3 luglio 2017 339 morti sui luoghi di lavoro
Nei primi sei mesi dell’anno sono morti sui LUOGHI DI LAVORO 338
lavoratori, erano 304 nei primi sei mesi del 2016. Registriamo quindi un
aumento di oltre il 10% rispetto all’anno scorso e l’aumento è rilevante anche senza
le tragedie di Rigopiano e dell’elicottero precipitato in Abruzzo. Erano 291 il
30 giugno del 2008 anno d’apertura dell’Osservatorio + 12,5%. Chi tutti gli
anni, per ingannare i cittadini, dice che ci sono stati cali, nasconde la
verità, se si prendono in considerazione tutti i morti sul lavoro e non solo
gli assicurati INAIL. Del resto in base a questi cali inesistenti si sono fatte
leggi contro la Sicurezza dei lavoratori. Occorre anche ricordare che almeno
altrettanti sono i lavoratori che muoiono in itinere ogni anno.
Complessivamente quest’anno sono oltre 700 i morti per infortuni in Italia compreso
l’itinere. L’anno scorso in Europa sono stati 10.000 i lavoratori morti mentre
andavano o tornavano dal lavoro (indagine europea). Tantissime le donne
sovraccaricate di lavoro oltre che sul posto, anche dalla famiglia e dai lavori
domestici e quando in itinere sono alla guida di un automobile hanno spesso
incidenti anche mortali. Molti infortuni poi non vengono riconosciuti come tali
a causa della normativa specifica dell’itinere. E quando andate a vedere ogni
anno le denunce per infortuni pervente all’INAIL vi accorgete che poi
successivamente non vengono riconosciute come morti sul lavoro mediamente il
30% delle denunce per infortuni mortali. Occorre ricordare che anche quest’anno,
come i precedenti, che un lavoratore su cinque muore travolto dal trattore che
guida. Ma nonostante i nostri continui appelli, lanciati ogni anno prima che ricominci
la strage, chi dovrebbe occuparsene non lo fa, seppure avvertiti attraverso
mail. Evidentemente sono impegnati in cose ben più gravi che la vita dei nostri
agricoltori quali il posizionamento personale alle prossime elezioni politiche.
Ma con questa casta parlamentare, nessuno escluso, parlare della vita di
chi lavora e come parlare di niente. Sono
la Lombardia e il Veneto a pari demerito ad avere fino a questo momento il
maggior numero di morti sui LUOGHI DI LAVORO. Le percentuali delle morti nelle
varie categorie sono sempre quelle tutti gli anni. L’agricoltura ha sempre più
del 30% delle morti sul totale, segue l’edilizia che supera ogni anno il 20%.
Poi l’industria e l’autotrasporto che si contendono sempre il terzo e quarto
posto in questa triste classifica. Ma queste due categorie sono sempre sotto il
10%, nonostante milioni di addetti. Gli stranieri morti per infortuni sui
luoghi di lavoro sono in questo momento il 10,5% sul totale. E’ spaventoso
pensare che i nostri giovani non trovano lavoro e si è innalzata l’età per
andare in pensione di molti anni anche a chi svolge lavori pericolosi. Anche
quest’anno il 31% dei morti sui LUOGHI DI LAVORO ha dai 61 anni in su.
La legge Fornero ha contribuito a far morire lavoratori che a quell’età dovevano
essere già in pensione e che sono morti a causa degli acciacchi e dei riflessi
poco pronti. Adesso cercano di correre ai ripari, ma quando lo scrivevamo anche
prima che entrasse in vigore la “Fornero” nessun parlamentare ascoltava e
rispondeva alle mail. Tanto la casta mica ha parenti che vanno sui tetti o che
fanno gli autotrasportatori, o ancora che guidano un trattore o lavorano su
macchinari pericolosi. Politici parlamentari, dovreste solo vergognarvi ad aver
contribuito a questa carneficina. Gli infermieri, i medici e il personale
sanitario muoiono numerosissimi sulle strade a causa dell’eccessivo carico di
lavoro. Lavoratori che distrutti dalla fatica e dallo stress si mettano alla
guida di un’automobile rischiando spesso la vita come le cronache e le
statistiche raccontano. Si legge che i medici e gli infermieri sono le
categorie più a rischio sulle strade. Eppure anche qui ci sono delle leggi
europee che dovrebbero tutelare questi lavoratori sull’orario massimo da non
superare, ma che vengono spesso disattese per carenza di personale e per i
tagli alla Sanità, e per fortuna per moltissimi, il loro lavoro è ancora
dedizione e cura dei pazienti, viene considerato ancora una missione. Potrei
continuare ma mi fermo qui, questo Paese davvero si merita questa classe
dirigente? Io credo di no, e questi dieci anni di monitoraggio hanno visto
l’indifferenza di chi ci governa, prova ne è anche l’aumento dei morti sul
lavoro. Nessuna differenza tra destra e
sinistra. Stessa indifferenza. Purtroppo chi lavora non ha nessuna
rappresentanza parlamentare ed è questa la vera anomalia: un parlamento dove
comandano e fanno le leggi i lobbysti che di sicuro non hanno a cuore il lavoro
dipendente.
