di crollare nel caso di terremoto e anche
di non fortissima intensità. A morire furono soprattutto operai che sotto quei
capannoni ci lavoravano. Ci sono state relativamente poche vittime per la
semplice ragione che il terremoto è capitato di notte. Stessa fortuna anche nel
terremoto delle Marche dove la tragedia è stata solo sfiorata in una grande
fabbrica e i lavoratori erano nel cambio turno. Qui nella zona industriale di Casalecchio di Reno dove vivo, una trave in
cemento armato di un capannone dello stessa tipologia, e degli anni ottanta è crollata,
apparentemente senza nessun motivo. Le cause al vaglio dei tecnici, sicuramente il vecchio terremoto non c'entra, ma le centinaia di piccole scosse che si sono succedute? Tutta la zona industriale di Casalecchio,
ma si può dire lo stesso in tutto il Paese, è stata per la maggior parte
costruita in quegli anni: negli anni del bumm economico.
Abbiamo inserito, già dal 2012 il pericolo di crollo di questi capannoni, con la possibilità
di avere migliaia di vittime in caso di terremoto. Purtroppo sembra che sia un
problema che non riguardi nessuno. Non ci risultano interventi mirati e
sistemici per fare mettere in sicurezza questi capannoni. Siamo andati in rete
e abbiamo verificato che da quando c’è stato il terremoto in Emilia ci sono
state oltre 600 scosse solo nel raggio di 40 km da Bologna, per la maggior parte non sentite dai cittadini da quell’evento.
Queste scosse creano problemi a queste travi? Ma anche se non le creassero
sarebbe opportuno che almeno le travi in cemento armato fossero fissate alle
colonne. Ma chi dovrebbe fare o far fare i controlli: i proprietari? Lo Stato? La
Regione? La protezione Civile? I Comuni?
O chi altro? E i Sindacati, pur molto attenti alla Sicurezza sui luoghi di
lavoro non hanno niente da dire in merito? Chi lavora sotto questi capannoni,
ma anche nei supermercati costruiti in quel periodo guarda in su e pensa “Io speriamo
che me la cavo". Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente di
Bologna morti sul lavoro
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