morti sui luoghi di Lavoro (senza itinere) dall'inzio dell'anno l 12 ottobre con itinere si superano abbondantemente i 1000 morti
giovedì 18 gennaio 2018
E dopo la strage di Milano torna il silenzio sulle morti sul lavoro
L'Osservatorio in questi due giorni è stato visitato da migliaia di persone; succede sempre così dopo stragi collettive di lavoratori. Ieri come curatore dell'Osservatorio sono stati contattato intervistato e citato da televisioni, radio, giornali di ogni colorazione politica. Da migliaia le visite tra qualche giorno caleranno e si stabilizzeranno in diverse centinaia al giorno. Ma ricordo a tutti che i morti sul lavoro ci sono tutti i giorni; che certi giorni ne muoiono anche molti di più che a Milano: solo che sono sparsi qua e là sul territorio italiano e quindi non hanno visibilità mediatica. In questi dieci anni di monitoraggio ho acquisito la consapevolezza che le morti sul lavoro si potrebbero dimezzare, sono con un po' di interessa da parte della politica e dei media, che hanno ignorato queste tragedie in questi dieci anni. Senza neppure spendere una montagne di denaro, Occorre una grande svolta culturale: mettere al centro della politica il benessere psicofisico dei propri lavoratori: che la vita di chi lavora dev'essere considerato come il bene più prezioso di uno Stato civile. Anche il Presidente Mattarella come il suo predecessore Napolitano è molto attento a queste tragedie e la sua segreteria ha fatto"girare" la mia mail, dove lo mettevo al corrente della reale situazione su questo fronte, su alcuni aspetti fondamentali alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che spero la leggano con attenzione e proporre soluzioni. Il 4 marzo ci saranno le elezioni, mi auguro che tra i partiti che si contenderanno il Governo del Paese, l'impegno per cercare di alleviare questo fenomeno che porta il lutto in migliaia di famiglie ogni anno diventi prioritario. Lo scrivo da cittadino che svolge questo monitoraggio con lavoro volontario da dieci anni, che mai ha voluto non solo finanziamenti da nessuno, ma neppure inserire la pubblicità in questo blog. Carlo Soricelli
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