Come stai? Io non molto bene, cerco di non pensarci, impegno la giornata in mille cose ma poi arriva la sera, ah la sera, è le mia armatura si riempie di crepe fino a distruggersi completamente.Cerco la forza nelle piccole cose ma questa forza non sarà mai così grande da farmi dimenticare che tu sei andato via, che non posso più abbracciarti, vedere i tuoi occhi sorridermi e sentirti parlare dieci, cento, mille e altre volte ancora dei tuoi progetti. E no, non posso sentirti più, non posso chiedere neanche più un abbraccio: l'unica cosa che mi rimane sono queste foto che parlano solo un po' di noi perché tutto il resto l'ho impresso nell'anima e non andrà mai via. Sei sempre con me, figlio mio, io sono qui e ti sento vicino, non ho mai smesso di pensarti, sognarti, volerti e questa lontananza non ha fatto altro che avvicinarmi a te.Spero che non ti senta solo. Un abbraccio immenso. La tua mamma. Mamma Graziella Marota ha perso il figlio Andrea di 23 anni con la testa schiacciata da una pressa in una grande fabbrica, oltre dieci anni fa, lei è una mia amica da quando ho aperto l'Osservatorio. Ancora oggi il suo livello di sofferenza non è neppure immaginabile. Ma noi Graziella ti vogliamo bene e continueremo la battaglia anche per te, affinchè altre mamme non sofforno più per le morti più ingiuste che sono quelle delle morti sul lavoro. Un abbraccio grande mamma.
Cari visitatori, il regista Gianluca Marcon girerà un film documentario sull'Osservatorio e la sua attività che ormai conclude 17 anni di monitoraggio e ovviamente su di me come artista sociale da oltre 50 anni Stiamo raccoglendo fondi dal basso (Crowdfunding) per non avere condizionamenti, se vuoi dare una mano alla realizzazione del progetto e dare anche un piccolo contributo vai al link https://sostieni.link/36551 se sei al computer inquadra e clicca sul qrcode col cell. e vai al link
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sabato 16 dicembre 2017
Le mamme che hanno avuto figli morti sul lavoro non festeggiano. Guardate cosa scrive mamma Graziella dopo oltre dieci anni della perdita del figlio morto per infortunio
Come stai? Io non molto bene, cerco di non pensarci, impegno la giornata in mille cose ma poi arriva la sera, ah la sera, è le mia armatura si riempie di crepe fino a distruggersi completamente.Cerco la forza nelle piccole cose ma questa forza non sarà mai così grande da farmi dimenticare che tu sei andato via, che non posso più abbracciarti, vedere i tuoi occhi sorridermi e sentirti parlare dieci, cento, mille e altre volte ancora dei tuoi progetti. E no, non posso sentirti più, non posso chiedere neanche più un abbraccio: l'unica cosa che mi rimane sono queste foto che parlano solo un po' di noi perché tutto il resto l'ho impresso nell'anima e non andrà mai via. Sei sempre con me, figlio mio, io sono qui e ti sento vicino, non ho mai smesso di pensarti, sognarti, volerti e questa lontananza non ha fatto altro che avvicinarmi a te.Spero che non ti senta solo. Un abbraccio immenso. La tua mamma. Mamma Graziella Marota ha perso il figlio Andrea di 23 anni con la testa schiacciata da una pressa in una grande fabbrica, oltre dieci anni fa, lei è una mia amica da quando ho aperto l'Osservatorio. Ancora oggi il suo livello di sofferenza non è neppure immaginabile. Ma noi Graziella ti vogliamo bene e continueremo la battaglia anche per te, affinchè altre mamme non sofforno più per le morti più ingiuste che sono quelle delle morti sul lavoro. Un abbraccio grande mamma.
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