giovedì 11 gennaio 2018


Le condizioni dei lavoratori, in tutti i suoi aspetti, stanno diventando dirompenti in queste elezioni, ed era ora.
Come curatore dell’Osservatorio Indipendente morti sul lavoro voglio toccare un altro aspetto fondamentale prima di quelli elencati. I terremoti in Emilia del 2012 e quelli del Centro Italia successivi, hanno messo in luce un aspetto fondamentale per la vita dei lavoratori, che morti sotto i capannoni e in quelli dell’Italia centrale sfiorata la strage, per essere capitai di di notte onel cambio turni.  Quasi tutte le Fabbriche costruite negli anni settanta e ottanta sono a rischio sismico: sono state messe in sicurezza e cosa si è fatto o si sta facendo per non far morire i lavoratori sotto i capannoni, spesso con solo le travi in cemento appoggiate sulle colonne? Cosa hanno fatto in proposito il Governo e le Amministrazioni Regionali e Comunali? Spero se ne parli, la vita di chi lavora si tutela anche su questi aspetti. Dal terremoto in Emilia ho postato in prima pagina dell’Osservatorio queste domande.
Si sentono personaggio come Berlusconi che parlano del jobs act, che vogliono cambiarlo, riferendosi alla precarietà. Dopo aver voluto l’abolizione dell’articolo 18 per anni. Lo stesso Grasso Presidente di LeU, a cui va tutta la mia stima personale, vuole estendere l’articolo 18 abolito per tutti i nuovi assunti con il jobs act, alle Aziende con cinque dipendenti in su. Ma ne ha parlato con Bersani, Speranza, Damiano e tanti altri di questa nuova formazione che l’hanno firmata? Come del resto la stessa Legge Fornero? Poi tutti vogliono abolire o cambiare sia il jobs act, che la Legge Fornero, che tra l’altro fa aumentare il numero di lavoratori morti per infortuni in tarda età. La politica si sta accorgendo che 22 milioni di lavoratori votano e sono incazzati, che tra l’altro hanno genitori e figli. Dico solo era ora.

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