Dall’inizio dell’anno sono morti sui LUOGHI DI LAVORO 338 lavoratori, erano
304 nei primi sei mesi del 2016. Registriamo quindi un aumento di oltre il 10%
rispetto all’anno scorso e l’aumento è rilevante anche senza le tragedie di
Rigopiano e dell’elicottero precipitato in Abruzzo. Erano 291 il 30 giugno del
2008 anno d’apertura dell’Osservatorio + 12,5%. Chi tutti gli anni, per
ingannare i cittadini, dice che ci sono stati cali, nasconde la verità, se si
prendono in considerazione tutti i morti sul lavoro e non solo gli assicurati
INAIL. Del resto in base a questi cali inesistenti si sono fatte leggi contro
la Sicurezza dei lavoratori. Occorre anche ricordare che almeno altrettanti
sono i lavoratori che muoiono in itinere ogni anno. Complessivamente quest’anno
sono oltre 700 i morti per infortuni in Italia compreso l’itinere. L’anno
scorso in Europa sono stati 10.000 i lavoratori morti mentre andavano o
tornavano dal lavoro (indagine europea). Tantissime le donne sovraccaricate di
lavoro oltre che sul posto, anche dai lavori domestici e quando sono alla guida
di un automobile hanno spesso incidenti anche mortali. Molti di infortuni poi
non vengono riconosciuti come tali a causa della normativa specifica
dell’itinere. E quando andate a vedere ogni anno le denunce per infortuni fatte
all’INAIL vi accorgete che poi successivamente non vengono riconosciute come morti
sul lavoro mediamente il 30% dei morti per infortuni. Occorre ricordare che
anche quest’anno, come i precedenti, che un lavoratore su cinque muore travolto
dal trattore che guida. Ma nonostante i nostri continui appelli, lanciati ogni
anno prima che cominci la strage, chi dovrebbe occuparsene non lo fa, seppure
avvertiti attraverso mail. Evidentemente impegnati in cose ben più gravi che la
vita dei nostri agricoltori quali il posizionamento personale alle prossime elezioni
politiche.
Ma con questa casta parlamentare, nessuno escluso, parlare della vita di
chi lavora e come parlare di niente. Sono
la Lombardia e il Veneto a pari demerito ad avere fino a questo momento il
maggior numero di morti sui LUOGHI DI LAVORO. Le percentuali nelle varie
categorie sono sempre quelle tutti gli anni. L’agricoltura ha sempre più del
30% delle morti sul totale, segue l’edilizia che supera sempre il 20%. Poi
l’industria e l’autotrasporto che si contendono sempre il terzo e quarto posto
in questa triste classifica. Ma queste due categorie sono sempre sotto il 10%,
nonostante milioni di addetti. Gli stranieri morti per infortuni sui luoghi di
lavoro sono il 10,5% sul totale. E’ spaventoso pensare che i nostri giovani non
trovano lavoro e si è innalzata l’età della pensione di molti anni anche a chi
svolge lavori pericolosi. Anche quest’anno il 31% dei morti sui LUOGHI DI
LAVORO ha dai 61 anni in su.
La legge Fornero ha contribuito a far morire lavoratori che a quell’età dovevano
essere già in pensione e che sono morti a causa degli acciacchi e dei riflessi
poco pronti. Adesso cercano di correre ai ripari, ma quando lo scrivevamo anche
prima che entrasse in vigore la “Fornero” nessuno ascoltava. Tanto la casta
mica ha parenti che vanno sui tetti o che fanno gli autotrasportatori, o ancora
che guidano un trattore o lavorano su macchinari pericolosi. Politici
parlamentari, dovreste solo vergognarvi ad aver contribuito a questa
carneficina. Gli infermieri, i medici e personale sanitario muoiono
numerosissimi sulle strade a causa dell’eccessivo carico di lavoro. Lavoratori
che distrutti dalla fatica e dallo stress si mettano alla guida di
un’automobile rischiando spesso la vita come le cronache e le statistiche
raccontano? Si legge che i medici e gli infermieri sono le categorie più a
rischio sulle strade. Eppure anche qui ci sono delle leggi europee che
dovrebbero tutelare questi lavoratori sull’orario massimo da non superare, ma
che vengono spesso disattese per carenza di personale e per i tagli alla Sanità
e per fortuna per moltissimi il loro lavoro è ancora dedizione e cura dei
pazienti. Potrei continuare ma mi fermo qui, questo Paese davvero si merita
questa classe dirigente? Io credo di no, e questi dieci anni di monitoraggio
hanno visto l’indifferenza di chi ci governa, prova ne è anche l’aumento dei
morti sul lavoro. Nessuna differenza tra
destra e sinistra. Stessa indifferenza. Purtroppo chi lavora non ha nessuna
rappresentanza parlamentare ed è questa la vera anomalia: un parlamento dove
comandano e fanno le leggi i lobbysti.