Report morti per infortuni sui luoghi di lavoro dal 1°gennaio al 3 luglio
2017
Dall’inizio dell’anno sono morti sui luoghi di
lavoro 339 lavoratori. Con i morti sulle strade e in itinere che sono considerati a
tutti gli effetti morti sul lavoro si superano i 700 morti complessivi
(ricordiamo che nell’intera Europa sono 10.000 i lavoratori morti l’anno scorso
in itinere, e tra questi moltissime donne e impiegati che apparentemente non
svolgono un lavoro pericoloso). Come vedete
nessun calo delle morti per infortuni sui LUOGHI DI LAVORO, anzi, un aumento
costante in questi dieci anni nonostante vogliono farci credere il contrario, e
questo per giustificare l’incredibile massa di denaro speso per la Sicurezza in
questi anni.
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Le morti verdi provocate dal trattore
Strage continua, sono già 75 dall’inizio dell’anno gli
agricoltori morti schiacciati dal trattore. A questi occorre aggiungere tanti
altri che sono morti o perché trasportati a bordo (anche bambini) o per le
strade a causa di incidenti provocati da questo mezzo. L’ultimo morto in modo
così atroce Massimo Canel in provincia di Treviso, aveva solo 50 anni. Martina
batta finalmente un colpo su queste tragedie. Da quando è ministro sono morti schiacciati
da questo mezzo 500 guidatori di trattori. Tra l’altro il parlamento ha
rinviata per l’ennesima volta la legge europea che obbliga chi giuda questo
mezzo mortale a sottoporsi a un esame che ne verifichi l’idoneità alla guida. Un morto su cinque sui luoghi di lavoro di tutte le categorie è causato dal
ribaltamento del trattore. Ma se dal Paese non
si alza un moto d’indignazione per la loro indifferenza, verso chi ci governa o
che è all’opposizione, nulla cambierà. Nelle televisioni pubbliche trasmissioni
pagate coi soldi dei contribuenti, mi riferisco a trasmissioni come “Linea
verde”, fanno vedere idilliache terre incontaminate dove gli animali pascolano
felici, ma mai che si occupano dell’altra faccia della medaglia: i tantissimi
morti che ci sono sui campi e il colore rosso della terra impregnata dal sangue
dei nostri agricoltori. Occorrerebbe (ma
lo scriviamo da tanti anni) che chi ci governa faccia una campagna informativa
sulla pericolosità del mezzo. E chi di dovere metta a disposizione forti
incentivi per mettere in sicurezza i vecchi trattori.
Morti nelle Regioni e Province italiane nel 2017 per ordine decrescente, sono esclusi dalle province i morti sulle autostrade e
all’estero.
