lunedì 10 dicembre 2018

Almeno ci siano degli psicologi messi a disposizione dalle Istituzioni per aiutare i familiari dei morti sul lavoro lasciati soli anche dal punto di vista psicologico dopo aver subito un trauma così devastante

Giusy Caggianese ha perso il fratello Antonio di 29 alcuni mesi fa per infortunio sul lavoro. In un post di ieri ha scritto che non solo le famiglie dei giovani morti alla discoteca di Corinaldo stanno subendo sofferenze immani, ma anche lei e migliaia di familiari di lavoratori che hanno perso la vita improvvisamente, spesso. anzi quasi sempre per mancanza di sicurezza sui luoghi di lavoro. in questi 11 anni di monitoraggio sono venuto a contatto con decine, se non centinaia di madri, padri, figli, nipoti, fratelli che a distanza di anni sono ancora sconvolti dal dolore di una morte così ingiusta. Spesso sono padri che lasciano figli piccoli ancora in tenera età, unici a portare a casa uno stipendio, ci sono madri che urlano la loro silenziosa disperazione, costrette a un calvario che le accompagna per tutta la vita. Nessuno si capacita d'aver perso un proprio caro, nessuno accetta un dolore così forte. certo uno psicologo non restituirà la vita del proprio Caro, ma almeno nei primi momenti drammatici può essere d'aiuto, sopratutto nei riguardi dei più vulnerabili. Sono con te Giusy, quella che fai è una richiesta sacrosanta che meriterebbe la massima attenzione da parte di tutti.

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