Report morti per infortuni sui luoghi di lavoro dal 1°gennaio al 30 giugno
2017
Dall’inizio dell’anno sono morti sui luoghi di
lavoro 338 lavoratori. Con i morti sulle strade e in itinere che sono considerati a
tutti gli effetti morti sul lavoro si superano i 700 morti complessivi
(ricordiamo che nell’intera Europa sono 10.000 i lavoratori morti l’anno scorso
in itinere, e tra questi moltissime donne e impiegati che apparentemente non
svolgono un lavoro pericoloso). Come vedete
nessun calo delle morti per infortuni sui LUOGHI DI LAVORO, anzi, un aumento
costante in questi dieci anni nonostante vogliono farci credere il contrario, e
questo per giustificare l’incredibile massa di denaro speso per la Sicurezza in
questi anni.
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Le morti verdi provocate dal trattore
Strage continua, sono già 74 dall’inizio dell’anno gli
agricoltori morti schiacciati dal trattore. A questi occorre aggiungere tanti
altri che sono morti o perché trasportati a bordo (anche bambini) o per le
strade a causa di incidenti provocati da questo mezzo. Martina batta finalmente
un colpo su queste tragedie. Da quando è ministro sono morti schiacciati da
questo mezzo 500 morti provocati dal trattore. Un
morto su cinque sui luoghi di lavoro di tutte le categorie è causato dal
ribaltamento del trattore. Gli ultimi ieri a
Modena e Verona. Ma se dal Paese non si alza un moto d’indignazione per la loro
indifferenza, verso chi ci governa o che è all’opposizione, nulla cambierà.
Nelle televisioni pubbliche trasmissioni pagate coi soldi dei contribuenti,
fanno vedere idilliache terre incontaminate dove gli animali pascolano felici,
ma mai che si occupano dell’altra faccia della medaglia: i tantissimi morti che
ci sono sui campi e il colore rosso della terra impregnata dal sangue dei
nostri agricoltori. Occorrerebbe (ma lo
scriviamo da tanti anni) che chi ci governa faccia una campagna informativa
sulla pericolosità del mezzo. E chi di dovere metta a disposizione forti
incentivi per mettere in sicurezza i vecchi trattori.
Morti nelle Regioni e Province italiane nel 2017 per ordine decrescente, sono esclusi dalle province i morti sulle autostrade e
all’estero.
