lunedì 15 maggio 2017

Terremoto in fabbrica. Le vite degli operai non meritano neppure un sopralluogo per verificare se corrono rischi lavorando ammassati in capannoni obsoleti dove le travi in cemento armato non sono neppure fissate alle colonne? Anche i sindacati non sembrano attenti a questo problema che mette in pericolo la vita di milioni di lavoratori che sotto quei capannoni ci lavorano.

Già il terremoto in Emilia del 2012 ha evidenziato che i capannoni industriali costruiti negli anni settanta, ottanta e novanta corrono il rischio di crollare nel caso di terremoto e anche di non fortissima intensità. A morire furono soprattutto operai che sotto quei capannoni ci lavoravano. Ci sono state relativamente poche vittime per la semplice ragione che il terremoto è capitato di notte. Stessa fortuna anche nel terremoto delle Marche dove la tragedia è stata solo sfiorata in una grande fabbrica e i lavoratori erano nel cambio turno. Qui nella zona industriale di  Casalecchio di Reno dove vivo, una trave in cemento armato di un capannone dello stessa tipologia e degli anni ottanta è crollata, apparentemente senza nessun motivo. Tutta la zona industriale di questa zana, ma si può dire lo stesso in tutto il Paese, è stata per la maggior parte costruita per la maggior parte in quegli anni: negli anni del bum economico. Abbiamo inserito il pericolo di crollo di questi capannoni, con la possibilità di avere migliaia di vittime in caso di terremoto. Purtroppo sembra che sia un problema che non riguardi nessuno. Non ci risultano interventi mirati e sistemici per fare mettere in sicurezza questi capannoni. Siamo andati in rete e abbiamo verificato che da quando c’è stato il terremoto in Emilia ci sono state oltre 600 scosse, per la maggior parte non sentite dai cittadini da quell’evento. Queste scosse creano problemi a queste travi? Ma anche se non le creassero sarebbe opportuno che almeno le travi in cemento armato siano fissate alle colonne. Ma chi dovrebbe fare o far fare i controlli: i proprietari? Lo Stato? La Regione? La protezione Civile?  I Comuni? O chi altro. E i Sindacati, pur molto attenti alla Sicurezza sui luoghi di lavoro non hanno niente da dire in merito? Chi lavora sotto questi capannoni, ma anche nei supermercati costruiti in quel periodo guarda in su e pensa “Io speriamo che me la cavo. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro


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