Come stai? Io non molto bene, cerco di non pensarci, impegno la giornata in mille cose ma poi arriva la sera, ah la sera, è le mia armatura si riempie di crepe fino a distruggersi completamente.Cerco la forza nelle piccole cose ma questa forza non sarà mai così grande da farmi dimenticare che tu sei andato via, che non posso più abbracciarti, vedere i tuoi occhi sorridermi e sentirti parlare dieci, cento, mille e altre volte ancora dei tuoi progetti. E no, non posso sentirti più, non posso chiedere neanche più un abbraccio: l'unica cosa che mi rimane sono queste foto che parlano solo un po' di noi perché tutto il resto l'ho impresso nell'anima e non andrà mai via. Sei sempre con me, figlio mio, io sono qui e ti sento vicino, non ho mai smesso di pensarti, sognarti, volerti e questa lontananza non ha fatto altro che avvicinarmi a te.Spero che non ti senta solo. Un abbraccio immenso. La tua mamma. Mamma Graziella Marota ha perso il figlio Andrea di 23 anni con la testa schiacciata da una pressa in una grande fabbrica, oltre dieci anni fa, lei è una mia amica da quando ho aperto l'Osservatorio. Ancora oggi il suo livello di sofferenza non è neppure immaginabile. Ma noi Graziella ti vogliamo bene e continueremo la battaglia anche per te, affinchè altre mamme non sofforno più per le morti più ingiuste che sono quelle delle morti sul lavoro. Un abbraccio grande mamma.
Dati aggiornati al 31 luglio 2025 Dall’inizio dell’anno sono morti 873 lavoratori, di cui 621 sui luoghi di lavoro (esclusi gli incidenti in itinere). Il ritmo delle morti è spaventoso: ogni 6 ore e pochi minuti un lavoratore perde la vita. Se si considerano solo i dati INAIL, che escludono migliaia di lavoratori non assicurati o assicurati con altri enti, le denunce (comprensive di itinere) al 30 maggio 2025 sono appena 389. Un’enorme sottostima della realtà.
Dati aggiornati al 31 luglio 2025 Dall’inizio dell’anno sono morti 873 lavoratori, di cui 621 sui luoghi di lavoro (esclusi gli incidenti in itinere). Il ritmo delle morti è spaventoso: ogni 6 ore e pochi minuti un lavoratore perde la vita. Se si considerano solo i dati INAIL, che escludono migliaia di lavoratori non assicurati o assicurati con altri enti, le denunce (comprensive di itinere) al 30 maggio 2025 sono appena 389. Un’enorme sottostima della realtà.
sabato 16 dicembre 2017
Le mamme che hanno avuto figli morti sul lavoro non festeggiano. Guardate cosa scrive mamma Graziella dopo oltre dieci anni della perdita del figlio morto per infortunio
Come stai? Io non molto bene, cerco di non pensarci, impegno la giornata in mille cose ma poi arriva la sera, ah la sera, è le mia armatura si riempie di crepe fino a distruggersi completamente.Cerco la forza nelle piccole cose ma questa forza non sarà mai così grande da farmi dimenticare che tu sei andato via, che non posso più abbracciarti, vedere i tuoi occhi sorridermi e sentirti parlare dieci, cento, mille e altre volte ancora dei tuoi progetti. E no, non posso sentirti più, non posso chiedere neanche più un abbraccio: l'unica cosa che mi rimane sono queste foto che parlano solo un po' di noi perché tutto il resto l'ho impresso nell'anima e non andrà mai via. Sei sempre con me, figlio mio, io sono qui e ti sento vicino, non ho mai smesso di pensarti, sognarti, volerti e questa lontananza non ha fatto altro che avvicinarmi a te.Spero che non ti senta solo. Un abbraccio immenso. La tua mamma. Mamma Graziella Marota ha perso il figlio Andrea di 23 anni con la testa schiacciata da una pressa in una grande fabbrica, oltre dieci anni fa, lei è una mia amica da quando ho aperto l'Osservatorio. Ancora oggi il suo livello di sofferenza non è neppure immaginabile. Ma noi Graziella ti vogliamo bene e continueremo la battaglia anche per te, affinchè altre mamme non sofforno più per le morti più ingiuste che sono quelle delle morti sul lavoro. Un abbraccio grande mamma.
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