N.B i
morti segnalati nelle Regioni sono solo quelli sui LUOGHI DI LAVORO. Con le
morti sulle strade e in itinere gli infortuni mortali in ogni provincia e
regione sono mediamente il 120% in più ogni anno
VENETO 34 Venezia (5),
Belluno (), Padova (1), Rovigo (5),
Treviso (54), Verona (10), Vicenza (8). LOMBARDIA 33 Milano
(6), Bergamo (2), Brescia (6), Como (1), Cremona (1), Lecco (2), Lodi (2),
Mantova (3), Monza Brianza (4), Pavia (3), Sondrio (3), Varese () ABRUZZO 27 L'Aquila (7), Chieti (3), Pescara (12)
Teramo (5) SICILIA 23 Palermo (3), Agrigento (5),
Caltanissetta (), Catania (1), Enna (2), Messina (1), Ragusa (3), Siracusa (1),
Trapani (7). EMILIA ROMAGNA 23 Bologna (3). Forlì-Cesena (1),
Ferrara (3), Modena (4), Parma (3), Piacenza (2), Ravenna (4), Reggio Emilia (3),
Rimini (). PIEMONTE 21 Torino (8), Alessandria
(), Asti (2), Biella (1), Cuneo (8), Novara (), Verbano-Cusio-Ossola (1)
Vercelli (1) CAMPANIA 21 Napoli (7), Avellino (1),
Benevento (2), Caserta (5), Salerno (6). LAZIO 18
Roma (6), Viterbo (5) Frosinone (2) Latina (5) Rieti (). TOSCANA 16 Firenze (2), Arezzo (), Grosseto (3),
Livorno (3), Lucca (1), Massa Carrara (1), Pisa (4), Pistoia (1),
Siena () Prato (1). PUGLIA 11 Bari (3), BAT (),
Brindisi (2), Foggia (2), Lecce (3) Taranto () CALABRIA
11 Catanzaro (2), Cosenza (6), Crotone (1), Reggio Calabria (1) Vibo
Valentia (1) LIGURIA 9 Genova (2), Imperia (1),
La Spezia (1), Savona (5). MARCHE 9 Ancona (2),
Macerata (1), Fermo (), Pesaro-Urbino (5), Ascoli Piceno (1). SARDEGNA 8 Cagliari (2), Carbonia-Iglesias (), Medio
Campidano (), Nuoro (), Ogliastra (), Olbia-Tempio (), Oristano (3), Sassari (3).
Sulcis inglesiente () FRIULI VENEZIA GIULIA 7 Trieste
(2), Gorizia (1), Pordenone (), Udine (4). TRENTINO ALTO ADIGE 6 Trento
(1), Bolzano (5). UMBRIA 6 Perugia (4) Terni (2).
Molise 5
Campobasso (3), Isernia (2) BASILICATA 1 Potenza (1) Matera () VALLE D’AOSTA ()
I morti sulle autostrade e all’estero non sono a carico delle province
Molte delle vittime del terremoto in Emilia erano lavoratori rimasti
schiacciati per il crollo dei capannoni. Lo stesso terremoto che ha colpito
l’Umbria e le Marche ha evidenziato che i capannoni industriali in Italia sono
per la maggior parte a rischio sismico. E’ un miracolo che non ci siano stati
morti nella cartiera a Pioraco di Macerata. Il tetto è crollato nel cambio
turno, nella fabbrica stavano lavorando solo 20 persone che sono riuscite a
scappare. L’intero tetto della sala macchine è crollato. In questa fabbrica ci
lavorano complessivamente 146 lavoratori e se fossero stati tutti all’interno
ci sarebbe stata una strage. E’ un miracolo, come nel terremoto in Emilia che
pur provocando vittime tra i lavoratori è capitato di notte e in orari dove
sotto e fabbriche ci lavoravano pochissime persone. La maggioranza dei
capannoni industriali in Italia sono stati costruiti in anni dove non si teneva
in nessun conto del rischio sismico. Tantissimi di questi capannoni hanno le
travi SOLO appoggiate sulle colonne e nel caso di terremoti possono
muoversi dall’appoggio e crollare.
Se non si comincia a farli mettere
in sicurezza è a rischio la vita di chi ci lavora sotto, e parliamo di milioni
di lavoratori. Del resto con incentivi e detassazioni si potrebbero mettere
tutti in sicurezza con una spesa non eccessivamente alta.
Report morti sul lavoro nell’intero 2016
Nel 2016 sono morti 641 lavoratori sui luoghi di lavoro e oltre 1400 se si
considerano i morti sulle strade e in itinere (stima minima per l’impossibilità
di conteggiare i morti sulle strade delle partite iva individuali e dei morti
in nero), e di altre innumerevoli posizioni lavorative, ricordando che solo una
parte degli oltre 6 milioni di Partite Iva individuali sono assicurate
all’INAIL. L’unico parametro valido per confrontare i dati dell’INAIL e di chi
li utilizza per fare analisi, e dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti
sul lavoro sono i morti per infortuni INAIL SENZA MEZZO DI TRASPORTO, e
confrontare quanti ne registra in più l’Osservatorio. Si ha così il numero
reale delle morti per infortuni sui LUOGHI DI LAVORO IN ITALIA e non solo degli
assicurati INAIL.
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