N.B i
morti segnalati nelle Regioni sono solo quelli sui LUOGHI DI LAVORO. Con le
morti sulle strade e in itinere gli infortuni mortali in ogni provincia e regione
sono mediamente il 120% in più ogni anno
LOMBARDIA 33 Milano (6),
Bergamo (2), Brescia (6), Como (1), Cremona (1), Lecco (2), Lodi (2), Mantova (3),
Monza Brianza (4), Pavia (3), Sondrio (3), Varese () VENETO
33 Venezia (5), Belluno (), Padova (1), Rovigo (5), Treviso (4),
Verona (10), Vicenza (8). ABRUZZO 27 L'Aquila (7),
Chieti (3), Pescara (12) Teramo (5) SICILIA 23 Palermo
(3), Agrigento (5), Caltanissetta (), Catania (1), Enna (2), Messina (1),
Ragusa (3), Siracusa (1), Trapani (7). EMILIA ROMAGNA
23 Bologna (3). Forlì-Cesena (1), Ferrara (3), Modena (4), Parma (3),
Piacenza (2), Ravenna (4), Reggio Emilia (3), Rimini (). PIEMONTE 21 Torino (8), Alessandria (), Asti (2),
Biella (1), Cuneo (8), Novara (), Verbano-Cusio-Ossola (1) Vercelli (1) CAMPANIA 21 Napoli (7), Avellino (1), Benevento (2),
Caserta (5), Salerno (6). LAZIO 18 Roma (6),
Viterbo (5) Frosinone (2) Latina (5) Rieti (). TOSCANA
16 Firenze (2), Arezzo (), Grosseto (3), Livorno (3), Lucca (1), Massa
Carrara (1), Pisa (4), Pistoia (1),
Siena () Prato (1). PUGLIA 11 Bari (3), BAT (),
Brindisi (2), Foggia (2), Lecce (3) Taranto () CALABRIA
11 Catanzaro (2), Cosenza (6), Crotone (1), Reggio Calabria (1) Vibo
Valentia (1) LIGURIA 9 Genova (2), Imperia (1),
La Spezia (1), Savona (5). MARCHE 9 Ancona (2),
Macerata (1), Fermo (), Pesaro-Urbino (5), Ascoli Piceno (1). SARDEGNA 8 Cagliari (2), Carbonia-Iglesias (), Medio
Campidano (), Nuoro (), Ogliastra (), Olbia-Tempio (), Oristano (3), Sassari (3).
Sulcis inglesiente () FRIULI VENEZIA GIULIA 7 Trieste
(2), Gorizia (1), Pordenone (), Udine (4). TRENTINO ALTO ADIGE 6 Trento
(1), Bolzano (5). UMBRIA 6 Perugia (4) Terni (2).
Molise 5
Campobasso (3), Isernia (2) BASILICATA 1 Potenza (1) Matera () VALLE D’AOSTA ()
I morti sulle autostrade e all’estero non sono a carico delle province
Molte delle vittime del terremoto in Emilia erano lavoratori rimasti
schiacciati per il crollo dei capannoni. Lo stesso terremoto che ha colpito
l’Umbria e le Marche ha evidenziato che i capannoni industriali in Italia sono
per la maggior parte a rischio sismico. E’ un miracolo che non ci siano stati
morti nella cartiera a Pioraco di Macerata. Il tetto è crollato nel cambio
turno, nella fabbrica stavano lavorando solo 20 persone che sono riuscite a
scappare. L’intero tetto della sala macchine è crollato. In questa fabbrica ci
lavorano complessivamente 146 lavoratori e se fossero stati tutti all’interno
ci sarebbe stata una strage. E’ un miracolo, come nel terremoto in Emilia che
pur provocando vittime tra i lavoratori è capitato di notte e in orari dove
sotto e fabbriche ci lavoravano pochissime persone. La maggioranza dei
capannoni industriali in Italia sono stati costruiti in anni dove non si teneva
in nessun conto del rischio sismico. Tantissimi di questi capannoni hanno le
travi SOLO appoggiate sulle colonne e nel caso di terremoti possono
muoversi dall’appoggio e crollare.
Se non si comincia a farli mettere
in sicurezza è a rischio la vita di chi ci lavora sotto, e parliamo di milioni
di lavoratori. Del resto con incentivi e detassazioni si potrebbero mettere
tutti in sicurezza con una spesa non eccessivamente alta.
Report morti sul lavoro nell’intero 2016
Nel 2016 sono morti 641 lavoratori sui luoghi di lavoro e oltre 1400 se si
considerano i morti sulle strade e in itinere (stima minima per l’impossibilità
di conteggiare i morti sulle strade delle partite iva individuali e dei morti
in nero), e di altre innumerevoli posizioni lavorative, ricordando che solo una
parte degli oltre 6 milioni di Partite Iva individuali sono assicurate
all’INAIL. L’unico parametro valido per confrontare i dati dell’INAIL e di chi
li utilizza per fare analisi, e dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti
sul lavoro sono i morti per infortuni INAIL SENZA MEZZO DI TRASPORTO, e
confrontare quanti ne registra in più l’Osservatorio. Si ha così il numero
reale delle morti per infortuni sui LUOGHI DI LAVORO IN ITALIA e non solo degli
assicurati INAIL.
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